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SPRINGSTEEN E STREET BAND: The Legendary 1979 No Nuke Concerts

Springsteen

‘No Nukes’ furono cinque concerti di beneficenza organizzati nel settembre 1979 al Madison Square Garden da un gruppo di musicisti attivisti (Jackson Browne, Graham Nash, Bonnie Raitt e John Hall), per sensibilizzare l’opinione pubblica contro il nucleare. Precedentemente, nel marzo del 1979, ci fu il più grave incidente nucleare mai avvenuto negli Stati Uniti, nella centrale di Three Mile Island in Pennsylvania; non ci furono feriti e vittime, ma ci vollero 13 anni per bonificare l’aria. E quel tour fu occasione per Springsteen per schierarsi esplicitamente su un tema politico per la prima volta. Parteciparono oltre 200 mila persone. Quella performance fu una delle migliori photography movie del Boss e della sua famiglia sul palco (Street Band). Bruce ha appena 30 anni, come la maggior parte dei suoi musicisti alleati. ‘The River’ verrà pubblicato l’anno successivo (1980) e in questa occasione verranno suonate due tracce inedite dell’album ("The River", "Sherry Darling"). E’ uno show grintoso, concentrato di suoni con effetto cinematico: folk, rock, blues, jazz e west coast (per la presenza di Jackson Browne) sono perfettamente miscelati tra loro in un live tiratissimo, d’impeto, con una scaletta in crescendo che sfocia in una sorta di “secondo show”, con le tracce di Bruce che hanno la peculiarità di essere suonate solo live quali "Detroit Medley" che, per sonorità, rievocano pezzi di storia della musica (da Elvis a Chuck Berry), e con le canzoni popolari come "Quarter To Three", un boogie rock che Bruce suona per divertirsi e per far divertire! Non mancano i messaggi empatici e sociali tipici del Boss come la cover "Rave On!", tributo al musicista morto in un incidente aereo all’età di 22 anni. Si parte con "Prove It All Night"! Una voce annuncia l’inizio, qualche nota al piano e la voce di Bruce dà il colpo d’inizio: è subito un suono contaminante quello del pianista Roy Bittan (detto il professore): arpeggi pianistici, carillon, fantasia in bianco e nero. Seguono l’assolo dell’organista Danny Federici (RIP) e l’assolo di chitarra, ma è il sax di Clarence Clemons (RIP) che manda in delirio la folla, la chitarra tiene in tensione il pubblico e il pianoforte concede il poetico finale. In ‘Badlands’ si percepisce tutto il suo riscatto, in ogni sillaba che pronuncia; come un vero leader trascina l’intera band in una corsa vorace contro il vento; Max Weinberg alla batteria pesta di brutto; è il sax che giunge a quietare l’animo del capo (dal vivo questa canzone è ancora più bella dell’originale). Brividi da armonica nella calda ballad "Promised Land", (terzo pezzo tratto dall’album ‘Darkness On The Edge Of Town’ del 1978). A metà traccia l’apice: il basso di Garry Tallent scandisce il tempo, il piano e la chitarra invitano il sax a raggiungerli; e mi scappa da ridere quanto arriva l’armonica, sembra dire “ci sono anche io”. Bruce è una potenza, urla e ripete “blow away”, “soffia via i sogni che ti fanno a pezzi, soffia via i sogni che ti spezzano il cuore, soffia via le bugie che non ti lasciano altro che perso, e con il cuore spezzato!”. Respiro, prendo fiato, ed ingoio quel grumo di saliva che mi è rimasto in bocca. Che fortuna i presenti: in anteprima l’inedito ‘The River’. Voce cupa su arpeggio di chitarra. Il suono si ammorbidisce con l’ingresso del basso, del pianoforte. L'intonazione è possente nelle parti basse e negli acuti ti spezza il cuore. I cori alleggeriscono l’aria. La tastiera è come acqua che scorre, lei imperterrita continua il suo corso, ed è magia! Ma Bruce è anche attore, ed è molto divertente in "Sherry Darling", dove ogni musicista fischia, inneggia frasi e condisce la scena musicale. Con "Thunder Road" arriva il boato dei presenti. Sono tutti pronti a partire con lui, afferrare la sua mano per la strada del tuono. Il suono è perfetto, caldo, rassicurante, e stimolante. In sordina l’accrescere delle note fa capire la potenza della musica, arte atemporale: che goduria! Quasi attaccata parte "Jungleland"; si sente il calore della gente che suona come se fosse un ulteriore strumento. Il cantato sospirato è come un racconto che si trasforma prima in un pezzo rock e poi in una traccia jazz straziante; anche in musica riesce a trasmettere gli “alti e bassi” emozionali. "Rosalita" fa ballare, è un rock ‘n roll semplice, da strada. Qui arrivano le presentazioni di ogni sacrosanto componente (io ringrazierei anche Dio per tutto questo). Il combattente, l’uomo che lotta senza armi è sexi da morire in questo intro di "Born To Run". E qui penso che, qualunque cosa tu stia facendo, sarai irrimediabilmente pervaso da una inarrestabile voglia di vivere, da strapparsi di dosso qualsiasi velo di tristezza e rammarico: è una pacifica bomba, esplosiva! Un sospiro, prendo fiato e Bruce ci porta negli anni ’60 con "Stay", l’atmosfera diventa sempre più liberatoria, compare la voce, prima di Jackson Browne, poi di Tom Petty, ad inviarti a rimanere ancora per un’altra canzone. Inizia così il “secondo show” di cui scrivevo: è come partecipare ad uno di quei matrimoni dove anche la zia si entusiasma e anche la nonna inizia ad accennare un movimento di bacino mentre il prete, ormai in preda alla gioia del vino, promette vita eterna a tutti. Ed ora ubriacatevi voi di Bruce e della più grande orchestra rock! E soprattutto della sua “essenza”.

