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EVERGREY

Dopo diversi tentativi andati a vuoto finalmente ho la possibilità concreta d'intervistare gli Evergrey, l'occasione è la loro calata italica per il tour europeo di supporto al nuovo disco "Monday Morning Apocalypse". Fuori dalle porte del Rainbow Club di Milano la band ci aspetta all'interno del proprio confortebole tour bus, dove i nostri interlocutori per questa chiaccherata saranno Henrik Danhage (Guitars), Jonas Ekdahl (Drums) e il nuovo bassista Fredrik Larsson, ex degli Hammerfall. Contavo di avere la possibilità di parlare con Tom Englund, cantante e chitarrista della band, in qualità di principale autore dei testi e delle musiche per via di alcune mie curiosità sugli scritti della band. Poco male, mi auguro comunque che i miei tre interlocutori sappiano darmi risposte soddisfacenti; ed invece ne esce un intervista tra le più strane che abbia mai realizzato, dove i silenzi di imbarazzo generale erano all'ordine del giorno. Un silenzioso Larsson, vuoi per la sua giovane vita all'interno della band, non proferisce parola, mentre Danhage non si dimostra propriamente tra i più disponibili, rispondendo si alle domande ma quasi da infastidito, probabilmente perchè eravamo gli ultimi in programma. A risollevare le sorti della serata ci pensa il giovane Ekdahl che si lascia fortunatamente andare a qualche battuta che spezza un pò il fiato, ma fatevi un idea voi leggendo cosa è successo... Ciao ragazzi, grazie per l’intervista! Per prima cosa, che cos’è per voi “Monday Morning Apocalypse” e perchè avete deciso di chiamare così l’album? (Lungo silenzio, ndr) Jonas Ekdahl:Ricordi la storia che mi raccontasti? (Nuovo Silenzio, ndr.) Quella che mi raccontasti quando eravamo in studio… Henrik Danhage: Dove? Jonas: Non ricordo, mi raccontasti la storia riguardo a quello che senti per “Monday Morning Apocalypse” Henrik: Riguardo “Monday Morning Apocalypse”? Ok ok! E’ quanto ti svegli troppo tardi e dovresti andare, non lo so, al tuo lavoro o…o dovunque altro. Ti alzi, cercando di berti il tuo caffé e la tazza ti cade e c’è del caffé dappertutto sul fottuto pavimento. Devi correre giù dalle scale per prendere la tua macchina ma questa è sommersa dalla neve e sei costretto ad andare a prendere il treno e mentre sei lungo la strada il treno ti passa davanti, questa è per me la tipica “Monday Morning Apocalypse”. Ok…Le canzoni in questo disco sono più corte rispetto al normale, in passato ci avete abituato a canzoni più lunghe con arrangiamenti complicati che suonavano meno dirette ma più maestose. Non saprei dire qual è il miglior modo di far musica per gli Evergrey perché li ho apprezzati entrambi, ma perché avete intrapreso questo modo di scrivere? E’ stata una richiesta della vostra label o una vostra evoluzione naturale? Henrik: Penso che siano cose che succedano, per come la vedo io nei primi due album eravamo molto più diretti, you know… (Ennesimo silenzio, ndr) Sull’ultimo disco ci siamo concentrati nel fare belle canzoni che avessero un certo effetto nei live perché, stiamo suonando ancora un sacco di vecchie canzoni quindi questi elementi ci sono ancora nei nostri show, ma avevamo deciso di aver bisogno di più canzoni dirette.. per il nostro live set… per rendere le cose più naturali,senza fare dei musical perché ci sono band che lo sanno fare molto meglio di noi . Il lato migliore di noi Evergrey è la nostra abilità nell’esprimere un certo tipo di sonorità oscure, questo è quello che ci differenzia da molte altre band. Riguardo ai concerti, quale pensate possa essere la differenza in uno show tra le vecchie canzoni e le nuove canzoni dal vostro punto di vista? Credete sia più facile o divertente suonare i nuovi pezzi? Henrik: Voglio dire… Tu potrai sentire da me quanto una canzone è grande, ma mia madre, che non capisce niente di musica, a lei piace cantare. E se tu sei un bravo musicista potrai riconoscere che ci sono degli arrangiamenti e degli accordi molto difficili nelle canzoni. A lei non interessa della tecnica o altro…questo a mio modo di vedere dovrebbe essere un buon musicista. E se quello che facciamo è difficile o molto semplice per lei non ha importanza. Una buona canzone è una buona canzone. Probabilmente è solo una mia idea ma credo che da “At Lost For Words” fino alla fine del disco il sound assomigli di più a quello dei vostri ultimi due album e credo funzioni alla perfezione anche questa volta. Siete