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SHINING LINE: Shining Line

data

24/10/2016
82


Genere: Melodic Hard Rock
Etichetta: Street Symphonies
Distro:
Anno: 2010-2016

Il lavoro in esame è di quelli che stupiscono al primo ascolto, e di quelli che continuano a stupire dopo. Ancora oggi, a sei anni dall'uscita tramite la sventurata Avenue of Allies. 'Shining Line' ora risplende finalmente di nuovo grazie all'interesse della nostrana Street Symphonies che lo ristampa con artwork di copertina aggiornato, e con l'aggiunta di una bonus track - "This Is Our Life". Per chi fosse ancora all'oscuro dell'esistenza di questo disco, stiamo parlando del primo AOR All Star Project di matrice italiana, partorito dal sodalizio artistico tra Pierpaolo Monti (anche Charming Grace, Room Experience) ed Amos Monti i quali, è proprio il caso di dirlo, al tempo trasformarono un sogno in realtà: scrivere dei pezzi propri e farli poi cantare dai loro idoli. Entrando subito nel merito, considerato che la prima fase del ciclo vitale del progetto si sviluppò praticamente in silenzio, se non finito sulla bocca di qualche conoscente tramite confidenze personali, mentre ora a conti fatti spopola ovunque grazie a recensioni entusiastiche, grazie all'interesse costante degli addetti ai lavori, e soprattutto grazie ai responsi assai positivi da parte degli appassionati, capirete fin da subito che il voto finale in chiusura di recensione ha un suo perchè. Più di un perchè: sostanza, qualità, passione. Proprio quest'ultima è la fonte da cui gli Shining Line attingono prima idealmente, nella mente, nel cuore, per prendere forma poi in concreto, giorno dopo giorno, mese dopo mese, con esborsi di denaro e tempo e sacrifici che solo la smisurata passione cui sopra giustifica. E giusto perchè i sogni assumano quanto più possibile sembianze reali, allora ecco una carrellata invidiabile di ospiti che si presta al progetto con determinazione e professionalità tanto da rendere gli Shining Line quasi una formazione che suona da sempre insieme. Qualche nome? Spulciate la track list per tutte le info: c'è da leccarsi, ehm, le orecchie. Qualche brano in particolare da menzionare? Tutti e nessuno, perche se è vero che un paio di tracce viaggiano su standard qualitativi più bassi rispetto al resto, è pur vero che ci troviamo davanti ad un livello medio talmente alto che quei brani serbano un potenziale emotivo pari solo a quello di band dal monicker altisonante. Certo che "Heat Of The Light", grazie anche alla prova strabiliante di Robin Beck, potrebbe emergere dal resto ed assicurarsi la palma quale miglior brano, così come "Amy" (poteva mai mancare in un disco del genere un brano intitolato con il nome di una donna? - o "Follow The Stars", ma trattasi di sottigliezze a fronte di un corpo uniforme composto da sentimento e bravura seconde solo a pochi. La passione, però, e ritorno sull'argomento, non è seconda a nessuna. Conoscendo personalmente Pierpaolo da tanti anni credo di poterlo affermare liberamente, con sincerità: l'amore smisurato che nutre per la musica, per la scena AOR, per l'hard rock si è riversato totalmente nel progetto, ed il risulato da come si capisce è straodinario. Inoltre, a rendere 'Shining Line' un disco di valore ci sono anche la completa devozione di Amos alla causa, il quale con Pierpaolo forma una sezione ritmica precisa e compatta, ed il talento e l'esperienza di Alessandro Del Vecchio che contribuiscono a mettere le ali ad un'opera di melodic hard rock coi fiocchi, la coccarda e le mostrine da primi della classe. Se proprio dovessi muovere un appunto, spenderei qualche parola per l'artwork, un po' troppo "artificioso", freddo (anche il ritocco della ristampa non cambia il risultato), che se rende bene l'idea di cosa vorrebbe dire relazionato al monicker, non trasmette, non rispecchia a pieno il calore che sprigiona sul piano musicale. Contorno, comunque, solo contorno. La sostanza è tutta nelle canzoni e nelle interpretazioni, eleganti ed elettriche, quindi di classe e di sudore; nelle melodie che ti si piantano nella testa, nei vocalizzi, nei chorus che ti riempiono i polmoni, negli arrangiamenti maniacali che in più di un'occasione fanno la differenza. Non ultimo, un raro caso per un disco di AOR/hard melodico, un brano come "Under Silent Walls" diviso in tre parti, una suite coraggiosa, ma che merita rispetto, quasi dal sapore progressive e che potrebbe far storcere il naso a più di qualche intransigente aormaniac con paraocchi. Un vero e proprio gioiellino, quindi, come si usava dire un tempo, locuzione assai cara agli affezionati della scena in oggetto che per l'evento possiamo beatamente rispolverare senza alcun timore di apparire nè retorici, nè banali. Qui si fa sul serio, gente, e questo è stato solo l'inizio...

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