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DISMEMBER: MASSIVE KILLING CAPACITY

data

15/09/2007
80 + 65


Genere: Swedish Death
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 1995

Ritorno alle scene per uno dei gruppi più rappresentativi della scena death di Gothemborg. Con questo album, i Dismember hanno intrapreso una svolta diventata poi comune a quasi tutti i swedeathster, in quel periodo, cioè una svolta più lenta, melodica, moderata. Il suond qui è diventato meno aggressivo, con maggiori spunti melodici, e con una cupezza di fondo, i 'tratti somatici' non sono mutati, i riff risentono sempre delle influenze della scuola svedese ma l'aspetto melodico si è molto ampliato in questa sede, facendo registrare un notevole miglioramento. Ma come detto prima, è la cupezza e l'aura 'triste' che circonda quest'album a rappresentare una novità. I riff qui sono semplici, lineari, diretti, come vuole la tradizione svedese, ma carichi di una polverosità e una cupa lentezza quasi da doom metal. Il drumming, ovviamente, si è molto rallentato in confronto ai lavori precedenti e dobbiamo registrare una certa "lacunosità" in questo senso, visto che il signor Estby non sembra molto ispirato in questo album. Ottima prestazione dall'inossidabile vocalist Matti Karski. Pregevole il lavoro solistico, molto melodico e con un certo orientamento NWOBHM. Si registrano momenti intensi, come la splendida strumentale "Nenia", e momenti 'bassi', come la breve e monolitica opener "I Saw The Die". Insomma, un album che potrebbe non piacere agli amanti delle sonorità estreme, ma che rappresenta un importante passaggio di una band che ha posto col proprio scalpello, in quell'enorme blocco di marmo che è il death svedese, anche le proprie rifiniture.

A cura di Francesco la Tegola - Voto 80

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Scrivo Dismember e aggiungo subito una considerazione sulla band svedese: sono stati insieme ai conterranei Entombed gli ideatori ed i creatori di quel suono Death Metal "Crushing" che ha deliziato il mio apparato uditivo (rovinandolo in buona parte) nei primi anni novanta. Un suono di chitarre sulfureo, ribassato, crushing (appunto) e distruttivo che ha contraddistinto i loro primi due dischi, ovvero 'Like an Ever Flowing Stream' e 'Indecent & Obscene'. Ma lasciamo da parte questi due autentici pilastri portanti del Death Metal scandinavo perchè oggi voglio occuparmi del fatidico terzo lavoro dei Dismember, uscito per la Nuclear Blast nell'autunno del 1995; quel 'Massive Killing Capacity' che per me rimane il capitolo discografico meno riuscito dei cinque ragazzi di Stoccolma. Un lavoro interlocutorio dove cercano di allargare il campo d'azione, inglobando parti musicali molto più controllate rispetto ai terremotanti esordi; riuscendoci solo in parte. Le negatività partono già dalla copertina, con quel robot stile Grande Mazinga che è solo una grandissima "tamarrata". Si prosegue con una produzione fin troppo levigata, pulita; tutto suona preciso, senza imperfezioni ed è per me un male perchè il Death Metal deve essere innanzitutto "sporcizia sonora" da far tremare i muri delle case. E ciò avviene molto di rado in questo disco. Ad onor del vero non mancano i passaggi violentissimi dove i Dismember finalmente si ricordano di essere dei maestri in questa esibizione di pura forza: la title track, le furibonde e lancinanti note suonate ad una velocità sbalorditiva di "On Frozen Fields", l'altrettanto barbara e bastarda "Wardead. Tutti pezzi che non superano i tre minuti di durata e che sono oro colato per chi predilige questi suoni così spaccaossa. Senza dimenticare la delirante fiammata finale di "Life - Another Shape of Sorrow". Purtroppo le note positive del disco qui finiscono perchè in quasi tutti i restanti brani il quintetto suona svogliato, senza troppo impegnarsi, senza rischiare nulla. Mid tempo che non sanno ne di carne ne di pesce e che mi hanno fatto irritare non poco al momento dei primi ascolti; ed il mio giudizio negativo è rimasto tale in tutti questi anni. Sono estremamente impulsivo e selettivo nei miei ascolti: un disco deve piacermi da subito altrimenti molto difficilmente cambierò idea in merito. Nel bene e nel male. Il punto più basso del lavoro viene toccato in 'Collection by Blood' dove suonano come una versione ipervitaminizzata degli Iron Maiden: e non è per nulla piacevole. Pollice verso. Torneranno con il successivo disco, titolato in profetica maniera 'Death Metal', a suoni molto più grezzi e famelici con una produzione sporca che ben si adatta al tipo di musica suonata. Concludendo il mio giudizio, vuoi anche per quello che i Dismember hanno rappresentato, arriva ad una stentata sufficienza.

A cura di Lorenzo Margadonna - Voto 65

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