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BLUE OYSTER CULT: Curse Of The Hidden Mirror

data

12/06/2020
S.V.


Genere: Hard Rock
Etichetta: Frontiers Music Srl
Distro:
Anno: 2001-2020

Il quattordicesimo disco dei giganti dell'hard rock Blue Oyster Cult viene finalmente ristampato da Frontiers Records a 19 anni dalla sua uscita sul mercato. Quel che appare subito chiaro dalle prime tracce ascoltate è che i riferimenti al classic metal degli eighties, che abbondavano nella precedente opera in studio 'Heaven Forbid', sono completamente spariti, lasciando nuovamente spazio alle tipiche sonorità anni '70, che la band padroneggia con maestria, mescolate però in alcuni pezzi ad un modern rock maggiormente contemporaneo, cercando di dimostrare che uno stile consolidato e con più di 40 anni sulle spalle ha ancora qualcosa da dire, e non solo ai nostalgici. Missione compiuta, quindi? Quasi del tutto, potremmo dire. Alcune canzoni, mostrando una formula semplice e collaudata, sono infatti molto riuscite (il rock maturo e blueseggiante di "Showtime", l'energica "The Old Gods Return", o la possente "Eye Of The Hurricane"), al netto di una produzione (a cura dello stesso Donald “Buck Dharma” Roeser) spesso inadeguata, "nostalgica" e priva di mordente. Altre tracce risultano invece dei discreti numeri di "stile" molto meno esaltanti, come la potente, ma poco ispirata "One Step Ahead Of The Devil", la flaccida "I Just Like To Be Bad", che sembra fare il verso a certo sbilenco brit-pop, o la ripetitiva "Here Comes That Feeling". La classe non è acqua, però, e il "pedigree" dei fuoriclasse si manifesta in maniera evidente in molti particolari dell'album, soprattutto a livello di "finezze" strumentali, col risultato che anche le tracce meno brillanti risultino comunque godibili. Tenendo conto delle molte primavere che la band porta sulle spalle, ancora oggi "Curse Of The Hidden Mirror" resta indubbiamente un buon disco!

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