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ATOM SEED: Get In Line

Get in line cover

Atom Seed. ‘Get In Line’, 1990. Esordio crossover inglese senza lasciare segno! Caso circoscritto di un genere imperfetto, schizofrenico, creativo, che ha origine nel 1989, secondo il principio per cui la musica è nata per essere contaminata. Unico album. Atom Seed come la notizia del giorno dopo. Provate ad immaginare sul palco una palla che rimbalza, magari da baseball, perché per la sua forma non si sa che direzione possa prendere. Il cantante Paul Cunningham si presentava a petto nudo, pantaloni al ginocchio/polpaccio, scarpe da basket e un’energia cinetica esplosiva, cresciuto con il mito di Mick Jagger, in grado di rappare e “danzare” come Public Enemy. Il chitarrista Simon James adorava Jimi Hendrix. Il batterista Amir, dall'Iran, aveva una formazione jazz, funky e da ritmi etnici. Il bassista Chris Dale slappava meravigliosamente (Bruce Dickinson, Sack Trick, Tank, etc.). Dal vivo erano divertimento assicurato. In quegli anni in America:  i Faith No More erano al terzo album (‘The Real Thing’); i Red Hot Chili Peppers al quarto (‘Mother’s Milk); i Bad Brains, al quarto (‘Quickness’); i Jane’s Addiction al terzo (‘Ritual De Lo Habitual’); - i Suicidal Tendencies al quarto (‘Lights Camera Revolution’); i Living Colour al secondo (‘Time’s Up’); i Rage Against The Machine avrebbero esordito subito dopo (1991/1992). Ma gli Atom erano inglesi (e la contaminazione dovrebbe essere internazionale e coinvolgere qualsiasi luogo). Furono presi sotto l’ala protettrice del produttore Mark Flannery (Def Leppard, Depeche Mode, etc), che collaborò anche alla scrittura di due tracce (1, 9). Potenzialità da difendere, tutelare, e indirizzare. Magari disponendo di più tempo avremmo potuto godere di un secondo album mai pubblicato. Gli Atom Seed furono messi sotto pressione, vincolati ad anticipazioni economiche, stressati da frenesia dell’industria musicale, e furono abbandonati dalla stessa etichetta, non convinta dalle nuove composizioni. Ne conseguì il loro scioglimento. A distanza di trenta cinque anni, in città sabauda in uno storico negozio di dischi è rimasta traccia di questo portentoso esordio che vorrei rendere meno anonimo, perché album intuitivo, anticipatorio di un linguaggio imperfetto che mescolava la fusione del gusto personale con la provenienza del quartetto, creando anche momenti riflessivi di fattura incantevole. Si parte rappando, slappando, a ritmo superveloce in “What You Say”, tra fresate elettriche della sei corde. Potenza, che sprigiona energia thrash in “Get In Line”, mescolando un riff da Page con il metal, con strafottenza hardcore. Funky RHCP in “Rebel”. Un bassista non può non apprezzare la brillante, scattante e scrollante “Shake That Thing”; ed un amante del crossover non può non sentirsi solidale con la follia espressiva del singer (rip.). Atom Seed senza fronzoli. Ma poi sono in grado di decorare con classe il momento più delicato ed alto del disco: “Shot Down”. Pezzo che da solo vale tutto l’acquisto dell’album. La follia si trasforma in un velo trasparente! Furiosa eccitazione del riff chitarristico in “Forget It Joe”. Sempre commuovente per me il rimando ad Hendrix. E “Better Day” ne è un’ottima occasione di restituzione. Ed è il secondo momento in cui il mio silenzio lascia spazio alla magia di evaporare. Miscela da funky alternativo di Los Angeles in “What ?!” La variegata “Castles In The Sky”, oscura, grunge, arpeggiata, ma dalla struttura heavy è sintomo di fiducia e collaborazione di qualcuno che ha creduto in loro. Non mancano le loro origini inglesi da Sex Pistols in “Bitchin’”. I colori vivaci, la grafia dei testi, l’illustrazione della cover, il soggetto viso umano disegnato e/o fotografato, sono tutti elementi tipici del crossover: l’imperfetto che si trasforma in arte!

P 1990 London Records/Heavy Metal Records

Tracklist:
01. What You Say
02. Get In Line
03. Rebel
04. Shake That Thing
05. Shot Down
06. Forget It Joe
07. Better Day
08. What ?!
09. Castles In The Sky
10. Bitchin’
 
Line Up:
Paul Cunningham: Vocals
Simon James: Guitar
Chris Dale: Bass
Amir: Drums

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