d’accordo? Henrik: (Silenzio) Non lo so… La mia idea è che la prima parte del disco suoni più diretta, come hai detto tu poco fa, mentre la seconda sia più oscura, profonda. Henrik: E’ difficile…non ricordo l’ordine con cui abbiamo scritto le canzoni. Mi sembra di ricordare che la prima sia stata “Lost” e dopo Tom abbia scritto “At Loss For Words”, è stata la prima fatta da Tom. Jonas: E “Unspeakable” . Henrik: Si, e “Unspeakable”. E questa canzone è molto differente da tutte quelle fatte da Tom, tutte le altre sono praticamente intatte rispetto alla versioni della demo che abbiamo portato ai produttori. Bisognerà scriverlo sul nostro sito perché la gente pensa che i produttori abbiano fatto tutto ma la demo che abbiamo fatto è pressoché identica alla versione su disco. Jonas: Yeah… Pensate che questo tipo di composizioni saranno presenti anche sul vostro prossimo album? Henrik: Non lo so, per quanto riguarda gli ultimi tre album abbiamo registrato delle demo prima del disco ma abbiamo sempre usato delle tecniche diverse. Non siamo il tipo di band che si siede in una stanza e prova a jammare sulle canzoni, solitamente qualcuno arriva con un idea ed allora anche gli altri si uniscono a quest’idea e si lavora insieme. Vedremo cosa succederà, non abbiamo nessuna canzone pronta al momento e non sappiamo ancora quando entreremo in studio. Ho sempre pensato che uno degli aspetti più interessanti della vostra musica siano i testi, di cosa parlano i testi di “Monday Morning Apocalypse”? Volete spiegarci il significato di un testo in particolare? Henrik: Mmmmmmmm. Jonas: Parlano di un sacco di cose diverse. (Silenzio, ndr) Henrik: Sono gli elementi dei tipici testi degli Evergrey, you know…Solitudine, amore, morte. Jonas: Morteeeee. Henrik: Morte! Tutte cose oscure. Jonas: Non è un concept album, i testi parlano di cose diverse tra di loro. Sempre amore, solitudine, morte e “cose oscure”. C’è un testo in particolare che preferite del nuovo album… (Dodici secondi netti di silenzio, ndr) Jonas: Fondamentalmente tutte quante. Henrik: Penso siano tutte buone, in tutti i sensi. Voglio dire, sicuramente voi potete giudicare meglio di me quanto sia buono il testo di una canzone...noi siamo troppo legati ad esse. Dove trovate l'ispirazione durante il songwriting e per scrivere i testi? Sono sensazioni che vi colgono al momento o appianate tutto precedentemente? Henrik: Dipende, è quasi sempre diverso. Qualche volta a qualcuno viene un idea e Tom scrive qualcosa a quel riguardo, you know...Quello che mi piace dell'ultimo disco è che non è un concept, trovo molto più divertente avere diversi argomenti da trattare nelle canzoni, anche per i testi ovviamente. Fare un concept richiede molto più tempo per riuscire a mettere tutti d'accordo. Si penso sia una cosa che accade naturalmente, anche se spesso è un duro lavoro (In inglese: "Work"). Jonas: Word! Henrik: Work! (Jonas canticchia il ritornello di "At Loss For Words", ndr) In qualità di musicisti quali sono i vostri preferiti e perchè? Fredrik Larsson: Ascolto molti diversi bassisti, potrebbe essere Flea dei Red Hot Chili Peppers come tanti altri, non ne ho idea. Henrik: Penso che il migliore per me, parlando di chitarristi ovviamente, è Eddie Van Halen. E' stato lui la ragione per la quale ho cominciato a suonare la chitarra. Ci sono così tanti bravi musicisti…e qualche d’uno di essi suona in qualche buona band, you know, come i Kiss. Jonas: Sono d’accordo per i Kiss. Il mio musicista preferito invece è Richie Kotzen, anche se è un chitarrista. Ok, questa era una domanda per Tom ma la giriamo a voi! Nei vostri testi parlate di religione, che rapporto avete voi con la religione? Vi ritenete credenti o che altro? Jonas: Odio veramente i testi di Tom! Bastardo! (Scherzando e generando le risate generali, ndr) Frederik: Non mi ritengo un religioso, o un credente. Ma penso che certe gente faccia bene a crederci, se la fa sentire meglio. Henrik: Non sono credente, l’unica cosa in cui credo è in me stesso. Mi da fiducia anche nelle cose che forse non riuscirei a fare. Jonas: Io credo che ci sia qualche potere superiore ma non saprei dire di più, you know…io credo che ci sia. Questo è tutto ragazzi, vi lasciamo lo spazio per salutare i lettori di Hardsounds.it! Henrik: Grazie per aver letto quest’intervista! Spero che voi ci siate stasera a vedere il concerto, altrimenti beh…dovete venire la prossima volta!

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