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STORMKEEP

Gli statunitensi Stormkeep si sono dati, durante l'estate che volge al termine, ad un breve tour europeo che ha toccato Norvegia, Regno Unito, Germania, Polonia, Finlandia e Danimarca appunto, ivi inclusi i festival Beyond The Gates, Void Fest e Party San. La data di Copenhagen del 9 agosto si svolge nel minuscolo Stengade. Il locale, una sorta di centro autogestito (tutto il personale è costituito da volontari), si presta ottimamente ad apparizioni dal vivo, anche se fin'ora di altro genere quando ho avuto l'occasione di presenziare (Then Comes Silence e She Past Away). La proposta è però varia e lo testimonia, oltre a questa data, la prossima presenza dei Midnight Odissey per rimanere allo stesso genere qui proposto. Paragoni con gli Emperor mi avevano indotto a partecipare a questa serata e l'accostamento si rivelerà in parte improprio. Persa la band di spalla (i danesi Sadokrista) gli Stormkeep salgono sul palco, con il loro abbigliamento fantasy (tastierista in particolare) sulle note di "The Citadel", brano dungeon synth tratto dal loro unico album 'Tales Of Othertime' uscito due anni fa. Apre il concerto vero e proprio "A Jouney Through Storms" dallo stesso album, brano di ben undici minuto e mezzo che già mette ottimamente in chiaro le coordinate stilistiche della band: black metal melodico ed epico con lievi inflessioni folk, che alterna le sfuriate tipiche del genere a passaggi piu meditati che strizzano l'occhio al dungeon synth. Gli sfortunati Windir paiono un riferimento più approprioato di Ihsahn e soci, cosi come i Satyricon o i primi Dimmu Borgir per rimanere in ambito norvegese. Dopo "The Seer", anch'essa tratta dall'album già citato, è la volta di due brani tratti dal precedente EP  'Galdrum, "Glass Caverns Of Dragon Kings" in cui in avvio si riaffaccia il dungeon synth a cui i nostri anche si dedicano (la loro ultima release, 'Lost Relics' è costituita per intero da detto genere) e "Lightning Frost" che non fanno che confermare le impressioni precedenti. La lunghezza dei brani e la ancora piuttosto limitata discografia degli Stormkeep significa che lo show non sarà dei più lunghi e dopo appena quattro brani, a parte la intro, la band scende dal palco per rientrare poco dopo per un ultimo brano, la vieppiù epica "Eternal Majesty Manifest" che nel titolo già dice tutto e chiude più che degnamente la serata. Gli Stormkeep sono senz'altro una band emergente, ulteriori pubblicazioni dello stesso livello qualitativo e una propensione all'attività live (un tour oltreoceano cosi presto non è da tutti) non potranno che favorirne l'ascesa

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