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DOKKEN: The Elektra Albums 1983 - 1987

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Finalmente i primi quattro album che resero i Dokken una delle più affermate rock band del globo terracqueo sono resi disponibili dalla BMG sotto forma di cofanetto speciale, offerto in formato di 4 CD o 5 LP (in versione 180 gr). Tutti i dischi in questione presentano la classica formazione a quattro composta da Don Dokken (voce), George Lynch (chitarra), Jeff Pilson (basso) e “Wild” Mick Brown (batteria) con una nuova masterizzazione ad opera di Andy Pearce (Black Sabbath, Motorhead, giusto per citarne un paio...). I Dokken sono uno di quei rarissimi casi in cui la band rischia di “disintegrarsi” ancor prima di raggiungere il successo. È storia ben nota, difatti, che l’ostilità fra i due ego principali (Dokken/Lynch) abbia prodotto, in seno al gruppo, un continuo turbamento che fu sì capace di generare almeno quattro dischi memorabili, ma al contempo minò severamente la stabilità della line-up storica fino a decretarne una precoce fine. Detto ciò, i quattro americani saranno capaci di ergersi a nome di riferimento per quello che in Italia verrà definito “class metal”, sorta di connubio fra melodie catchy ed eleganti con roventi partiture di chitarra. Già il debutto 'Breaking The Chains' (edito in Europa con il titolo Breakin' the Chains dalla francese Carrere nel 1981 e poi “riesumato” nella edizione americana del 1983 dalla Elektra), presenta buona parte del classico trademark dokkeniano, qui espresso attraverso il rifferama tecnico del funambolico George e le squillanti vocals di Don (dove si può percepire qualcosa dello stile vocale di Klaus Meine a causa del produttore degli Scorpions, Dieter Dierks, e del fatto che Don cantò in alcune demo di 'Blackout' per sostituire Klaus alle prese con seri problemi alle corde vocali). Trattasi comunque di un esordio, e come tale presta il fianco a qualche critica in termini di songwrinting e di suono, ma non difetta affatto di personalità e di buone/ottime canzoni quali ad esempio la cromata titletrack, l'infuocata (non solo nel titolo) "Paris Is Burning", le prepotenti "Nightrider" e "Stick To Your Guns", nonché la melodica e tagliente "In The Middle", senza scordare la fascinosa "Felony". È con l’album successivo, 'Tooth and Nails', che il Dokken sound esplode nella sua interezza a partire dal treno impazzito della titletrack, proseguendo per i primi due singoli, la suadente “Just Got Lucky” e la metallica “Into The Fire”, dal riff acuminato e dal coro trascinante, fino a giungere all'iconica e vitaminica "Turn On The action", passando per la ballad “Alone Again", dall'atmosfera decadente e melodrammatica e capace di conquistarsi una heavy rotation su tutte le televisioni musicali dell'epoca.

La tetralogia di capolavori si completerà coi best sellers 'Under Lock and Key' e 'Back For The attack'. Il primo, sotto la supervisione di Neil Kernon e Wagener, lancia definitivamente i Dokken nella stratosfera dei grandi dell’hard di qualità in virtù di pezzi quali il super singolo “In My Dreams” (dal ritornello fin troppo melenso, ma dal bridge stratosferico), e le affilatissime “Unchain The Night”, “The Hunter”, “Lightnin' Strikes Again” e “It’s Not Love”, fino a giungere alle luccicanti melodie di "Will The Sun Rise"; ma non si butta via niente, sia ben chiaro! Parimenti, nel secondo masterpiece (ancor più contaddistinto dall'ispiratissima chitarra di Lynch) spiccano la galoppante “Kiss Of Death” (brano il cui testo tratta dell’AIDS), la spigolosa “Standing In The Shadows”, il singolo “Dream Warriors” (pubblicato come EP per la colonna sonora di Nightmare III) e il bellissimo strumentale “Mr Scary”, torrenziale e funambolica prova d'intenti del chitarrista americano; ma anche in questo caso c'è ben poco che possa essere considerato sottotono, vedasi pezzi quali "Prisoner", "Night By Night" o "Cry Of The Gipsy". Nel  1988 i Dokken si imbarcheranno (di fatto da separati in casa) nel mastodontico Monsters Of Rock tour in compagnia di Scorpions, Van Halen, Metallica e Kingdom Come, ma già all’uscita del Live 'Beast From the East' (altro pezzo pregiatissimo della discografia del quartetto a stelle e strisce) il gruppo è tornato ad essere quello per cui era stato pensato fin dall’inizio: il progetto solista di Don Dokken...

P 2022 BMG

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