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POP EVIL

In occasione del concerto all’Alcatraz di Milano come guest di Marilyn Manson, riusciamo grazie a Barbara Francone della Neecee Agency ad intervistare Matt Di Rito, il bassista dei Pop Evil, che hanno da poco lanciato il nuovo singolo "Footsteps" tratto dall’album 'Up' in uscita il 21 di agosto. Ci accolgono molto cordialmente all’interno del loro tour-bus.

Ciao Matt, piacere di conoscerti e grazie per la disponibilità! Ciao e benvenuti a bordo!

Siamo curiosi di sapere qualche cosa in più del nuovo album! Il 21 agosto uscirà ‘Up’. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare il singolo “Footsteps” che ne anticipa l’uscita. Musicalmente ci sembra una conferma. Abbiamo percepito un sound un po’ più potente e dall’impatto più aggressivo, che va a braccetto col testo che ci invia un messaggio di forte ottimismo anche nelle difficoltà. E’ così? Si tratta di un testo autobiografico? Una sorta di incoraggiamento ad inseguire i propri sogni perché si possono realizzare un po’ come è successo a voi? Potete darci qualche anticipazione sul nuovo album? Cosa ci sarà di diverso e in cosa invece continueremo a riconoscere il vostro sound? Beh sì, autobiografico certamente. Nella nostra musica si riflette anche il nostro stato d’animo. Il precedente lavoro ‘Onyx’ è nato da un periodo buio, pieno di frustrazione che si poteva ritrovare tutto nei testi e nella musica. Mentre con ‘Up’ cambiamo sicuramente direzione. E ritengo che "Footsteps" sia proprio il singolo giusto con il quale far conoscere l’album perché dimostra in pieno questo cambiamento. Manda un messaggio positivo, vuole dire a tutti che abbiamo raggiunto i nostri obiettivi ma che non ci fermiamo, che c’è un futuro radioso davanti a noi. Abbiamo cercato di trasmettere questo messaggio di ottimismo in molte canzoni del nuovo album. Lo abbiamo voluto divertente, fruibile, leggero, non più così serioso, questo è ciò che principalmente lo caratterizza e lo differenzia dagli scorsi lavori, anche se poi l’impronta musicale rimane riconoscibile, è solo un cambiamento nei nostri stati d’animo, una crescita, di persone che vengono da esperienze diverse e luoghi diversi ma che nell’ultimo periodo hanno trascorso  moltissimo tempo insieme e si sono ritrovati quindi a condividere le stesse situazioni.

Cosa rappresenta la copertina che vi vede tutti di spalle verso un mare indefinito? E’ un approccio artistico per dire che stiamo guardando avanti verso il futuro e che i nostri obiettivi, i nostri sogni sono sempre più ambiziosi, grandi.

Come il mare? Sì, esattamente, proprio come il mare!

Come nasce invece la vostra musica? C’è un luogo particolare fisico, o metafisico che vi ispira o dove vi ritirate a comporre? Generalmente non scriviamo la nostra musica a tavolino e non c’è un posto o una situazione particolare che fa nascere le nostre canzoni, si tratta di ispirazione del momento. Per gli scorsi album tutto è nato dalle intuizioni ed idee di ciascuno di noi che poi venivano proposte singolarmente al resto della band. Ma per ‘Up’ abbiamo avuto un approccio completamente diverso. Ci siamo tutti riuniti insieme, i due chitarristi, io e il batterista (ad esclusione quindi del cantante Leigh, ndr), e abbiamo buttato giù le idee tutti insieme, lavorando sulla stessa traccia, sullo stesso spunto, in maniera meno individuale, più come una band. Comunque penso che il modo di comporre sia diverso da album ad album e non sappiamo se questo metodo sarà usato ad esempio per il prossimo, però ci è piaciuto particolarmente, ci ha legati.

Per rimanere in tema vorrei sottolineare che nonostante diversi cambi di formazione, ci sembra che riusciate ad esprimervi comunque come un gruppo unito, compatto , qual è il segreto per riuscire a trovare così presto il giusto feeling? Beh sai passiamo molto tempo insieme. Sebbene la line up sia cambiata e per alcuni si tratti della prima registrazione veramente professionale, dopo il successo di “Onyx” è partito un tour durato più di due anni durante il quale abbiamo vissuto a strettissimo contatto, abbiamo imparato a conoscerci, rispettarci.

E quanto è difficile vivere a così stretto contatto, sempre in giro per il mondo, in spazi tutto sommato ristretti e che lasciano poca privacy ad ognuno di voi? Talvolta è difficile, sì veramente. Ma non è poi così male, sai? A parte quando dobbiamo sopportare le nostre puzze (ride ndr)

Sembra più difficile che mantenere una famiglia! Davvero! Per me comunque questa è la mia famiglia

C’è invece un motivo particolare che vi ha fatto scegliere il produttore Adam Kasper? Vi sentite vicini alle sonorità dei Pearl Jam e dei Soundgarden? Beh è divertente perché in realtà non abbiamo uno stile del tutto grunge. E quindi una grande attrattiva per noi è stato il fatto che lui non abbia mai realmente lavorato con band come la nostra. E noi cercavamo qualcuno che avesse una visione della nostra musica completamente diversa da quella che abbiamo noi stessi. In passato abbiamo lavorato con Johnny K (in ‘War Of Angels’ del 2010 e ‘Onyx’ del 2013, ndr), un produttore più orientato verso il metal, ma questa volta cercavamo proprio un punto di vista e un modo di lavorare del tutto diversi.

