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SUPERNAUGHTY

Oggi vi trasciniamo in questa full immersion nel mondo heavy rock dei Supernaughty, band livornese classe 2014. Siamo in mezzo a sonorità un po’ doom, un po’ stoner e mai pienamente l’una o l’altra. E per capire meglio la loro dimensione abbiamo deciso di farci una chiacchierata all’alba del rilascio del loro primo EP 'Vol.1' in uscita per Argonauta Records. Ci siamo quindi incontrati con Alessio Franceschi (batteria), Filippo Del Bimbo (chitarra) Angelo Fagni (Cantante/seconda chitarra) e Luca Raffoni (basso).

Iniziamo col presentare questo progetto, nato nel 2014 e che vede la luce della prima produzione proprio in questo mese. Come nascono i Supernaughty? Ale: Nascono come cover band dei Black Sabbath nel 2014 da un’idea di Filippo. La formazione, per 2/3 la medesima di adesso, inizia poi a scrivere pezzi originali e da quel momento nasce il progetto.

E questo nome da cosa nasce? Ale: Anche il nome vuole essere un tributo alla band di Birmingham, anche se poi in realtà a parte qualche sonorità non c’abbiamo molto a che fare. Il nome nasce per assonanza con Supernauti prima scelta della band. Di derivazione da "Supernautes" pezzo dei Sabbath presente su 'Vol.4'. Poi, siccome siamo dei birbanti, l’assonanza tra “Nauti” e “Naughty” è stata immediata. Ergo, Supernaughty!

Idee chiarissime e nessuna cosa lasciata al caso quindi. E quali sono le caratteristiche principali che animano questo progetto? Pippo: sono la voglia di fare il più casino possibile. Andare in giro insieme per fare musica è quello che anima il progetto.

Quindi, in realtà, a legarvi non è solo un rapporto collaborativo! Come si conoscono i Supernaughty? Ale: Ci conosciamo fin dagli anni ’90, anche se non uscivamo insieme. Io e Angelo suonavamo insieme, poi io sono stato chiamato a suonare con Pippo quando ancora la band faceva cover dei Black Sabbath, serviva un cantante e mi sono portato appresso Angelo, e Luca è l’ultimo arrivato. Ci è stato consigliato quando cercavamo un bassista.

Qual è il vostro habitat naturale di produzione? Ale: senza dubbio il fondo! Le idee principali son di Pippo, ma più o meno i brani vengono fuori da jam session in sala prove. E si va avanti tra una birra e l’altra finché non troviamo il sound giusto.

Angelo: Fondamentalmente, i brani son fatti d’istinto e brainstorming.

Pensate che la vostra musica si ispiri a qualche band in particolar modo o credete di aver più o meno raggiunto l’identità musicale che vi prefiggevate di raggiungere?  Pippo: abbiamo tante influenze diverse, ma quello che suoniamo ci viene d’istinto senza pensare a come sarà alla fine il pezzo. Alla fine comunque abbiamo ben in mente quello che deve venire fuori.

Dal momento che tutta la vostra musica nasce da un istinto, da un’improvvisazione, pensate che il lavoro in studio uccida l’anima grezza dei Supernaughty? Ale: no, no! Anzi. La produzione può dare ulteriori caratteri distintivi ad una base già pronta.

E questa prima esperienza (sicuramente per questa band) di studio com’è stata? Quanto ci è voluto per partorire Vol.1? Luca: non ci è voluto molto, ognuno sapeva cosa stava facendo ed il sound che voleva ottenere in questo album. Le registrazioni in studio son durate 4-5 giornate. Abbiamo poi investito più tempo sul mixaggio.

Vol. 1. è il vostro primo lavoro, ed uscito per Argonauta Records. Raccontateci la genesi del disco. Angelo: Vol. 1 è stata un po’ una sorpresa per me, molto meglio di come pensavo. Ho creduto fin dall’inizio che i Supernaughty fossero un progetto concreto, ma qua si sono superate le aspettative.
Ale: in realtà credo sia un album più di transizione che di debutto. Segna un chiaro passaggio verso le sonorità e la musica che vogliamo scrivere adesso, anche se bisogna ancora smussare delle cose.

In che senso “un album di transizione”? Ale: abbiamo chiuso con una parte dei primi Supernaughty per arrivare a quelli di ora.
Pippo: il nostro sound sta diventando più uniforme adesso a differenza dell’inizio.

