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OTTONE PESANTE

Una fulgida realtà anticonvenzionale tutta italiana che si è ritagliata uno spazio non solo nel panorama nazionale, ma soprattutto all’estero. Ne è testimonianza il numero di concerti (oltre 350 in sette anni di esistenza lungo 18 nazioni europee), e le numerose collaborazioni con altre band (Calibro 35, Iosonouncane, Diodato, Nada, Bologna Violenta, Void Of Sleep, Baustelle etc). Abbiamo colto l’occasione per fare due chiacchiere con Francesco Bucci (trombone).

Parlateci di voi? Come vi siete formati e da dove nasce l’idea di creare una formazione così atipica? Pensavate che la classica band voce-chitarra-basso-batteria fosse fin troppo convenzionale nel metal? Ottone Pesante nasce ufficialmente nel 2015 con la pubblicazione del primo EP omonimo. Nasce soprattutto dall'esigenza di sperimentare nuove strade nella musica per ottoni e dal desiderio di coniugare la passione per il Metal con quella per il trombone e la tromba. Avevamo voglia di scombinare le regole e la convinzione che si potesse creare un nuovo genere musicale.

Quali le band che vi hanno ispirato? Naked City/John Zorn e Zu rientrano tra queste? Ascoltiamo tantissima musica di tutti i generi. Sicuramente le band che hai citato sono tra i nostri ascolti, Zu soprattutto per quel che mi riguarda. Chi ci ha ispirato? Molti gruppi storici degli anni novanta: At The Gates, Dark Tranquillity, Katatonia, Death, Anathema, Pantera. In più aggiungerei alcuni ascolti più contemporanei di band come: Liturgy, Colin Stetson, Wiegedood, Discordance Axis, Sons of Kemet...

Come siete stati recepiti da pubblico e critica all’inizio della carriera e come adesso? Essendo molto al confine tra vari generi, inizialmente c'era molta curiosità e anche molta diffidenza. Ora, dopo molti anni in continua evoluzione, siamo riusciti a convincere più o meno tutti, dai Metallari ai Jazzisti e questo ci fa molto piacere!

Da dove è nata l’idea di uno split con Sudoku Killer per la Subsound Records? Devo dire che la proposta ci è arrivata direttamente da Caterina Palazzi e da Subsound. Noi abbiamo accettato subito perchè ci siamo sentiti molto in sintonia con la voglia di sperimentare e di mescolare le carte, caratteristiche che ci accomunano molto ai Sudoku Killer.

Quali nazioni vi hanno dato più soddisfazioni a livello di pubblico? Raccontateci qualche aneddoto che vi è successo durante i tour? Potrei citare Germania e Repubblica Ceca. La prima perchè lì c'è sempre un pubblico molto attento e che a fine serata si presenta al banchetto per comprare dischi, magliette, ecc., cosa che fa sempre molto piacere. La seconda è la repubblica Ceca, qua c'è un pubblico molto giovane che ha voglia di divertirsi e di spaccarsi sotto al palco. È sempre molto divertente! Potrei raccontarti dell'ultimo tour che ci ha portato ad inizio marzo scorso ad essere nell'estremo ovest della Repubblica Ceca a 400km dall'Ucraina... Ci siamo trovati, a pochi giorni dall'inizio della guerra, in mezzo a donne in fuga, mezzi militari, convogli delle nazioni unite. Abbiamo suonato ad Ostrava, centro di smistamento delle armi in arrivo dall'UE e abbiamo conosciuto un profugo appena fuggito. È stato davvero inquietante ed angosciante.

Il vostro sound ha un forte appeal cinematografico come traspare da Die "Ewige Wiederkunft Des Gleichen". Siete già stati contattati da qualche produttore/regista per una colonna sonora? In molti ci fanno notare questo aspetto della nostra musica e ne siamo molto contenti. A dire il vero ci avevano contattato, molti anni fa, per una produzione porno / splatter. Utilizzarono un nostro brano, Trombstone, per il video trailer, poi purtroppo non ottennero i fondi sperati e tutto si bloccò. Anno scorso invece ci commissionarono il rifacimento della colonna sonora di un cartone animato di inizio 2000 dal titolo “Les triplettes de Belleville” che suonammo dal vivo per un bel festival a Cervia: Cinemasuono.

Avete mai considerato di inserire in formazione un vocalist? dato che non scrivete testi, come fate a scegliere i titoli dei brani tirando fuori elucubrazioni mistiche alquanto meditate e criptiche? Abbiamo fatto alcune collaborazioni molto riuscite con Travis Ryan (Cattle Decapitation), Sara B. (Messa) e Silvio Sassi (Abaton). Ci piacerebbe sicuramente approfondire la questione, ma niente di programmato per ora. Inizialmente cercavo di dare dei titoli che richiamassero sia il mondo del Metal, sia quello degli ottoni con un'accezione spesso spiritosa. A partire da Apocalips invece seguo sempre un concept che sta dietro a tutto il disco e che lega ancor di più la musica a tutta l'idea che c'è dietro.

Avete un corposo numero di collaborazioni con altre formazioni underground e mainstream. Cosa vi rende così richiesti? La difficoltà a reperire musicisti che suonano tromba e trombone oppure la particolarità del vostro sound? Sia io sia Paolo abbiamo sempre lavorato come sezione fiati, ancor prima di creare OP. Esserci fatti conoscere ha contribuito ad ampliare le richieste. Aggiungo che in certi ambienti musicali non è così comune trovare musicisti abili con i nostri strumenti e in più noi abbiamo una conoscenza dell'elettronica che ci permette di ampliare di molto le possibilità rispetto ad altri. Quindi sì, la particolarità del nostro suono è stata fondamentale.

Qual è il significato della copertina di ‘Apocalips’? Guardandola mi è venuta l’idea che chi suona strumenti a fiato spazzerà via quelli tradizionali. Mentre quella di ‘And The Black Bells Rang” rappresenta il male della guerra perpetrata attraverso il suo archetipo cioè il capo? 'Apocalips' è incentrato sul libro dell'Apocalisse di San Giovanni nel quale, ad un certo punto, si parla di 7 trombe che annunciano morte e distruzione. Ci siamo rifatti a questo e abbiamo voluto rappresentare, come dici tu, le nostre trombe che spazzano via l'idea della strumentazione “classica” della musica estrema, tutto in maniera molto scherzosa. La copertina dell'ultimo EP invece, rappresenta la venuta della guerra al suono delle campane nere e il Boes con la faccia di capra rappresenta l'istinto animale, istinto che ci ha totalmente guidato nella realizzazione di 'And the black bells rang'.

Credete che la vostra proposta possa fare breccia verso etichette discografiche di punta a livello internazionale o pensate che debba rimanere ancorata entro i confini dell’underground? Io penso che le possibilità ci siano e che OP sia in una fase di crescita. La nostra proposta è assolutamente unica e il fatto che suoneremo al Brutal Assault il prossimo agosto, dimostra che ci sono le giuste premesse per crescere ancora di più a livello internazionale. Detto questo, noi stiamo lavorando con Aural music già dagli ultimi 2 lavori e ci troviamo molto bene!

Volete aggiungere qualcosa? Grazie a voi della redazione e al pubblico di Hardsounds! Speriamo di vederci in giro per i prossimi concerti: dopo più di 2 anni di stop ce n'è proprio bisogno!!

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