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ROTTING CHRIST

Nella serata in cui la capitale si spacca in due, calcisticamente parlando, causa finale della Coppa Italia, al Traffic Live Club invece il pubblico si unisce in nome del metal estremo, nella serata che vede il grande ritorno dei Rotting Christ, accompagnati da tanto ottimo metal made in Italy. Arriviamo in orario per non perdere la performance dei genovesi Synodik, che ci avevano ben impressionato in fase di recensione del loro ottimo cd d’esordio. Fuori è ancora giorno e nonostante di fronte al palco ci siano solo i primi arrivati (circa una ventina), la band parte forte con "Speak To The Void". L'acustica è buona ed il loro prog death molto tecnico e potente, brilla anche dal vivo, merito della band che padroneggia gli strumenti con disinvoltura e del vocalist che tiene bene il centro del palco. Cinque i brani proposti e lo show termina con la splendida title track del disco "Sequences Of A New Matrix". Nel frattempo il pubblico è leggermente aumentato e con i napoletani Symbolyc si alza anche il tasso di aggressività. La band propone il suo death metal carico di groove e blast beat che però non riesce a coinvolgere più di tanto i presenti, nonostante gli inviti del carismatico e simpatico vocalist, che cerca anche di corromperli con qualche lattina di birra omaggio. Ottima la loro performance che trasuda energia dal primo all’ultimo pezzo, ed è lodevole il momento in cui suonano "Raining Blood" in ricordo di Jeff Hanneman. Da lì in poi il pubblico finalmente inizia a sciogliersi un po’ e la band ne approfitta proponendo altri due brani da puro headbanging. Coinvolgenti. Sta per arrivare il turno dei Forgotten Tomb e l’aria si fa più seria. Senza tanti convenevoli prendono posizione sul palco e ci rivoltano contro il loro ombroso dark-black metal, pesante e a tratti ossessivo, ma incredibilmente energico dal vivo. Il locale si è riempito per metà ed i presenti seguono con attenzione uno spettacolo dove Herr Morbid e soci, come è nel loro stile, alternano momenti sonori introspettivi a fasi più coinvolgenti, trovando in entrambi i casi l’apprezzamento del pubblico. Dall’ultimo lavoro vengono suonate "Deprived" e "... And Don't Deliver Us From Evil", intervallate dalla splendida "Scars" da 'Springtime Depression'. Finale possente con un lungo medley composto da "Disheartenment"-"Alone"-"Steal My Corpse", che chiude senza cedimenti l’ottima performance della band piacentina. E’ giunta l’ora dei Maestri ellenici; non sappiamo se la media affluenza di pubblico, alla fine sia da imputarsi all’evento calcistico, ma ciò che conta è che alle prime note di "Forest Of N’Gay", le mani sono tutte in alto ad accogliere con passione Sakis e Themis. Segue "Athanati Este" e "Kata Ton Daimona Eautou" che aggrediscono con ferocia i presenti, ancora più coinvolti. Themis non perde un colpo, veloce e potente. Sakis con la sua ottima presenza scenica e performance vocale, fa salire alto il coro per "King Of A Stellar War" per poi scatenare il pogo con la ferocia di "The Sigh Of Evil Existence" opener del seminale 'Thy Mighty Contract'. Dopo la consueta cover di "Societas Satanas" dei Thou Art Lord, è il turno di "In Yumen-Xibalba" che dal vivo fa davvero tremare i muri. La nuova "Welcome To Hell" è un omaggio a chi non ha comprato il loro ultimo disco in vinile (poichè è una bonus track disponibile solo per quella versione), e dopo la monumentale "Non Serviam", i Nostri si congedano con "Archon" tra gli applausi convinti dei fans. Poco più di un’ora di concerto, ma tanta intensità sia in termini di potenza sonora che di coinvolgimento. Se davvero qualcuno ha messo una serata del genere dietro una partita, che vada pure a farsi fottere! 1.Forest Of N’Gai 2.Athanati Este 3.Kata Ton Daimona Eautou 4.Nemecic 5.King of a Stellar War 6.The Sign of Evil Existence 7.Transform All Suffering Into Plagues 8.Societas Satanas (Thou Art Lord cover) 9.In Yumen-Xibalba 10.Welcome To Hell 11.Chaos Geneto (The Sign of Prime Creation) 12.Non Serviam 13.Noctis Era Encore: 14.Archon

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