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LENTO

Da cover band dei Nirvana a trio rock con spennellate irregolari di noise: I Nhenia aprono il concerto dei Lento, lo fanno sorprendendoci, e non poco. Per quanto ci riguarda abbiamo ascoltato anche il loro debutto, e a quanto pare sembra quasi di trovarsi davanti una live-band (troppo presto per dirlo ma le carte in tavola ci sono tutte per ora), che in studio propone sonorità rock standard aperte anche alla melodia più easy, mentre sul palco riescono a spezzare ogni accenno di questa melodia rinvigorendolo con ritmi nervosi, figli dei primi Marlene Kuntz. Otto i brani in scaletta, godibili, senza intoppi: band affiatata e giovane, ove quindi il raggio di miglioramento si farà ampio, ce lo sentiamo. Abbiamo grandi possibilità di poter vedere il trio crescere sempre di più e gli auguriamo il meglio. Un quarto d'ora di cambio palco e sistemazione della strumentazione, e il quintetto comincia subito a infliggere uno dei colpi brutali della loro discografia. Dall'ultimo album estraggono la titletrack, la estraggono dalle proprie viscere per renderci partecipe di un rituale. Lo fanno trasponendo la loro rabbia con i riff dissonanti del finale, e gli stacchi sempre precisi di Federico alla batteria. Nel corso della serata ognuno di essi si è dimostrato in gran forma, ma veder suonare Federico è un piacere. La devastazione totale di brani come "Hymen", i vari feedback e interludi (a opera di Paolo) tra una manciata di composizioni e le altre, ma soprattutto la brutale "Death Must Be The Place" (ancora più bella dal vivo), rappresentano assieme ai cambi di tempo volgari e violenti di "A Necessary Leap", l'anima più imprevedibile dei Lento. Laddove pensiamo che i nostri facciano il loro mero lavoro di riproposizione dei brani in studio, interviene l'ondata malefica delle chitarre di Donato e Lorenzo, sempre desiderose di farci del male, pronte a beccarci nel momento di distrazione per colpirci in pieno viso. Sono queste le sensazioni che ci danno: sensazioni che sin dagli esordi sembravano essersi fossilizzate entro un sound che da lì a poco avrebbe trovato terreno sterile. Invece, dopo un anno, esce 'Anxiety, Despair & Languish', e questi pazzi scatenati tirano fuori un disco che dal vivo li tramuta in bestie. Dal vivo gli attacchi quasi prog di "My Utmost For His Highest" rappresentano una loro delle numerose facce. Nel set non troviamo un momento di pace, si respira solo con "Blackness", malinconica e struggente strumentale. Immancabili nella seconda metà del set la doppietta tratta da 'Earthen', ovvero "Hadrons" dagli iniziali toni epici, e "Need", dal continuo impennarsi malato e visionario. Visionario come tutto il mondo che appartiene a questo quintetto. Nessuna parola, solo musica eseguita con una precisione magistrale, e via a casa, con i feedback maligni che ancora ci offuscano la mente.



NHENIA SETLIST: Maiali Favola Dell'Ascesi Sei Stato Nominato Imbalsamati Cytherea Acrylica Contatto Dallo Stomaco LENTO SETLIST: Anxiety, Despair & Languish Hymen -interlude Paolo- Glorification Of The Chosen One Least Death Must Be The Place -Interlude Donato- Icon A Necessary Leap -Feedback- Hadrons Need -Interlude Sample Lorenzo- Blackness Hymn My Utmost For His Highest

MANY DESKTOP PUBLISHING PACKAGES AND WEB PAGE EDITORS NOW USE Reviewed by Admin on Jan 6 . L'Amourita serves up traditional wood-fired Neapolitan-style pizza, brought to your table promptly and without fuss. An ideal neighborhood pizza joint. Rating: 4.5

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