OPHIOLATRY: Serpent's Verdict

Attivi dal 1998, i brasiliani Ophiolatry approdano al loro terzo album dopo una serie di split con altre realtà dell’underground metal estremo. Il progetto ci regala un death metal ferale dalle sfumature brutal e in linea con tutti i dogma della old school. Vicini ai suoni di Krisiun ed Abhorrence, seguono pedissequamente le linee tracciate dal filone. Cambi di tempo e poi rantolanti e violente accelerazioni esprimono quella bestialità tipica del genere del death sudamericano. Interessanti alcuni momenti più atmosferici e cupi che rendono certamente più armonico ed interessante il lavoro. C’è così un non so che di evocativo tra le movenze di questa “fiera” dagli artigli affilati. Illuminanti assoli di chitarra lasciano spazio a sincopate ritmiche in cui talvolta ci perdiamo, entusiasmandoci. Album di impatto, ricco di spunti e di un’interpretazione che arriva all’ascoltatore sia tecnicamente, sia emotivamente parlando. Elementi di originalità ce ne sono pochi, ma è tale la forza e l’energia profuse da non lasciarci indifferenti. Se da un lato troviamo virtuosismi, dall’altro non possiamo non apprezzare la spontaneità e la mancanza di quell’esasperazione tecnica a cui talvolta il death metal ambisce. Elementi che ci fanno sperare per il futuro del filone e della scuola sudamericana, così da consigliarvi 'Serpent's Verdict' senza se e senza ma.