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MALEVOLENT CREATION: THE TEN COMMANDMENTS

data

18/07/2009
87


Genere: Death
Etichetta: Roadracer Records
Distro:
Anno: 1991

Mi sento male al solo pensiero dei dischi usciti in questa annata, mi sarebbe piaciuto davvero riviverli. In Svezia uscivano pietre miliari come 'Where No Life Dwells', 'Like An Ever Flowing Stream', o ancora 'Into The Grave' e 'Clandestine'. Intanto, mentre tutti erano occupati col down-tuned, facevano il loro ingresso ufficiale quei pazzi degli Edge Of Sanity, che da lì a poco avrebbero segnato un’epoca. È anche lo stesso anno di 'Necroticism', o di 'Human' dei Death, e ancora 'Blessed Are The Sick' e 'Unquestionable Presence'. Insomma: si viaggiava tra il death tecnico e quello più sporco di scuola svedese. Anche questo lavoro segna un epoca, nel suo piccolo. Certo non ha lo stesso peso dei sopracitati, ma almeno l’ascolto del medesimo, vi farà godere come non mai. I minuti scanditi lentamente da "Memorial Arrangements" sono ormai storici, accompagnati dallo spoken di Brett Hoffman. Ciò che segue l’opener è totale annichilimento sonoro, con una "Premature Burial" intenta a soffermarsi su continui stop e chitarre che, in un continuo inseguirsi, creano un vorticoso vuoto fatto di suoni grassi, belli pieni, come la tradizione del tempo anche "richiedeva", in un certo senso. Per i quaranta minuti che questo lavoro ci riserva, l’intento della band è sempre lo stesso, senza mai allontanarsi dalla formula dei riff nervosi, sempre complicati, iper tecnici. "Multiple Stab Wounds" oggi è un classico della band, e in sede live fa sempre la sua grande figura, visto l’attacco batteria/chitarra ormai storico. Dovessi affiancarlo ad un disco, vi suggerirei un misto tra i Morbid Angel dei primi due album per le caratteristiche di frenesia compositiva e i suoni bassi e, come detto, vorticosi, disorientanti scritti per la maggior parte da quella mente malata di Phil Fasciana. Forti le influenze Slayer, soprattutto in "Sacrificial Annihilation", che ci catapultano direttamente nell’inferno dell’artwork di Dan Seagrave. Un'ottima line-up, grandissimo debutto consigliato a tutti i deathster.

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