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AKERCOCKE: ANTICHRIST

data

05/08/2007
80


Genere: Death\Black Metal
Etichetta: Earache Records
Anno: 2007

"We never wanted to make a typical death metal record. That format has already been explored fully in the traditional sense, and when Suffocation released "Effigy Of The Forgotten" they pretty much made the ultimate death metal record, so why try and improve on perfection?" Jason Mendonca on Terrorizer Magazine. Sante(?) parole. In effetti da "Choronzon" in poi, gli Akercocke hanno rinunciato a "migliorare la perfezione", migrando verso una personale rilettura del genere. Un'evoluzione che si è specchiata con una progressione qualitativa notevole, culminata con "Words That Go Unspoken, Deeds That Go Undone", un album in cui gli spunti progressive e psichedelici ci consegnavano una band in piena maturità artistica. A dispetto del mutevole approccio musicale, l'ossessione degli albionici per le tematiche blasfemo\sessuali non sono mai cambiate: temi trattati miscelando citazioni colte e humor nero, un'ironia che si coglie facilmente anche nell'abitudine del gruppo di presentarsi sempre (anche ai concerti) in giacca e cravatta. A due anni di distanza dal predecessore, "Antichrist" continua con gli inserti prog e le partiture acustiche, ma con un tocco più brutale, più estremo, con un accurato lavoro vocale dell'eclettico Jason Mendonca e innumerevoli salti verso il death\black degli albori (...e con David Gray alla batteria era un peccato non sfruttare questa "potenza di fuoco"). Le melodie simil-Opeth di "Axiom" e della evocativa "The Promise", le aperture gothic di "My Apterous Angel", le veloci sfuriate Death Metal di "Summon the Antichrist" e "Man Without Faith Or Trust", l'incedere tribale della strumentale "Distant Fires Reflect In The Eyes Of Satan", gli inserti elettronici di "The Dark Inside" sono solo alcune delle innumerevoli sfumature presenti in "Antichrist": senza ombra di dubbio un disco scritto da Musicisti, da riascoltare diverse volte, fino alla completa possessione. Oscuri alla maniera di Morbid Angel e Gorguts, due band che come gli Akercocke hanno virato verso la costruzione di un sound personale, una strada più difficoltosa ma allo stesso tempo più gratificante, anche per chi ascolta.

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