SCORCHING TOMB: Ossuary
data
06/12/2025Premesse a parte, 'Ossuary' degli Scorching Tomb arriva immediatatemente con un senso di già sentito e facilmente riconoscibile, ma sorprendentemente ben eseguito. Il primo brano, "Stalagmite Impalement", non perde tempo e dimostra subito la qualità dei riff: reminiscenze di Morbid Angel e Cannibal Corpse, ma con una produzione chirurgica che ti fa quasi dimenticare quanto tutto ciò sia già stato fatto, rifatto e strafatto. "Skulcrush" cambia leggermente registro, più moderna, con tocchi hardcore e armonici alla chitarra che strizzano l’occhio ai Gojira. La partecipazione di Devin Swank dei Sanguisugabogg aggiunge un tocco interessante, ed il brano preferisce groove e skank beats invece dei blastbeat furiosi. E' un mid‑tempo, e quei momenti in cui rallenta sugli ottavi crea un senso di pesantezza quasi palpabile. C’è un brano, poi, "Sentenced to Rot", che non può non far venire in mente i vecchi Cannibal Corpse. Quei rallentamenti pesantissimi e la costruzione cadenzata ricordano inevitabilmente "Covered With Sores", con quella capacità di rendere ogni colpo di batteria e ogni riff un vero colpo nello stomaco. È un chiarissimo omaggio, volontario o meno, a quelle sonorità classiche anni 90's che uscivano come pagnotte dal Morrisound Studio, e funziona sorprendentemente bene nel contesto dell’album. Saro' onesto; non siamo di fronte all’album più originale dell’anno, ma ogni pezzo è costruito con precisione e attenzione. Una di quelle produzioni dove senti che chi c’è dietro conosce a menadito i meccanismi del death metal e del groove metal, senza cadere nella trappola della banalità sonora, districandosi bene tra parametri abbastanza classici.


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