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SONATA ARCTICA: RECKONING NIGHT

data

20/10/2004
85


Genere: Melodic Power Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro:
Anno: 2004

A poco più di un anno e mezzo di distanza dalla realease del precedente chiaccheratissimo album "Winterheart's Guild" ritornano sulla scena i Sonata Arctica e non perdono occasione per far parlare ancora tanto di loro. Il quintetto finnico in questi anni ha guadagnato una fama ed un successo difficilmente immaginabile di questi tempi, trascinandosi dietro anche le critiche di "chi con le malelingue ci campa": gente che nei primi anni della band si lamentava di un genere troppo vicino a quello dei connazionali Stratovarius e che ora non si lascia sfuggire l'occasione per creare un nuovo vespaio lamentandosi di un sound troppo diverso rispetto al passato e che "non li rispecchia più". Per fortuna però la stragrande maggioranza degli amanti del genere ha sempre seguito i Sonata con un certo interesse, godendo di album non particolarmente innovativi ma dai grandi contenuti (Chi ha detto "Silence"?) ed apprezzando una maturazione musicale in costante crescita e sviluppo. E così, dopo l'ondata melodica che aveva invaso "Winterheart's Guild", siamo qui a parlare di questo nuovo "Reckoning Night",: un album d'impatto segnato da un nuovo orientamento della band verso sonorità più dure sotto la grande insegna del Melodic-Power Metal con tutte le maiuscole al posto giusto. E bastano i primi 10 secondi dell'opener "Misplaced" per accorgersi di questo: un pesante guitar riff ed un organo in stile anni '70 ci introducono ad una più consona cavalcata in pieno stile, con un esordiente Henrik Klingenberg alle tastiere in grande spolvero. Nella strofa vengono riproposti i controcanti tanto cari al precedente album mentre i due bridge conferiscono al brano un intensità unica, esprimendo al meglio le abilità del singer Tony Kakko, e sfociando in un refrain corale non particolarmente orecchiabile ma di grande aggressività. La versatilità della band emerge già alla seconda canzone: il mid-tempo di "Blinded No More" offre un gustoso mix di line vocali armoniose e di linee musicali piuttosto grezze, con un aggressivo riff di chitarra che chiude lo stupendo refrain. Nei solismi l'accoppiata Klingenberg-Liimatainen offre spunti freschi e degni di nota, mettendosi a dura prova nella successiva "Ain't Your Fairytale": brano speed metal travolgente, che ricalca in modo ancora migliore la scia delle precedenti "Weballergy" e "Blank File". Il brano strumentale ci permette di tirare un po' il fiato, con lenti giri di piano che rendono l'atmosfera prima triste e sofferta e poi decisamente inquietante introducendoci al singolo "Don't Say A Word" (reso tale in quanto primo brano concluso dalla band, una bella prova di fiducia da parte di una label come la Nuclear Blast). Anche in questo brano i riff aggressivi di Jani la fanno da padrone, con un interpretazione vocale da parte di Tony ben riuscita e pregevole dal lato tecnico. La calma piatta prende il sopravvento in "The Boy Who Wanted To Be A Real Puppet", la filastrocca non riesce mai a coinvolgere come dovrebbe e questo contribuisce ad un leggero calo della qualità dell'album. Calo del quale non sembra vittima la successiva "My Selene", primo brano interamente scritto dal chitarrista Jani Liimatainen. Pezzo dalle velate linee melodiche e dal romantico refrain che non delude ed appassiona. I Sonata ci regalano un altro brano speed metal, "Wildfire", forse meno riuscito del precendete ma altrettanto ritmato e trascinante la cui potenza verrà piacevolmente testata in sede live. La band "sfoga" la propria voglia di melodie in "White Pearl, Black Oceans", lungo brano nel quale si esaltano le doti di songwriter di Tony Kakko e le abilità di drumming di Portimo, che dove non brilla per tecnica stupisce con una grandi doti di qualità e varietà. A chiudere il lotto ci pensa la ballad "Shamandalie", dall'enigmatico titolo e dal dolce sound che regala un degno finale romantico all'album. Tirando le somme è veramente difficile rimanere delusi da questo "Reckoning Night", un album colmo di emozioni e di nuova grinta ritrovata dalla band. Con le abilità compositive del front-man Kakko che ancora di più brillano per qualità offrendo, come se fosse già abbastanza, delle lyrics di grande spessore (Misplaced, Shamandalie su tutte, con l'ottimo lavoro svolto da Jani per My Selene) con originali inserti in diverse lingue, cosa alla quale il singer ci ha già abituato in passato. Un album consigliato a tutti gli amanti del Power Metal in generale ed in particolare ai fan della band, che si troveranno di fronte ad una curatissima versione in digipack. I Sonata Arctica non hanno certo finito di stupire e sonno anni luce dallo sfornare un prodotto di medio/basso valore, per Kakko e soci un nuovo successo ed un nuovo passo in avanti per una carriera ancora gloriosa e redditizia.

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