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DARK LUNACY: il come-back

Dopo 5 anni di silenzio tornano i Dark Lunacy e lo fanno con un'opera unica; un concept album ispirato alla memoria dei defunti. Il nuovo album a livello tecnico sarà meno marziale, più cadenzato e con atmosfere più cupe. 'Weaver Of Forgotten', questo il titolo, sarà anche un viaggio, o meglio una preghiera costante in ricordo dei nostri cari. Non sarà assolutamente un album gotico, lugubre, macabro, ma un lavoro sicuramente intimo, personale e, perchè no, commovente; le persone che hanno fatto parte della nostra vita ed ora che non sono più tra noi ci mancano terribilmente. Troppo impegnati a sopravvivere non abbiamo tempo di ricordarle come meritano, quando però si è soli con se stessi e si vorrebbe qualcuno al nostro fianco disposto ad ascoltare i pensieri più intimi, ecco l'incedere del ricordo... quasi un immagine, una brezza che ti sfiora il viso e che nonostante sia eterea, impalpabile, ci dà conforto. Un album introspettivo, un album maturo, un lavoro grande per i grandi Dark Lunacy che sono ritornati per non lasciarci più soli. Inoltre, last but don't least, il cd sarà in confezione lux-Digipack con apertura a 3 ante completo di foto e testi. Una chicca imperdibile. Song's Pills: 01) – Epitaph; un intro strumentale in cui un flauto e un violoncello duettano irrequieti, introducendoci con eleganza al concept dell’album. 02) – Archangel’sk; si alza il sipario, un entrata tagliente, senza mezze misure, introduce l’inconfondibile urlo di Mike Lunacy. Un grido carico di passione che annuncia il ritorno dei Dark Lunacy. 03) – Curtains; il primo vero segno di un cambiamento studiato a fondo, pur mantenendo il pathos Lunacy. Bellissima la parte centrale dove una chitarra classica si fonde alla rocciosità del brano, per concludersi solitaria in una melodia drammatica e solenne. 04) – Epiclesis; uno dei pezzi più significativi dell’album. Speranza e rabbia quanto basta, tra marziali riff di chitarra costruiti a doc per imprimersi nella testa. 05) – Masquerade; ecco riapparire ciò che ha reso unici i Dark Lunacy: il quartetto d’archi. Un motivo classico, trascina il resto degli strumenti, fino ad un evoluzione finale di rara intensità. 06) – Afraid; un saggio di vera e propria recitazione. L’ennesima prova della straordinaria inventiva di Mike Lunacy nel creare un concept. 07) – Mood; un pezzo nel segno dei classici riff dei Lunacy. Molto diretto, di grande impatto emotivo. 08) – Sybir; se la Siberia avesse una colonna sonora per rendere ciò che è attraverso la musica, questo sarebbe il suo vestito di note. 09) – Snow;il dramma che risplende nel suono ovattato di una nevicata notturna. 10) – Forgotten; in questo pezzo, Mike da il meglio di se. Autentico pathos, così come autentico e vero è il ritorno dei Dark Lunacy. Atmosfere evocative, chitarre lente ma inesauribili. 11) – Weaver (0:17); pochi secondi, una frase che spiazza ed il cenno di un saluto. La nuova formazione. Parla Mike Lunacy. "Non è stata un impresa semplice. Tra il 2007 e il 2009 i DARK LUNACY hanno attraversato una crisi tale da compromettere i rapporti interni della band. Alla fine del 2009 ho così deciso di prendere in pugno la situazione guidato in primo luogo dal rispetto che nutro verso la ormai decennale storia di questa band che, nonostante le perenni difficoltà, è stata protagonista sui palchi mezza Europa, in Russia, in Messico, in SudAmerica esportando con orgoglio il metal italiano. Presa la decisione ed individuata la fisionomia del progetto che avevo bene in mente, mi sono messo subito al lavoro consapevole che un traguardo tanto ambizioso non sarebbe potuto partire se non con un operazione di grande spessore. Avevo bisogno di una band motivata e dalle qualità eccellenti. Così, ho chiamato quelli che a mio avviso sono - per attitudine e predisposizione emotiva - i migliori. Devo dire che sono stato molto fortunato perché i ragazzi che ora fanno parte dei DARK LUNACY hanno risposto immediatamente alla mia proposta in maniera positiva. Già al primo incontro, si notava grande sinergia tra di noi. Dopo un paio di concerti per rodare il feeling eravamo pronti ad entrare in studio per la realizzazione del nuovo album... e così è stato. Daniele Galassi, chitarra degli Infernal Poetry e Andy Marchini, bassista dei Sadist, non hanno bisogno di grandi presentazioni; chiunque mastichi di death metal nazionale ha di sicuro in casa un disco di queste due storiche bands. A completare la formazione sono poi arrivati Alessandro Vagnoni, batterista degli Infernal Poetry ed il chitarrista Claudio Cinquegrana. Il valore aggiunto che a mio avviso ha portato il progetto DARK LUNACY, è stato mettere insieme musicisti di valore ineccepibile ma con differenti personalità, dettate appunto dalle loro origini. Per ora incrociamo le dita ma presto incroceremo le chitarre di nuovo sugli stages di tutta Italia ed Europa ". Mike Lunacy - voce - Daniele Galassi - chitarra - Andy Marchini - basso - Claudio Cinquegrana - chitarra - Alessandro Vagnoni - batteria - tracklist : 01 - Epitaph 02 - Archangel'sk 03 - Curtains 04 - Epiclesis 05 - Masquerade 06 - Afraid 07 - Mood 08 - Sybir 09 - Snow 10 - Forgotten 11 - Weaver

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