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LABYRINTH: Architecture Of A God

data

06/05/2017
82


Genere: Prog Metal, Power Metal
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2017

Dopo la pausa a tempo indeterminato che aveva fatto presagire il peggio riguardo le sorti di quella che a giusto titolo è considerata un pezzo di storia del prog metal nostrano, i Labyrinth riescono finalmente a dare un seguito a quel 'Return To Heaven Denied pt.2' che aveva suscitato ottimi consensi non solo tra gli addetti ai lavori. Tuttavia, questo lungo periodo di silenzo è stato ben sfruttato dai componenti portando avanti i vari progetti in cui sono coinvolti e ciò molto probabilmente è servito per arrivare a questo appuntamento nelle migliori condizioni di forma e d'ispirazione. La line up è un concentrato di tecnica ed esperienza con l'ingresso del fantasioso keyboard player Oleg Smirnoff e addirittura di John Macaluso dietro le pelli che si uniscono allo zoccolo duro composto da Tiranti alla voce e dalle chitarre gemelle Thorsen/Cantarelli. Il superbo lavoro di Simone Mularoni in fase di produzione, mai così nitida, si nota subito in partenza con la veloce "Bullets" aperta da un bel giro di tastiere con Tiranti che conferma ancora una volta quanto si possa essere espressivi senza dover ricorrere a forzature, difetto che ricorre con elevata frequenza nei singer d'estrazione power. Colpisce l'eleganza di "Still Alive" dove funzionano a meraviglia gli intrecci tra la chitarra solista di Thorsen e le onnipresenti tastiere mentre la title-track è ben rappresentativa dell'attuale corso dei Labyrinth con arrangiamenti davvero sopra le righe, partiture assai complesse ma mai cervellotiche sulle quali si inserisce con magniloquenza la cristallina voce, dalla bellezza quasi commovente nella melodica "A New Dream", traccia dai toni piuttosto malinconici. Più ritmata è "Someone Says", sicuramente uno dei brani più accessibili del lotto, ma ovviamente i Labyrinth non rinnegano il loro passato, difatti "Take On My Legacy" e "Stardust And Ashes" sono all'insegna di un power che converge verso il thrash (specie quest'ultima, esaltata da un drumming martellante in cui affiorano inaspetti squarci di affascinante melodia) dando così prova di notevole versatilità. Coraggiosa, ma azzeccata, la scelta di inserire la cover di "Children", famosissimo brano techno di Robert Miles rinvigorito da un riff nerboruto che ben si distingue nel bel mezzo di synth e campionamenti che si incastra in maniera pressochè perfetta nell'intelaiatura sonora (la band non è nuova a questi esperimenti, ricordiamoci di 'Feel' e 'Vertigo' presenti nei precedenti lavori). L'epilogo è magistrale con "Diamond", bellissima ballad molto pacata e prog-oriented dalle fattezze pinkfloydiane. Senza apparire particolarmente innovativo, 'Architecture Of A God' è un disco molto equilibrato, frutto del lavoro di squadra dove nessun strumento prevarica sull'altro ed è assolutamente rappresentativo di quello che sono i Labyrinth nel 2017, una band che non ha perso quell'ambizione e quella determinazione necessarie per recitare un ruolo da protagonisti della scena, mettendo in mostra un valore tecnico forse anche superiore a quanto espresso negli episodi passati.

 

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