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ANATHEMA: ETERNITY

data

25/02/2005
79


Genere: atmosferic metal
Etichetta: Peaceville
Anno: 1996

Dopo un album dai pareri contrastanti come 'The Silent Enigma', che aveva fatto un po' da spartiacque fra le produzioni prettamente DOOM del gruppo inglese e la "nuova" visione della musica, eccoci a parlare di 'Eternity'. Impressioni a freddo: già l'abbandono del singer originale Darren White era stata un brutto colpo per il sottoscritto, così affezionato ai suoi grunts e lamenti, ma in occasione del disco precedente, la "supplenza" alla voce da parte del chitarrista Vincent Cavanagh aveva tutto sommato retto più che bene; questa volta il feeling aggressivo che il buon Vinnie aveva mostrato nelle parti cantate è stato abbandonato per lasciare spazio ad un cantato molto profondo ed evocativo, ma poco incline all'aggressività. Sarà stato un bene oppure un male? Viste le sonorità medie su cui viaggia l'album, (ossia molto malinconiche e melodiche allo stesso tempo, prendasi "Angelica" per esempio) questa scelta è stata intelligente. Anche in questa occasione compare una female vocalist (Michelle Richfield dei Dominion) che offre il suo contributo su "Sentient", la traccia d'apertura del disco. Si diceva che 'Eternity' suona abbastanza differente da 'The Silent Enigma'. Per essere più precisi, questa volta il gruppo di Liverpool ha puntato di più sulle melodie, che sono sempre state il punto di forza del gruppo, e le ha valorizzate al meglio, complice anche un uso minimo di distorsione e le melodic vocals, come si diceva poc'anzi. A livello di testi e tematiche affrontate, siamo invece sempre sugli stessi livelli (alti) di sempre: trattasi di testi il più delle volte ancorati a situazioni di vita negative e senza bagliori di luce, tutte cose che il gruppo ha già ampliamente trattato sin dagli albori della propria carriera... ma anche se il succo è rimasto lo stesso, la forma con la quale sono presentate è cambiata, e parecchio. La maggiore maturità artistica del gruppo ha fatto si che musica e testi si fondessero in un tutt'uno dinamico e piacevolmente melodico (l'outro strumentale "Ascension"). L'unica cosa che mi ha dato un po' fastidio, riguarda la produzione. Lontano dal potersi permettere di definire 'Eternity' un album registrato in maniera poco professionale, ho notato che nelle parti ultra melodiche la voce di Vincent è quasi sempre lasciata da sola, nel senso che gli altri strumenti sono stati messi (volontariamente o non, comunque non lo sapremo mai) in secondo piano. Per il resto, sebbene abbia sempre privilegiato le produzioni con Darren White alla voce, considero 'Eternity' un album che sebbene non si possa definire metal al 100%, apre le porte a innumerevoli influenze, (non a caso è presente la cover dei Pink Floyd, "Hope"). Per finire un applauso particolare all'altro Cavanagh presente in line-up: Daniel. I suoi assoli ed in generale tutte le sue parti di chitarra sono qualitativamente eccellenti, ben ambientate col contesto che la canzone sta assumendo, un vero e proprio maestro!

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