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JUDAS PRIEST: Defenders of the Faith

data

23/12/2010
95


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Columbia
Distro:
Anno: 1984

'Screaming For Vengeance' è un capolavoro. A detta di tutti. Impossibile raggiungerne gli stessi livelli. 'Defenders Of The Faith' è addirittura meglio. Almeno per alcuni. Forse non avrà il singolo ad effetto come "You've Got Another Thing Comin", oppure il lirismo di "Livin' After Midnight", ma ci sono tante, tante cosette da scoprire che alla fine si aprirà una curiosa diatriba. "Freewheel Burning" apre le danze e, oltre ad essere il primo singolo, è una batosta nei denti, up-tempo furioso con Halford urlante e la chitarra di Tipton decisamente incazzata; splendido l'assolo, forse per un pubblico più raffinato non è proprio l'apripista migliore, rimane comunque un ottimo biglietto da visita. "Jawbreaker" è altrettanto potente e mostra ancora l'enorme versatilità del singer albionico. "Rock Hard Ride Free" è l'apoteosi del disco. L'intro di Tipton e gli assoli incrociati con Downing, melodici e rtaffinati come non mai fanno sì che la voglia che sia l'intro che la parte centrale del pezzo non finiscano mai. L'inciso è epico e trascinante, forse un po' banalotto per i concetti espressi, rimane comunque un brano-capolavoro. Su "The Sentinel" la fa da padrone Downing, tirato, preciso up-tempo che nella sua rocciosità lascia ampi spazi alla melodia del cantato. "Love Bites" è la prima avvisaglia di quel che avverrà in futuro, è un totale esperimento con un suono di basso campionato e il refrain unico. "Some Heads Are Gonna Roll" è scritta da Bob Halligan che in 'Screaming' aveva già donato "(Take These) Chains". La qui presente è decisamente di altro livello, eccelsa nella struttura e nella complessità delle parti di chitarra, di gran presa l'inciso, un brano quasi perfetto. "Night Comes Down" è una ballad ad effetto un po' atipica per lo standard della band, molto sentita e ispirata la prestazione di Halford. "Heavy Duty" è un brano lentamente pesante, il meno riuscito dell'intero lotto, a tratti risultante noioso. Se rapportato al suo predecessore, il suono è più cupo e possente, in piena linea con le intenzioni della band, ci sono brani meno diretti e più complessi di qualsiasi precedente lavoro, un vero inno all'heavy metal e, forse, la migliore uscita dell'anno nel genere.

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