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TREMONTI: Cauterize

data

24/06/2015
72


Genere: Alternative Rock, Metal
Etichetta: Fret 12 Records
Distro: Bertus
Anno: 2015

Il nuovo lavoro di Mark Tremonti prosegue la sua carriera solista, iniziata nel 2012 con la pubblicazione del potente 'All I Was', e come l’album precedente anche quest’ultimo è stato prodotto dal fido Michael “Elvis” Baskette, sempre al suo fianco nel suo percorso artistico. E gli appassionati ed i sostenitori dell’artista americano avranno sicuramente di che rallegrarsi dall’ascolto di tutti e dieci i pezzi, che in circa trequarti d’ora offrono parecchi spunti interessanti. Si inizia subito forte con "Radical Change", con delle soluzioni ritmiche che si spingono su territori quasi thrash, pur mantenendo ben impressa l’esperienza pregressa marchiata alternative rock/metal prima con i Creed, e poi con gli Alter Bridge. Queste tematiche a cavallo tra l’alternative rock e sfuriate veloci si presentano anche in altri pezzi che compongono la prima parte dell’album (come la title-track e "Arm Yourself", quest’ultima vera e propria dichiarazione di guerra). La seconda parte dell’album, da "Dark Trip" in avanti fino alla conclusiva "Providence", attraversa invece territori più cari alla carriera musicale di Tremonti, quell’alternative rock genuino, in puro stile americano, che ha creato un amore sconfinato nei confronti delle band sopra citate da parte di una moltitudine di appassionati, e di cui il chitarrista è stato il principale artefice. Si presenta un Mark Tremonti con una buona forma vocale, ma soprattutto con una prestazione alla chitarra davvero notevole. Riff aggressivi e ben inquadrati quando c’è da far parlare la chitarra negli assoli, dove ce n’è sempre almeno uno per ogni pezzo e tutti di grande livello; come anche nelle parti più ritmiche e di appoggio alle parti cantate, che siano strofe o ritornello, l’uso delle chitarre sia di Tremonti che di Eric Friedman, affiancate dal basso di Wolfgang Van Halen, si dimostra molto coerente e ben assestato a livello di stesura del pezzo, e conseguentemente a livello di resa musicale complessiva. I pezzi dimostrano di essere sia orecchiabili, e quindi facilmente assimilabili, sia fortemente trascinanti, soprattutto nelle parti più frenetiche e spedite. Non siamo presi da stupore quindi se in sede live si possano presentare, all’occorrenza, poghi ed headbanging vari. Questo è dovuto anche ai colpi di batteria e di pedalate sulla cassa particolarmente audaci e senza fronzoli da parte di  Garrett Whitlock. C’è sempre, nel lavoro complessivo, un’alternanza tra parti più sostenute ed altre invece più ariose e in grado di far respirare l’ascoltatore e di farlo temporaneamente ripulire dalle scorie più metal-oriented. Inoltre, non ci sono filler; tutti i pezzi sono interessanti e resi importanti dal lavoro di produzione e di arrangiamento realizzato con la dovuta qualità; tutti ben suonati ed interpretati, e tutti finalizzati ad una resa ottimale dell’album. Quest’album dimostra una volta di più il credo musicale altamente qualitativo di Mark Tremonti, che dagli inizi fino ai giorni nostri lo ha fatto emergere come tra gli artisti che più di altri ha saputo indirizzare con maestria e superbia il movimento “alternative rock” , facendolo emergere nell’immenso universo rock-metal, il quale gli ha tributato tutto il dovuto rispetto.

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