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CULT OF LUNA

Il 24 aprile 2013 attraverso il Traffic di Roma si è aperta una corsia preferenziale direttamente sugli abissi del postcore, celebrati dalle dilatazioni dei Cult Of Luna e dalle sperimentazioni progressive dei The Ocean. Arriviamo al locale dopo 15 minuti circa dall'inizio del set dei The Ocean, ci ritroviamo nel bel mezzo di suoni si ponderosi, ma molto progressivi, con strutture che riescono ad imbracciare diverse vie di fuga dalla pesantezza tipica del postcore, grazie anche ad un cantante molto presente nello sviluppo dei brani ma attento a non superare mai la soglia dello sproloquio fastidioso o del logorroico. Divagazioni alla Pearl Jam lasciano spiazzati e contemporaneamente affascinano per la pertinenza col tessuto sonoro retrostante, ma questi sono solo degli spaccati perchè subito dopo la band torna a pestare come i dannati non lesinando stranezze sperimentali poco decifrabili. Tra un brano e l'altro sale sul palco un energumeno (probabilmente il cantante dei Lo, band che ha aperto la kermesse) che invitava il pubblico (numeroso), ad avvicinarsi al palco sulle note della traccia più vicina al sound dei Neurosis, ma inspiegabilmente il setting dei suoni si perde talmente tanto che suoni aspri e taglienti rendono il risultato poco godibile; in chiusura di set (per ragioni di scaletta non ci saranno bis) rallentamenti doomcore con tastiere siderali scandiscono una lenta discesa nella follia umana. Due facce della stessa medaglia. I Cult Of Luna vengono annunciati dall'intro del loro ultimo lavoro, quel 'Vertikal' che su queste stesse pagine abbiamo avuto il piacere di decantarne le lodi per la capacità di utilizzare nel postcore atmosfere psichedeliche, kraut rock e il vocoder alla voce con eccezionali risultati. Tre chitarre, basso, due batterie, tastiere, ci si aspetterebbe un wall of sound imponente, invece grazie alle divagazioni accennate sopra, si segna una netta linea di demarcazione tra i vecchi Cult Of Luna e gli attuali più orientati alla costruzione che alla devastazione. Buona parte del set è tratto da 'Vertikal' con quegli ondeggiamenti tra i generi testè accennati, le uniche digressioni sono state "Finland" da 'Somewhere Along The Highway' con quell'uso di tastiere a mo di suoneria di cellulare, e "Owlwood" da 'Eternal Kingdom' inframmezzati da nenie sonnacchiose come "Passing Through" (Time is passing me by). Dopo scartavetramenti vari si arriva dopo un'ora esatta di set alla fine del concerto con una sensazione di incompiutezza, come se fosse mancato qualcosa per renderlo indimenticabile; probabilmente abbiamo sentito la mancanza dell'onda d'urto che ci ha investito in occasione dei loro live visti in passato. 1. The One 2. I: The Weapon 3. Ghost Trail 4. Finland 5. Vicarious Redemption 6. Owlwood 7. Passing Through 8. Disharmonia 9. In Awe Of

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