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SUICIDE COMMANDO

La scena dark electro/EBM è agonizzante a Copenhagen da almeno un lustro e resiste in definitiva solo in virtù della testardaggine di Brian Sörensen, mente dietro l´organizzazione Club Braincorp e il mailorder braincorp.dk. Questo ha portato ad una progressiva ritirata dell'organizzazione da un locale piu capiente come Forbraendingen nel sobborgo Albertslund (teatro fra le altre di memorabili esibizioni di Hocico e Covenant), ad altre decisamente piu adatte all'attuale affluenza. Per la data dei Suicide Commando - 16 giugno 2018 - il teatro dell'evento sarà per la prima volta Salen, nella parte settentrionale della città. E' quindi con una certa dose di aspettative e curiosità che ci si avvia ad attraversare lo stretto (chi scrive muove dalla Svezia), per raggiungere la capitale della Danimarca. L'organizzazione da subito l'idea delle dimensioni (ridotte) dell'evento: il pagamento dell´ingresso non è effettuabile con carta, ma solo con swish (che è un sistema di pagamento istantaneo da smartphone a smartphone senza costi di gestione), o al limite in contanti, ma con possibilità di dare resto molto limitate. Non disponendo di swish, mi trovo costretto a creare una sinergia con il bar (che nella fattispecie non è tale, ma solo un tavolino disposto davanti ad un frigorifero e che ha le stesse modalità di pagamento), per ovviare al problema dei resti. La sala in cui si svolgerà l´evento è vieppiù quindi sorprendente, in quanto pare subito moderna, ben attrezzata ed oltremodo adatta all´evento. Non resta che sperare che altre serate vengano organizzate nello stesso luogo. Ad aprire la serata sono stati chiamati i danesi Bionic Bitch in attività da una decina d'anni, non alla prima apparizione da spalla a band piu note.

Il loro mix di old-school EBM con influenze aggro-tech è abbastanza accattivante, nonostante la presenza scenica non certo sconvolgente, per cominciare a scaldare il pubblico senza correre il minimo rischio di rubare la scena agli headliner; esattamente quello che una band spalla deve evitare. Il pubblico, anche volendo considerare le persone presenti, ma disinteressate alla prima esibizione, che si intrattengono su una terrazza con vista sulla città flaggellata ad intermittenza dalla pioggia, non arriva ad un numero che reputerei soddisfacente per le dimensioni del locale e rimane abbondanza di spazio, anche oltre i limiti di un auspicabile confort: sotto una certa soglia ne risente l'atmosfera complessiva.

Johan van Roy fa il suo ingresso sul palco con il volto coperto da un cappuccio a forma di cono e anche la sua performance inizia con queste fattezze.

Il pubblico è all'altezza per entusiasmo e trasporto. Il nuovo, validissimo lavoro "Forest Of The Impaled" ha lo spazio che merita, fornendo allo show di questa serata ben cinque pezzi in apertura. In particolare "The Gates Of Oblivion" e "My New Christ" entusiasmano subito il pubblico. Non mancano successivamente anche irrinunciabili classici come "Cause Of Death: Suicide",  "Bind, Torture and Kill" o "God Is In The Rain", fino al conclusivo encore ("zugabe" in tedesco, come sembra essere d´obbligo chiedere il bis, a prescindere dall´origine della band, nel genere musicale in questione, perlomeno a nord delle Alpi), affidato a "Hellraiser" e "Dein Herz, Mein Gier". Uno show riuscito, a giudicare dalla reazione del pubblico. Rimane un problema strutturale per la scena, cioè la mancanza di un numero di partecipanti piu consistente, anche per act di primo piano come i Suicide Commando. Analizzando oltre, si scorge una evidente carenza di ricambio "generazionale", con un´età media dei presenti piuttosto elevata e praticamente nessun under 30 in sala (eccezion fatta per una singola fanciulla al seguito di uno dei soliti astanti, piu interessata a traccannare Gin and Tonic ben oltre il ragionevole che ad altro). La presenza di un batterista sul palco ha arricchito l'esibizione di una dimensione "live" che il genere spesso non contempla.   

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