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HUGHES, GLENN: SOUL MOVER

data

25/03/2005
87


Genere: Hard Rock
Etichetta: Frontiers Records
Anno: 2005

Esite un ristretto gotha di artisti accomunati dalla caratteristica di non sbagliare mai, almeno musicalmente parlando. Glenn Hughes ne fa parte, anzi ne è forse l'elemento di spicco. Tanti album, tante bands, tanti generi diversi, e mai una caduta, mai un errore, mai un flop. Classe, un'enorme classe sprigionata in qualunque suo lavoro, perchè Glenn Hughes è la voce del Rock, è il Signore del Rock. Cantante unico al mondo, ottimo bassista, compositore geniale e grande animale da palco. Insomma, un artista completo, un artista VERO. "Soul Mover" è la sua ultima fatica, e non delude certo le aspettative. Il buon Glenn, oltre che dai fidi J. J. Marsh alle chitarre (strepitoso) e Ed Roth alle tastiere, sceglie di farsi accompagnare alla batteria nientemeno che da Chad Smith, eclettico drummer dei Red Hot Chili Peppers. E la scelta si rivela più che azzeccata, dato che Smith dimostra di essere uno dei migliori batteristi Funky-Rock al mondo. Tutto l'album si muove sui solidi terreni dell'Hard Rock, come testimonia la splendida title-track, posta all'inizio del cd. Ma Hughes lascia carta bianca alla sua fervida fantasia, e allora ecco spuntare delle percussioni sulla trascinante "She Moves Ghostly"; ancora tanto rock in "High Road", spazio al divertimento su "Orion", brano che diventerà un "must" in sede live, per poi rifiatare con la semi-ballad "Change Yourself". "Let It Go" è una canzone che vive sulle acrobazie vocali di Hughes, e che ci porta a "Dark Star", uno dei brani migliori grazie alla sua vena funky e all'incredibile prestazione di Smith dietro le pelli; prestazione che si ripete subito dopo con un altro pezzo eccezionale, "Land Of The Livin' (Wonderland)". L'ex bassista dei Deep Purple rallenta con la successiva "Isolation" (pazzesca la prova di Hughes), per poi esplodere nel rock dirompente di "Miss Little Insane", prima di chiudere il lavoro con "Last Mistake" e la lunga (ed emozionante) "Don't Let Me Bleed". Ce ne fossero di artisti così...

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