E ne siete rimasti soddisfatti? Veramente, e molto.

Proprio parlando di generi musicali e punti di vista, in Italia siete conosciuti come una band post grunge, alternative, post rock, insomma un sacco di definizioni. Ma voi da chi ritenete di aver preso la maggiore ispirazione? E in cosa invece vi sentite unici e diversi? Bisogna dire che ognuno di noi della band ha diverse provenienze musicali e diverse ispirazioni. Ad esempio io sono molto influenzato da Nine Inch Nails, Marilyn Manson, Type ‘O Negative.

Allora è per questo che siete qui questa sera! Sì, devo dire che a me piacciono e ne sono influenzato un po’ più del resto del gruppo. Comunque principalmente sono ispirato da gruppi come Pearl Jam, Stone Temple Pilots…

Praticamente il sound dei primi anni Novanta! Esattamente! Ma ognuno di noi ascolta musica diversa e a vicenda ci siamo influenzati e fatti conoscere l’un l’altro i nostri gruppi ed artisti preferiti. Ed è questo mix che ha portato al nostro sound. Il risultato di una contaminazione di gusti e di persone con un passato ed esperienze molto diversi fra loro che insieme creano qualcosa di nuovo.

Questa sera ci farete ascoltare in anteprima qualche brano del nuovo lavoro, oltre a “Footsteps”? (Enigmatico) Suoneremo un'altra canzone nuova. (Sarà poi “In Disarray” a chiusura dello show, ndr).

Perché pensate siate stati scelti come special guest per questo concerto di Marilyn Manson? C’è qualcosa che vi accomuna al Reverendo? E’ una bella domanda! Inizialmente non pensavo che questo connubio potesse avere successo, per prima cosa perché lui (Manson, ndr) è un artista piuttosto astratto, con una sua tipologia di fan e pubblico, mentre noi siamo una band con discreti passaggi radiofonici. Ma durante il tour sono rimasto molto sorpreso dal buon riscontro che i fan di Manson ci hanno riservato, ci hanno apprezzati e questo mi ha reso veramente felice e soddisfatto. E a dire il vero non riesco veramente a capire cosa il pubblico del Reverendo abbia trovato in noi di così affine col suo beniamino. Però, vedi, credo che sia perché i suoi fan sono abituati all’ascolto di diversi tipi di sonorità: da quelli più pesanti ed heavy, a contaminazioni elettroniche industrial, a suoni più leggeri. Quindi sono aperti a diverse varianti!

O forse semplicemente piacete al Reverendo e vi ha chiamati in tour con lui! Comunque è il secondo anno consecutivo che vi vediamo calcare la scena come guests sul palco dell’Alcatraz. L’anno scorso, di spalla ai Five Finger Death Punch avete ottenuto ottimi riscontri dal pubblico e dalla critica.  Siete pronti ad effettuare prossimamente un tour europeo anche come headliners? Davvero hanno apprezzato il nostro show dello scorso anno? Bene! Spero che torneremo presto ovviamente, mi piacerebbe molto tornare per un nostro tour. Ricordo che, come spalla ai Five Finger Death Punch, la tappa di Milano è stata quella che ho preferito. Il locale era pieno di ragazzi che ci hanno accolto con grande calore ed entusiasmo, è stato veramente un pubblico straordinario e scatenato. Quel tipo di pubblico che ti riesce a caricare e trasmettere adrenalina!

Questa sera sarà sempre uno spettacolo breve come quello dello scorso anno, o avremo il piacere di ascoltare qualche canzone in più? Purtroppo abbiamo sempre poco tempo, suoneremo per una mezz’ora circa.

Solo mezz’ora? Dai, chiederemo qualche bis, così magari potrete suonare un po’ di più! Anche perché pensiamo che in mezz’ora sia difficile esprimere completamente la propria musica e farci capire di che pasta siete fatti! Speriamo! Però è un motivo in più per ritornare. In effetti in trenta minuti è più complicato dimostrare al pubblico chi sei e come suoni. Non puoi esprimere al meglio la tua musica o creare un percorso, una scaletta che abbia un senso. Devi solo salire sul palco, suonare al massimo, trasmettere grinta e andare.

C’è qualcosa che se poteste cambiereste di quanto fatto fino ad ora? Ovvero c’è qualche canzone che non sentite più vostra? Se sì, perché? Non ci sono canzoni che non sentiamo più nostre, soprattutto i singoli ci rappresentano molto. Anche se nel corso del tempo le cose sono cambiate, sono cambiati il nostro approccio alla musica, l’umore, le esperienze, le sensazioni, quello che abbiamo scritto è nato comunque da noi, dalle nostre esperienze e da quello che eravamo in passato. E’ stato parte della nostra vita, eravamo noi. Posso dire che sono contento di quanto abbiamo fatto fino ad ora. L’unico rimpianto è stato non averlo fatto dieci anni prima!

Ma forse dieci anni prima...Forse non avrebbe funzionato!

O forse non avreste avuto quel bagaglio di esperienze di vita necessario per esprimere gli stessi concetti! Anche questo è vero, ogni canzone, ogni show, ogni situazione è un pezzo di puzzle che ci porta ad essere quello che siamo.

Bene, allora per quanto sarete in tour? Ci rivedremo per altre date in Italia? In tour per tutta la vita (ride ndr). La prossima data in Italia dovrebbe essere di spalla ai Limp Bizkit.

Allora Matt, grazie per la disponibilità e arrivederci presto! Grazie a voi di Hardsounds per l’interesse mostrato nei nostri confronti!

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