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WHITE LION

La calata italica di Mike Tramp con i suoi White Lion è un appuntamento che il sottoscritto di certo non poteva perdersi, uno di quegli eventi in cui un nome che ha fatto la storia del rock doveva mostrare per la prima volta sul suolo del belpaese il suo effettivo valore, il tutto nonostante la formazione del gruppo statunitense fosse differente per ben 3/4 rispetto a quella autrice degli storici "Fight To Survive" e "Pride". [MARKONEE] L'apertura della serata è affidata ai nostrani Markonee, i quali, forti del rilascio del loro debut album "The Spirit Of Radio" (per i cui dettagli vi rimando alla recensione sempre a cura del sottoscritto), sono riusciti nell'opera di divertire i presenti per una buona mezz'ora, sciorinando con buona padronanza i pezzi di proprio repertorio quali le riuscite "Markonee", "Officer And Gentleman" e "Loved Land". L'esibizione risulta positiva e covincente sotto più di un aspetto, partendo dalla rodata capacità di tenere il palco e passando per l'interazione con un pubblico che ha dimostrato di gradire l'adrenalina e la carica dei rockers tricolori, bravi a dire la propria anche dal punto di vista esecutivo. La giusta apertura per un grande nome insomma, anche se quest'ultimo dirà molto meno di quello che ci saremmo seriamente attesi. SETLIST - Modern Time ClockWork - Officer And Gentleman - I Know That You Know That He Knows - Markonee - Loved Land - Burnin' [WHITE LION] Sono da poco passate le 23.30 quando Mike Tramp e soci irrompono sul palco, dando il via con "Lights And Thunder" ad un concerto che sicuramente ha aperto più di una discussione tra i fans del leone bianco, un concerto che ha tra i suoi maggiori pregi la scelta di riproporre in egual maniera brani tratti da tutti gli album della discografia dei White Lion, includendo anche pezzi provenienti dal poco fortunato "Big Game". Sono comunque necessarie poche canzoni per rendersi conto che un Mike Tramp in evidente carenza vocale è forse l'unico e carismatico membro di un gruppo novello e mal assemblato, all'interno del quale riescono a fare la propria porca figura solo il drummer Troy Patrick Farrell (già con Dizzy Reed) e il tastierista Claus Langeskov, noto per il suo apporto nelle fila dei Jaded Heart. Il problema principale del concerto è invece da imputare al chitarrista Jamie Law, forse l'elemento maggiormente estraneo all'interno della line-up scelta per la serata, complice uno stile chitarristico assolutamente inadatto per quanto richiesto dal repertorio White Lion, in particolare per quanto concerne il proprio tocco indubbiamente moderno e poco avvezzo alle follie chitarristiche di Vito Bratta. Una vera delusione insomma, che si protrarrà di minuto in minuto per tutta la serata. A salvare (almeno in parte) le sorti del concerto ci pensa, come già detto, una scaletta intelligente e al cui interno non è mancato nessuno dei pezzi storici pennati dalle mani di Mike Tramp e soci, il tutto nonostante la voce del biondocrinito singer fosse tutt'altro che ai livelli dei bei tempi, consumata dal tempo e incapace di raggiungere le tonalità maggiormente alte e complicate. L'ancora di salvezza di un sabato sera non propriamente esaltante è stato offerto, in chiusura, da una ottima versione elettrica della mitica "When The Children Cry", forse il punto più alto di tutta l'esibizione, buono per ricordare che i live sono fatti anche per offrire qualcosa di differente rispetto a quanto ascoltato all'interno degli studio album degli artisti che solitamente girano nel nostro lettore cd. Peccato per il resto qui già ampiamente descritto, da un nome del calibro dei White Lion mi sarei aspettato una prova on-stage memorabile e di grande spessore. [Zorro11] SETLIST - Lights And Thunder - Living On The Edge - It’s Over - Broken Heart - El Salvador - Till Death Do Us Part - You’re All I Need - Little Fighter - Fight To Survive - For All The Fallen Man - Tell Me - If My Mind Is Evil - Wait - When The Children Cry - Lady Of The Valley - Hungry - The Road To Valhalla - Radar Love

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