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SHORES OF NULL

‌In tempi di covid ritrovarsi ad un concerto metal in un club pieno per i 4/5 della capienza è una straripante vittoria. Il merito è tutto delle due band romane che hanno condiviso il palco (chiedo venia agli Inno che non troveranno copertura in questo report a causa di un contrattempo che non mi ha permesso di vedere il loro show). Anche se “Beyond The Shores (On Death and Dying)” è stato pubblicato un anno fa, gli Shores Of Null hanno officiato una sorta di release party con la proiezione del relativo video (assimilabile più ad un minifilm girato tra l'appennino abruzzese ed il Castello di Sammezzano situato in provincia di Firenze, un funerale in slow motion rigorosamente in bianco e nero), cioè un concept album di 38 minuti senza interruzioni.

L'intro del live ha un incedere di matrice Moonspell ammantato da un violino à la My Dying Bride prima di virare verso una breve accelerata in chiave Doom/Death per poi tornare su velocità moviolistiche di stampo funeral doom nelle quali ha spiccato la presenza di Elisabetta Marchetti (vocalist degli Inno, ex Stormlord) che ha affiancato la voce possente ed evocativa di Davide Straccione, tirando a mente sonorità a là Theatre Of Tragedy e trasportandoci verso il finale con il ritornello più rappresentativo del periodo che stiamo vivendo: “Life Is At War with Us”. Dopo la fine del film/concerto la band è tornata sul palco con ‘Kings Of Null’ estratto dal lavoro d'esordio “Quiescence”, con ‘Donau’ e ‘House Of Cries’ da “Black Drapes For Tomorrow” ed ogni brano accompagnato dal relativo video, praticamente un tutto in famiglia dato che Sanda Movies (management che realizza i loro video) è di proprietà di Martina McLean moglie del chitarrista Gabbo.

Prima del concerto ho avuto modo di apprezzare le splendido video che accompagna il loro ultimo lavoro; la sostanziale differenza tra la fruizione del video e quella del concerto è che il dolore è un esperienza personale ed in quanto tale va vissuta intimamente, come quando ad un funerale si è accompagnati da tanta gente ma in realtà si è soli perchè tutto ciò che ci gira intorno è impalpabile come se fossimo anestetizzati dalla sofferenza. Così il connubio inscindibile tra musica ed immagini sono un esperienza che va vissuta privatamente nel buio della propria stanza per permettere la catarsi dal dolore. In questo caso specifico, assolutamente non per demerito della band, il concerto e la condivisione non sortiscono l'effetto che provoca la solitudine, cioè lo struggimento.

Si ringrazia il Traffic Club e Benedetta Gaiani per la gentile concessione delle foto.

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