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NEUROSIS

La grande festa di Radio Onda d’Urto dell'11 agosto scorso arriva alla sua venticinquesima edizione e festeggia, tra i vari concerti in programma, accogliendo l’anniversario dei grandissimi Neurosis. La festa agli occhi funge da Festa dell’Unità alla matrice bolognese, una festa che lascia spazio alla multietnicità, dove non mancano i sapori di casa come salsiccia e polenta, con ottima birra ad un prezzo contenutissimo. L’area concerti è immensa, sono poco più le 21.30 e si stanno esibendo il duo dei Bachi di Pietra, act catartico di rock-blues dal retrogusto ruvido e sperimentale ancorato dal 2004 su tematiche che vertono sul malessere interiore frutto della società attuale, ma anche ad un risvolto della medaglia con ritmi calzanti, più metal, a tratti giocosi come il recente Ep 'Habemus Baco e Necroide', uscito nel 2015, che consolidano a piene mani il processo evolutivo della loro proposta. Poco più delle 22.00 ecco salire sul palco di questa bella Festa i Neurosis, gruppo che possiamo annoverare tra i più grandi sperimentatori e pionieri della scena estrema, con questa unica data nel nostro paese celebrano i 30 anni di onorata carriera forgiando un set speciale per l’occasione che ripercorre tutto il loro lungo percorso musicale spulciando pezzi tratti sin dai primi anni 90.

I nostri aprono il concerto con “Time of Grace”, la title-track dell’omonimo full lenght, ovvero l’ultima canzone dell’album uscito nel 1999 tramite Relapse Record, che porta il fardello morale del tramonto del secolo scorso, ma fa da alba a questo concerto. “I segreti delle stelle vengono nascosti dal grigio, e quando il grigio svanirà, le stelle cesseranno di brillare”, i cinque di Oakland ci massacrano con la loro inquietudine, siamo avvolti in un atmosfera sludge e doom, la presa è solenne e da pelle d’oca!

Siamo solo all’inizio! L’impatto risulta devastante, non hanno bisogno di scenografie particolari, ma utilizzano un potente set luci che ne esalta l’eleganza disarmante, elevano così un muro di suono potente e la voce graffiante e calda di Scott Kelly incornicia sapientemente questo quadro d’arte estrema.

Ci catapultiamo nel 2007 con “Given to the Rising”, anche questa title-track del disco via Neurot Recordings, ove è sempre più delineato il preludio ad un futuro nero, il difetto fatale dell’uomo ci porterà alla fine. Le tematiche dei Neurosis sono sovente incentrate sull’egoisticità umana e la sua ineluttabile alienazione. “Bending Lights”, traccia che i californiani ci regalano dal loro ultimo lavoro discografico 'Fires Within Fires' in uscita questo mese sempre via Neurot Recordings, è un pezzo sludge di grande impatto con
miscellanee di basso oscure e stridenti di Dave Edwardson, per poi mutare in “Lost” traccia tratta da 'Enemy of the Sun', un ulteriore tuffo nel passato.

Questo disco fu tralaltro in vendita all’epoca solo in vinile, qui si sentono le contaminazioni e le sperimentazioni groove del periodo, schegge di industrial marziano e acida corrosione. Un’altra immersione nell’annichilimento in 'Given to the Rising' del 2007 con il brano "Distill (Watching the Swarm)" per riemergere con “Takeahnase”, traccia estratta da 'Souls at Zero' del 1992: “siamo spazzatura umana, il sangue deve scorrere…”, inconfondibile la scuola dove i grandi Tool hanno attinto soprattutto con 'Aenima', progressioni di ritmi incalzanti, chitarre distorte altalenati a riff dissonanti oscuri e catartici. “Dormiremo senza sogni stanotte..” così evoca “Casting of the Ages”, pezzone doom a riff lenti e malevoli che mutano in cadenzati con "Locust Star", rimpolpando l’attenzione del pubblico devastandolo di vocalizzi sofferenti e latenti: “le stelle regnano su di noi!”. Altro nuovo pezzo proposto dalla band del nuovo album, si tratta di “Brocken Ground”, un momento in cui Scott e Steve cantano insieme, momenti delicati che si capovolgono in rockeggiamenti tenebrosi a preludere un disco che saprà mantenere incontaminato il loro sound di ineguagliabile talento artistico. Siamo già alla conclusione di questo maestoso concerto, “At the Well” è la penultima canzone del set, brano tratto da 'Honor Found in Decay', e qui “la rabbia fiorirà in ferrò, cieca come un verme nella terra…”. Ammaliante la voce di Scott Kelly, prima di incedere in un lungo lamento che ci accompagna inesorabile verso la fine ben esasperata da una tessitura di percussioni di Jason Roeder, ed un velato arrangiamento stile prog anni '70. I rintocchi delle campane funebri di “Stones from the sky” ci accompagnano verso il finale, “grace, fall into us, all through the night!”, la perdizione e l’estasi del vuoto cosmico si intrecciano in una lunga sequenza strumentale volta a preghiera, militando la deflagrazione silente della terra innanzi ad un sole che muore nel nostro subconscio.

Setlist:
Times of Grace
Given to the Rising
Bending Light
Lost
Distill (Watching the Swarm)
Takeahnase
Casting of the Ages
Locust Star
Broken Ground
At the Well
Stones from the sky

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