Sul lavoro potevo fare casino, ma ero comunque in grado di accollarmi qualsiasi responsabilità. Nella vita, invece, non trovavo altro che un presente sgradevole, un futuro troppo limitato, un passato che stavo cercando di affrontare con le mie canzoni, ma dal quale volevo anche fuggire e poi il tempo, tic, tac, tic, tac, il tempo. Non avevo tempo per il tempo, preferivo il meraviglioso mondo atemporale che avevo costruito dentro la mia testa e dentro lo studio! Oppure sul palco, dove il tempo io lo domino, lo allungo, lo accorcio, avanti e indietro, lo accelero e lo rallento, il tutto con un cenno della spalla e con un colpo di rullante. Sali sul palco, la serata culmina in un allegro macello psicosessuale, risate, estasi e beatitudine sudata, e poi via verso nuovi volti e nuove città. Suonare mi offriva l’illusione di un’intimità senza rischio né conseguenze.” (cit. Bruce Springsteen).

P 2021 Sony Music

Tracklist:
CD 1
Prove It All Night
Badlands
The Promised Land
The River
Sherry Darling
Thunder Road
Jungleland
 
CD 2
Rosalita (Come Out Tonight)
Born to Run
Stay
Detroit Medley
Quarter To Three
Rave On
 
FILM (CD1+CD2)
Producers: Jon Landau, Barbara Carr, Thom Zimny
 
Line-Up:
Bruce Springsteen – Guitar, Harmonica, Vocals
Roy Bittan – Piano
Clarence Clemons – Tenor and Baritone, Saxophones, Percussion, Backing vocal
Danny Federici – Organ, Glockenspiel
Garry Tallent - Bass
Stevie Van Zandt - Guitar, Backing Vocal
Max Weinberg – Drums
Musicians United for Safe Energy
 
Additional Musicians on “Stay”
Jackson Browne – Co-lead vocal
Tom Petty – Co-lead vocal
Rosemary Butler – Backing vocal
Music Contractor: Shari Sutcliffe
 

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