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DRAGONFORCE

Gli alfieri del power metal made in England approdano con un tour da headliner anche nel Bel Paese (supportati dai notevoli Firewind di Gus G., band rivelatasi davvero potente e quadrata). Potevamo noi di Hardsounds mancare ad entrambe le date? Ovviamente no; ecco quindi il resoconto della prima serata che vede protagonisti i Dragonforce in Italia, quella di Roncade, che ha visto un'affluenza decisamente contenuta ma costituita da un pubblico più che partecipe. Il mio ingresso nel locale coincide proprio con i primi minuti dell'esibizione dei FIREWIND. La band di Gus G. è in forma e compatta, e sciorina davanti a tutti i presenti un'ottima dose di metal classico pesantemente contaminato di power metal; a subire maggiori saccheggi è ovviamente l'ultimo, maiuscolo, "Allegiance", ma non viene dimenticato nemmeno il predecessore "Forged By Fire". A catalizzare le attenzioni dei più sono il già citato Gus G., vero virtuoso della sei corde, e il frontman Apollo, resosi protagonista di una perfomance degna di nota anche se forse un po' pacchiana in certi atteggiamenti nei confronti del pubblico. Da menzionare anche l'intermezzo strumentale che se non ha aggiunto nulla al concerto ha convinto tutti quanti in merito alla perizia tecnica dei nostri. Pollica in alto all the way. Lo show dei DRAGONFORCE è stato senza dubbio un macchinario messo in opera da dei professionisti dello strumento e del palco. Tutta la band, Li e Totman in primis, si sono dimostrati dei signori musicisti, capaci senza troppi problemi di tenere testa agli strabilianti virtuosismi incisi su disco con precisione chirurgica senza rinunciare ma anzi enfatizzando una presenza scenica interamente votata all'intrattenimento (anche se il continuo agitarsi a casaccio del tastierista Vadim, autore peraltro di un siparietto che definire 'solo' risulterebbe grave offesa nei confronti di keyboardists di ben altro spessore, dietro i suoi tasti d'avorio risulta piuttosto fastidioso ed inadeguato). Si comincia con "Black Fire" e "My Spirit Will Go On", e bastano due canzoni per rendersi conto che 'vista una, viste tutte'. I brani della band infatti, peraltro composti con abilità, seguono uno schema praticamente invariabile; circa tre o quattro minuti di selvagge scorribande che ricordano una versione accellerata (ricordate quando da bambini si faceva intenzionalmente rallentare o velocizzare una canzone con il 'mangiacassette'? Ecco, uguale) degli Stratovarius, dopo i quali fa capolino il temibile siparietto 'assoli'. Totman e Li saltano infatti nella prima linea del palco a mo' di supereroi e sfoggiano con invidiabile perizia tecnica assoli lunghi ed articolati mentre il singer ZP cerca di ammazzare il tempo passeggiando per lo stage tra l'altro piccolino del New Age. Divertente per una mezz'oretta, poi ci si stufa e si comincia a dubitare che la vera sostanza dei Dragonforce sia ben poca e che piazzando un mp3 accellerato di Malmsteen su un mp3 altrettanto velocizzato di Cristina D'Avena il risultato sia il medesimo. Tolto ciò, il concerto è stato gradevole ed ha accontentato la stragrande maggioranza dei presenti; una scelta di brani abbastanza accurata ha lasciato come encore l'ottima "Through The Fire And The Flames" e "Valley Of The Damned", mentre le varie "Revolution Deathsquad", "Operation Ground And Pound" e "Fury Of The Storm" hanno fatto il resto. In una parola: divertenti, nonostante si cada spesso oltre la linea del super pacchiano. DRAGONFORCE setlist Black Fire My Spirit Will Go On Operation Ground & Pound Revolution Deathsquad Trail Of Broken Hearts Key Solo Soldiers Of The Wasteland Storming The Burning Fields Fury Of The Storm Through The Fire And The Flames Valley Of The Damned

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