SIX FEET UNDER: Killing For Revenge
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10/05/2024‘Killing For Revenge’ è un album brutale, come da lunga tradizione, degli inossidabili Six Feet Under, a circa quattro anni dal precedente ‘Nightmares Of the Decomposed’. Chris Barnes è l’unico membro originale della band, che ha comunque raggiunto una sua stabilità di formazione da oltre dieci anni. Vi è però l’apporto caustico del chitarrista neo entrato, da qualche anno ormai, Jack Owen, con un curriculum che annovera molti dischi con i Cannibal Corpse e i Deicide. Il disco è di notevole impatto, mediamente tiratissimo, ma ricco di rallentamenti improvvisi e ripartenze micidiali; Barnes non ha perso la forza del suo growl cavernicolo e questo rende il disco assai marcio. Il disco ruota attorno al tema della vendetta, sia riguardo all’essere umano, sia riguardo alla natura; si pensi ad esempio alla corrosiva “Bestial Savagery”, vagamente slayerana nei riff. Molto interessante è pure “When The Moon Goes Down In Blood”, fatta di mid tempo ficcanti e incessanti, vere lame affilatissime che penetrano nella carne viva dell’ascoltatore. “Hostility Against Mankind” risulta invece piuttosto lenta, ma il growl di Barnes scongiura fortunatamente l’emergere di qualche venatura Nu Metal che pervade il brano. Degna di nota è la conclusiva “Hair Of The Dog”, dei seminali Nazareth con cui i Six Feet Under c’entrano poco. Ne è uscita una versione abbastanza fedele, ma ovviamente con la differenza della voce di Barnes rispetto al cantante dei Nazareth, dotato di una ugola assimilabile a quella di Brian Johnson. Poi sentire suonare il campanaccio nel death metal fa davvero strano. Insomma, questo nuovo disco è il ritorno gradito di una band dotata di un muro sonoro compatto e devastante, meno ordinario rispetto ai loro parenti stretti Cannibal Corpse, anche se anche qui, dopo diversi anni, qualche segno di stanchezza si sente.
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