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BLACK INSIDE

Autori di un ottimo disco come 'A Possession Day' che si è meritato i riflettori qui su Hardsounds, abbiamo fatto una chiacchierta con Luigi Martino, vocalist del gruppo, per cercare di approfondire la sostanza dei contenuti che marchiano a fuoco lo stile e la personalità dei Black Inside.

Secondo disco, secondo giro di boa, inizia a dirmi subito le differenze rispetto al primo disco. Ciao Sergio! 'A Possession Story' è probabilmente meno diretto rispetto al nostro esordio, ma più vario, meglio arrangiato, meglio suonato e a mio avviso più personale, siamo davvero contenti del risultato finale.

Avete un nuovo membro in squadra, come vi trovate e il perché di questo cambiamento. Dopo la registrazione di TWOS ha lasciato il chitarrista Peppe Pandolfi per seguire un corso di laurea fuori regione. Eddie è oggettivamente un altro tipo di musicista, legato all’Hard Rock e con uno stile vario e melodico ha portato in seno alla band un tipo di “vibrazioni” che mancavano, sicuramente il suo contributo al sound di APS è stato fondamentale.

A cosa aspirate con questa seconda fatica? Ho notato un cambio di etichetta. Esigenze diverse? È stato fatto un investimento importante sia in termini economici, sia di energia  per  provare a ottenere anche sotto l'aspetto della produzione un prodotto superiore al precedente. Anche la fase di scrittura sia dei testi, sia della musica è stata più pensata e piu intensa, questo perche ritengo sia fondamentale crescere ad ogni passo. Abbiamo cambiato etichetta perche abbiamo ritenuto che Red Cat abbia l'energia, la voglia e l’entusiasmo per supportare fattivamente le realtà underground.

Fare Heavy Metal Classic in Italia è cosa assai ardua, farlo al Sud ancora di più. Voi siete rimasti fedeli al vostro credo senza farvi influenzare dall'attuale mercato e mode del momento. Cosa vi spinge a questa conclusione? Fare musica inedita è molto difficile in un paese che sta vivendo un nuovo Medioevo dal punto di vista politico, economico e culturale. Fare metal è ancora più difficile, ma in buona sostanza noi suoniamo semplicemente la musica che ci brucia dentro, non abbiamo deciso di suonare questa musica, c’e l abbiamo dentro, tutto qua. Quando abbiamo scritto APS nessuno ha detto "…facciamo questo e poi questo…", il disco è il frutto di chitarra e voce e poi di arrangiamenti, insomma alla vecchia maniera, niente computer e musica finta.

La tua canzone preferita dell'album e un consiglio a chi si appresta ad ascoltare 'A Possession Story'. Domanda difficile!! Sono tutte canzoni che sento molto più mie rispetto al precedente disco perche ho messo tanta energia in questi brani firmandone di uno anche la musica. E' un disco molto vario dove convivono metal, hard rock, atmosfere sulfuree e tanta melodia. Il consiglio è sicuramente quello di comprare il disco e offrirci una chance.

Sono rimasto subito colpito (in modo favorevole) dalla copertina del disco, ha un messaggio particolare? ADORO! È  un idea di Laura Di gennaro, un omaggio al famoso film 'The Village Of The Damned'. Il messaggio è la possessione intesa come oppressione e negazione dell’ individuo in quanto entità autonoma, negazione del futuro, un concetto che si presta a varie interpretazioni, la possessione come ingerenza nella vita degli uomini da parte di governi, religioni e sovrastrutture che impediscono all’individuo di vivere in equilibrio, ingerenze che generano rabbia, frustrazione, depressione ed a volte follia. C'é un pezzo che parla di Jeffrey Dahmer e della sua vicenda in modo diverso dal solito, ho molto approfondito l'argomento e ho provato a dare una mia visione della sua terribile vicenda, mi sono posto delle domande. Cosa sempre piu rara al giorno d’oggi.

I vostri prossimi step quali sono? Avete gia in programma un tour o materiale promozionale? Un tour invernale per lo stivale, ci stiamo lavorando con Volcano Promotion, realtà sana ed entusiasta che ci sta supportando e aiutando in questo progetto. Per la prossima primavera sarebbe nostra intenzione fare alcune date in Europa, insomma...working progress.

A chi/cosa vi ispirate nel songwriting delle canzoni? Sicuramente ai nostri ascolti che sono comunque molto disomogenei e questo credo sia un gran valore aggiunto per questa band.  possiamo definire la nostra musica un coacervo alquanto personale perche ascoltiamo tutti musica molto diversa, e credo che questa sia una grande risorsa per i Black Inside. Chiaramente abbiamo i nostri riferimenti che fanno capolinea nei pezzi, e penso sopratutto a Iron Maiden, Black Sabbath, ma anche Led Zeppelin, il prog italiano, lo street rock degli Eighties.

Dal tuo punto di vista, punti di forza e punti di debolezza del nostro paese a riguardo della musica underground. Caro Sergio, punti di forza proprio non ne vedo, e credimi li sto cercando con il lanternino. C’e’ tanta, ma tanta mancanza di onesta intellettuale. Totale assenza di voglia di fare e di rischiare, ma credo che questo fenomeno del “non fare” sia essenzialmente legato a questa epoca senza anima che stiamo vivendo. Scriveranno sui libri di scuola tra 500 anni, gli anni 2000 il secondo medioevo della storia umana. E' cosi, noi siamo contemporanei e non ne abbiamo la percezione, c'è molto degrado non solo economico, ma culturale e sociale, degrado e negazione dell'espressione del sè, negazione del fare, assenza di fermento.

Un saluto ai lettori di Hardsounds! Grazie per il tempo che ci avete dedicato! Provate e proviamo a darci una speranza supportate la musica inedita italiana! Portate avanti con forza le vostre idee siate onesti verso voi stessi perche è solo con voi stessi che farete i conti alla fine, non abbiate rimpianti!!

Rock n Roll!!!

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