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LORD 13: LORD 13

data

23/02/2008
80


Genere: Stoner
Etichetta: Metal Breed Records
Anno: 2006

La cosa che più mi riempie il cuore, nell'aprire il my space di questi Lord 13 è l'indicazione del genere suonato: rock / rock / rock. In un'era della gemmazione e della moltiplicazione incontrollata dei neogeneri musicali, sottogeneri stagionali, e dell'irrefrenabile voglia di innalzare nuove bandiere sempre più insignificanti, c'è chi ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, e di suonare un disco rock con le giuste palle che ci vogliono per farlo; e senza con questo l'intenzione di sfociare nella facile retorica regressista, ma con la semplice voglia di dare voce a una band che sarà irrimediabilmente taciuta e offuscata nel niente delle mode e dei vezzi musicali, ma che almeno io ascolterò con estremo piacere, e spero anche voi. Nelle terre Greche prende vita, vulcanica, la musica dei Lord 13, ben rappresentata nella suggestiva cover, che suggerisce il calore di questi suoni, la loro magmatica consistenza, la loro testarda e coraggiosa rivolta mediterranea contro il trend. C'è l'Hard Rock, c'è la Psichedelia più pesante, ben sintetizzata e solidificata in sassate dolorosissime, c'è tutta la storia dello Stoner, che modernizza ed estremizza quei suoni, e a tal proposito è difficile evitare il ricordo degli immensi connazionali Nightstalker (purtroppo, ignorati dalle masse). Non si tratta di cloni dei Kyuss, dei quali pur c'è l'ombra un po ovunque, specie nelle carezze eloiche di "Mescalito", piccola perla dalle sfumature che sono un po Sky Valley, un po esotiche, come nell'esemplare "Nitro" e un po sudiste, specie nel cantato. Se poi prendiamo i Motorhead in una salsa acida ovattata e straniante, otteniamo "Bleed The Sun", che sa anche un po di hard rock anni 90, se invece piacciono le cose più asciutte, sempre sulla scia Motorheadiana meglio dirigersi verso la secca e nevrotica "Bitter Story", con quel basso che scalcita, letteralmente. L'intensità dei momenti di maggior trasporto si scontra con le stridenti rincorse gitane a tutto gas di "Full Speed Ahead" e "Promised Land", dove non si perde nemmeno un secondo per assoli in search of... Jimi Hendrix, degne dei migliori Fu Manchu e Nebula, solo con un'indole più heavy, che facilmente si disfa nelle maglie acustiche di "Bad Water Booze" che profuma di campagne del sud.

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