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DAVID GILMOUR

Scenario stupendo per le date romane del concerto di David Gilmour, siamo infatti al Circo Massimo, nel pieno centro della capitale, circondati dai resti di quello che fu l’Impero Romano. Arriviamo verso le 19 con meno fatica del previsto: poco traffico, parcheggi disponibili ed una fila ordinata e scorrevole per accedere all’interno dell’area live, un po’ anche grazie al fatto che i posti sono tutti numerati. I nostri si trovano nella seconda platea, perfettamente centrali, le sedute sono sistemate in modo da avere ampio spazio per le gambe ma ciò ha comportato che dalla fila 34 il palco ci sembrasse piuttosto lontano. 

Alle 21, con un suggestivo bagliore del tramonto sullo sfondo, l’ex chitarrista dei Pink Floyd sale sul palco seguito da una band composta da ben 9 elementi! Acclamato dai 60 mila presenti inizia lo show partendo da brani tratti dai suoi lavori solisti. E subito percepiamo che in molti sono qui per lui e non solo per il ricordo del passato: “5 A.M.”,”Rattle That Rock”, “Faces Of Stone”, tratte dal quarto ed ultimo lavoro del nostro poeta delle sei corde, ‘Rattle That Rock’ del 2015, sono cantate anche dal pubblico che però esplode letteralmente in un boato non appena riconosce le prime note di “Wish You Were Here”. In questa epoca di onnipresenti smartphone sono tutti così impegnati a scattare foto o registrare dei video che forse si perdono la magia che Gilmour sa creare, chiudendo gli occhi si sogna, guardando lo schermo gigante dietro al palco si possono seguire videoclip, scene animate, storyboard o giochi di luce che incantano. Fra l’altro, per lo meno da dove ci troviamo noi, l’acustica è perfetta, il volume alto al punto giusto da coprire le voci di coloro che chiacchierano, ma non troppo da distorcere il suono. Ogni assolo diventa un brivido e in alcuni brani la commistione fra atmosfera creata, la morbidezza delle note, le immagini proiettate suscitano un turbinio di emozioni che arriva a farci commuovere. 

La prima parte del concerto scorre via fra pezzi che si alternano fra grandi classici dei Pink Floyd e brani dei lavori solisti fra cui i momenti più salienti con “What Do You Want From Me” e “Us And Them”.
Guardando i particolari delle sue mani nodose, del viso rugoso proiettati sul maxi schermo, a chi vi scrive si è un po’ stretto il cuore pensando che quelle mani non hanno un degno successore e che tutti gli artisti più geniali e più amati sono ormai over 50. A volte la meravigliosa voce  di David si incrina un po’, prende qualche stecca e appare molto affaticata, ma questo non interrompe la magia che si è creata. Ci dispiace solo che per tutta la prima ora non abbia mai interagito coi suoi fan. Non un saluto, non una parola. Solo dopo l’undicesimo pezzo, “High Hopes”, ringrazia tutti avvisandoci del quarto d’ora di pausa.
Si riprende con un crescendo che toglie il respiro: “One Of These Days”, “Shine On You Crazy Diamond”, “Fat Old Sun”, “Coming Back To Life” tutte di fila. E anche Gilmour sembra essersi sciolto: ringrazia in Italiano, saluta e un po’ si gode la vista di tanti fan che lo acclamano. Le sue dita corrono veloci sulle corde, sezione ritmica, coristi, sax, tastiere, tutto si fonde per toccare gli apici della poesia in musica. Ancora qualche pezzo dal suo repertorio da solista per finire poi con “Run Like Hell” momento in cui tutti si alzano dai loro posti e cercano di avvicinarsi al palco o salendo sulle sedie e creando non pochi disagi: se prima vedevamo bene tutti, ora nessuno. Ma non fa niente, togliendo il senso della vista si amplifica quello dell’udito e assaporiamo più a fondo ogni singola sfumatura. A questo punto ci presenta la band, ci saluta ed esce di scena, ma sappiamo già che non si può chiudere senza “Confortably Numb”, ed infatti richiamato sul palco con cori da stadio ci concede ancora tre pezzi. Peccato che a questo punto il volume sia sensibilmente più basso, non sappiamo se perché siamo ormai oltre la mezzanotte o per chissà quale altro motivo. Siamo arrivati veramente alla conclusione, lunghi applausi salutano il maestro. E già un po’ di nostalgia ci pervade. Arrivederci David, torna presto a Roma!

SET LIST

set 1

1. 5 A.M.
2. Rattle That Lock
3. Faces Of Stone
4. Wish You Were Here
5. What Do You Want From Me
6. A Boat Lies Waiting
7. The Blue
8. Money
9. Us And Them
10. In Any Tongue
11. High Hopes

set 2

12. One Of These Days
13. Shine On You Crazy Diamond (Parts I-V)
14. Fat Old Sun
15. Coming Back To Life
16. On An Island
17. The Girl In The Yellow Dress
18. Today
19. Sorrow
20. Run Like Hell

encore

21. Time
22. Breathe
23. Confortably Numb

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