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ROTTING CHRIST

Solitamente, le ragioni per le quali la scena metal fatica a decollare a Sud, è la scarsa affluenza di pubblico agli eventi (ed è inutile ricordare quanto successo negli ultimi festival estivi, ndr) o la mancanza di strutture adeguate a riceverli. Però, a volte, ci si mette di mezzo anche la sfiga, contro la quale non c'è discorso che tenga. Ma procediamo con ordine. L'evento di cui vi parliamo non è certamente poca cosa, qui nel Mezzogiorno. Cioè, mica le vedi tutti i giorni band come i Rotting Christ. E nonostante ciò, la gente era poca. Ma non è una sorpresa, questa è una storia che purtroppo si ripete a ogni grosso evento. Ma non è questa la sede opportuna per discuterne. Dicevamo i Rotting Christ; la band greca, reduce da un tour americano, ha recentemente pubblicato l'ottimo album 'Theogonia', che ha riscosso un certo sucesso di pubblico e critica. In ogni caso, c'erano circa duecento persone nel Nord Wind quando è iniziato lo show. INGRAVED Tocca ai salentini aprire la serata, che dalle prime battute si preannuncia un tantino fiacca (impressione che verrà di lì a poco smentita). Il pubblico non è molto entusiasta della loro presenza (una band thrash-core che sostituisce i Kenos e apre una serata prettamente black metal, sfido chiunque a non storcere il naso) ma gli Ingraved non ci metteranno molto a farsi apprezzare: la band esordisce con la potente "Showtime For My Apocalypse" che subito mette in luce le peculiarità della band: potenti sfuriate hardcore miste ad accattivanti groove. I ragazzi picchiano davvero forte, e la doppia voce del frontman (pulita e scream) regge davvero bene il gioco. Poi arriva la chicca: una potentissima versione di "Blinded By Fear" degli At The Gates che comincia a trasmettere il virus del pogo ai presenti. E il veloce lèvare dell'ultimo pezzo chiude la buona prestazione dei giovani pugliesi. Chapeau. DISGUISE Adesso è il momento dei terribili blackster pugliesi, che personalmente ho avuto più occasioni di vedere on-stage, con risultati mai deludenti, e anche la performance di cui si parla adesso non fa eccezione. Anzi, oserei dire che quella di stasera è stata la loro miglior performance: i cinque blackster hanno sfoderato, sul palco, una rabbia e una grimness come davvero poche band sono capaci, sottolineate da un'equalizzazione dei suoni pressochè perfetta, grazia alla quale si poteva perfettamente percepire ogni singolo beat della batteria e ogni singola nota di chitarra e tastiera. La malefica e impressionante atmosfera creata dal black sinfonico dei barlettani, ora maestosamente grandiosa, ora puramente malvagia e violenta, ha abbracciato le circa 150 persone del Nord Wind, trascinate all'unisono in una macabra danza, culminata con una grandiosa versione di "Mother North". La performance si conclude con la monumentale title track dell'ultimo album, 'Late'. Pollice quanto mai in su per i Disguise. ROTTING CHRIST Le luci sono calate nel locale e nell'aria c'è un religioso (si fa per dire) silenzio di attesa per i blackster greci. La tensione sale, la frenesia del pubblico pure, quando i quattro salgono sul palco. La band, reduce da una turneè americana, era attesissima qui a Sud, dato la defezione (non per causa loro) al Southextremenoisfest, la scorsa estate (per chi non sa cosa accadde, docuementatevi, ndr). E ciò che è accaduto a fine serata, è stato davvero un terribile colpo basso del destino. Ma ci arriveremo tra poco. Dicevamo che il cadenzato e pesantissimo drumming di Themis Tolis, sottolineato dalle esasperate e marziali linee di basso di Andreas Lagios, stanno già riempiendo il locale, e tra il delirio e lo stupore del pubblico arrivano i tiratissimi e originali riff degli axe-man, insieme a melodie tipicamente folk. Provate a immaginarvi quindi il sound dei greci: raffinate melodie elleniche scandite da un cadenzatissimo e duro Black metal, dal sapore fortemente melodico però. La performance è grandiosa, fantastica, il pubblico scapoccia, poga, gode. I brani si susseguono uno dopo l'altro, con quella specie di panzer spacca-tutto sul palco che sembra intenzionato a non sbagliare nemmeno un colpo. Arriva il momento dell'opener dell'ultimo, acclamatissimo, album 'Theogonia', " The Sign Of Prime Creation", quando accade la tragedia: ...buio e silenzio! Avete capito bene, un blackout. La gente è sgomenta, nessuno riesce a capire cosa stia succedendo. In ogni caso, dopo cinque minuti i greci sono lì a riprovarci, e riparte la canzone. Ma è inutile, non c'è il tempo di superare il secondo riff che la corrente scatta ancora. La gente comincia a disperare, e partono atroci bestemmie e improperi, in coro. Ne segnalo una in particolare: "Ce l'ho troppo duro per queste situazioni, pxxxo xxx!" Si prova ancora una volta, ma niente, di nuovo buio, bestemmie e amarezza tra la gente. I Rotting Christ lasciano il palco spazientiti e stremati. Non sappiamo cosa sia successo, di chi sia la colpa, ma alla fine importa? Il risultato lo sappiamo tutti, e per citare un grandissimo genio, la meccanica non mi interessa. P.S. Saluti, ringraziamenti e corna alzate a Master44 di Benzoworld, Mentalista di Metallized, Vygrid di Metalbeta, e tutti i relativi fotografi.

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