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DARK AGES: A Closer Look

data

17/04/2017
78


Genere: Progressive Rock, Metal
Etichetta: Andromeda Relix
Distro: Pick Up / GT Music
Anno: 2017

L’Italia, per quanto riguarda la musica prog, non ha certo bisogno di insegnamenti vari. È un’indole rimasta dentro negli anni, e che si è tramandata col tempo grazie al rinnovo ed alla continuità del valore qualitativo tra i vari musicisti. Nel lato più propriamente metal, varie nazioni si sono fatte avanti con soddisfacente prepotenza, ed anche qui in Italia l’offerta non manca. Girovagando nel contesto del Lago di Garda troviamo i Dark Ages, formatisi negli anni ’80 dal chitarrista Simone Calciolari, ma che arrivano solo ora al terzo album della loro carriera (se contiamo il precedente ‘Teumman’ come un unico lavoro, sebbene diviso in due parti). Come tematiche si passa dalle storie che si sono stabilite nell’epoca assiro-babilonese di ‘Teumman’, con la voce navigata di Davide Cagnata ad impersonificare le valorose vicissitudini battagliere, all’analisi della contemporaneità con una proiezione verso il futuro inserita in ‘A Closer Look’, dove invece prende corpo una voce appunto più fresca e contemporanea, come quella di Roberto Roverselli. La vera freschezza ed il considerevole impatto frutto della modernità sono però rappresentati dagli ottimi suoni che pervadono tutto l’album, grazie ad un lavoro di produzione esemplare che ha permesso di rendere nitidi, riconoscibili e ben presenti tutti gli elementi della band, rendendoli tutti protagonisti. Tutti i brani dell’album sono piuttosto vari, mantenendo l’impronta generale dettata dal rock e metal progressivo, che pesca dal passato ma rimodellandolo in maniera sostanziosa per creare un prodotto che sia il più contemporaneo possibile. Tra le tante cose positive si segnala l’ottimo lavoro alle tastiere di Angela Busato, molto concreta, pulita e presente, inserendosi perfettamente nelle parti ad essa dedicate, dando pieno senso ai brani. Le tastiere in “Yours” sono assolutamente dinamiche, fluttuanti e scivolano via talmente lisce che è un piacere grandioso ascoltarle. Dignitoso contributo anche da parte della chitarra di Calciolari che, sempre in “Yours”, si destreggia con parti che assumono uno stampo molto classico, si potrebbe dire quasi ottantiano, e con la voce di Roverselli che si inserisce in maniera dosata e gradevole. Se dovessimo scegliere il brano che si stacca più in alto rispetto agli altri, oltre a “Yours” potremmo indicare anche “At The Edge Of Darkness”, tra tutti il brano più poliedrico dell’album, che parte con ritmiche addirittura quasi thrash, per poi immergersi nelle parti più sostenute in un power-progressive trascinante dove la voce di Roverselli si erge in tutta la sua personalità e scorrevolezza, e dove l’impianto musicale non mostra mai segni di cedimento o di flessione, ma è sempre costantemente attiva. Anche quando le luci musicali diventano più soffuse e prendono il sopravvento la chitarra acustica e le tastiere di sottofondo, l’intensità non cala, librandoci in viaggi e pensieri. Non c’è solo il supporto strumentale a dare la giusta caratura qualitativa della band, ma anche il contributo di ospiti come Claudio Brembati degli Anticlockwise, Ilaria L’Abbate e Tiziano Taffuri, che assieme a Roverselli si alternano alle voci durante “Against The Tides” con gusto e perizia, soprattutto la L’Abbate dà quel tocco leggiadro e sognante che ci riconcilia. ‘A Closer Look’ è un album che prende il sopravvento sin dai primi ascolti, e che riesce a metterci sostanzialmente d’accordo sin dall’inizio; basta ascoltare la title-track che dà inizio all'album per renderci conto dell'accoglienza che noi riceviamo. Ciò che ci costringe a non alzare ulteriormente la valutazione è il tempo maggiore che si deve dare all’assimilazione, da parte dell’ascoltatore, della voce di Roverselli, sicuramente buona e che entra piuttosto bene nei brani, ma ancora non completamente piena di trasporto e di vigore, e che deve essere maggiormente perfezionata e bilanciata con il fluire di tutto il percorso. Per ora è solo un dettaglio, ma è bene che venga levigato per non rischiare di rimanere un talento incompiuto. Superato questo piccolo ostacolo, saremo quindi di fronte a dei Dark Ages rinnovati ed orgogliosamente in prima fila nella scena del rock progressivo italiano.

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