Di cosa parlano le vostre canzoni? Angelo: Di vita, di abitudini più o meno quotidianamente vissute, di sesso: unica esperienza mistica rimasta che ci guida come un faro nella notte. Tributiamo le nostre Mistress. Il concetto fondamentale è la voglia di divertirsi e di evadere. Pur restando ad osservare ciò che succede nel mondo. I Naughty vedono tutto.

Poco tempo fa è uscito il vostro primo Official Video “Mistress”, tra l’altro l’open track del vostro disco. Un video del tutto home made. Qual è il messaggio che esattamente volevate mandare al pubblico con questo lavoro? Pippo: abbiamo voluto esprimere la nostra genuinità nel fare le cose, sia a livello musicale che di immagine. Noi siamo così, non siamo una band costruita per apparire in un certo modo. Siamo quelli che vedete e che sentite. Inoltre, anche se sappiamo bene quanto nel mainstream sia importante il video come strumento in sé per sé per comunicare col video, noi non riusciamo ancora a dargli tutta quella importanza.

Ed io che vi conosco personalmente, posso garantire la vostra naturalezza nel fare le cose. Ma quindi come descrivereste i Supernaughty nella musica e nella vita di tutti i giorni a chi non vi conosce? Ale: padri di famiglia e lavoratori che la sera evadono cullandosi in questa passione che accomuna tutti.
Angelo: quattro working class heroes, uomini, padri, bimbi, che suonano divertendosi e sbeffeggiando tutto e tutti.

Sabato 17 febbraio, durante il Fuzz’n Roll Fest organizzato dalla Blotch Records & Promotions, c’è stato il vostro Release Party. Come vi è sembrato? Pippo: eravamo super carichi ed abbiamo sentito la bell’energia positiva delle persone presenti, che non erano poche. Ci siamo divertiti tanto!

I feedback del pubblico come li trovate finora? Come sta andando la vendita del disco? Diremmo bene. Per il momento solo feedback positivi e belle recensioni. Abbiamo anche dei fedelissimi, ma ad ogni concerto troviamo qualche nuovo fan e la risposta finale ai nostri live è sempre positiva. Crediamo comunque nel lavoro duro, sappiamo che c’è da fare tanto. Per il momento è ancora presto per fare un resoconto accurato, ma i feedback sono incoraggianti.

Certo che per un’anima genuina come la vostra, tra l’altro condivisa tra tutti voi quattro, la pianificazione tecnologica dev’essere tutt’altro che divertente. Stiamo vedendo che la musica ad oggi passa da tutt’altri canali: attraverso i social e le piattaforme mediatiche. Come vivete voi questo momento storico musicale e questa presenza massiccia di tecnologia? Ale: certo è che bisogna adattarsi. Se il pubblico comunica, compra e visualizza attraverso questi canali bisogna fare altrettanto.
Pippo: quello che voglio dire è che i social sono molto utili per farsi conoscere, ma si deve star attenti a non esuberare, perché poi si rischia di diventare troppo assillanti e quindi noiosi. Noi preferiamo stare su un palco con l’energia delle persone veramente presenti, piuttosto che vederle da uno schermo o contare i like.
Ale: questo è vero. È pero anche vero che Facebook, Instragram, YouTube, sono indispensabili.

Se poteste esprimere un desiderio, cosa vorreste veder realizzato e dove vi vedreste fra 5 anni? Luca: Un bel tour europeo, il più lontano possibile.
Pippo: ci piacerebbe girare un po’ di più per avere un riscontro di più ampio respiro con altre realtà.
Angelo: qualcosa da raccontare… per sempre.

Progetti in corso e prossimi appuntamenti? Luca: abbiamo tre date imminenti: 24 marzo a Vercelli, il 14 aprile al The Cage in apertura agli Zeke (la terza band internazionale a cui apriamo dopo i Fatso Jatson e gli High On Fire), ed il 21 aprile a Genova. E lavoriamo ad un tour estivo che per adesso lasciamo top secret.
Ale: in più stiamo già lavorando a brani nuovi, qualcuno lo portiamo già live. Ed usciremo a breve con un nuovo video. Ma non abbiamo fretta di rientrare in studio, ci vogliamo godere un po’ la scena live e la promozione del disco.

E siamo giunti alla conclusione della nostra intervista: volete lasciare un messaggio a tutti i lettori di Hardsounds? Seguiteci e visitate i nostri canali. I Naughty non mollano mai.

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