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SOUTHERN DRINKSTRUCTION

Se è da tanto tempo che non vi divertite veramente ad un concerto, se siete stanchi delle solite performance stilisticamente e tecnicamente valide, ma prive di quella sana follia che differenzia un live da un altro (in una sola parola: cazzaraggine), bene, allora siete arrivati tardi perché questo era il concerto che cercavate. Aprono i liguri Carcharodon, purveyors di un perfetto incrocio tra stoner ribassato nelle accordature, sludge e qualche capatina nel death con un occhio sempre ben focalizzato ai riffoni del buon Zakk Wylde; quindi tanta caciara per gli amanti della risata a ritmi non sostenuti, ma con tanto groove, coretti hardcore-punk ed un growl molto ben calibrato. Sale il divertimento con l’esecuzione del brano "Marylin Monroid" che esordisce in modo country, ma ben presto vira verso lo stoner, dedicato dal cantante alla sua ex ragazza che voleva fare la pin-up e si sa che queste signorine sono solite elargire la parte posteriore del corpo finendo per accusare quel fastidio tipico di chi usa troppo lo sfintere (emorroidi); segue "Squiriquì", stoner con coretti punk per le donne avvezze allo squirting, si chiude con "Putrid Monge" affettuosamente, tanto per cambiare, indirizzato alle donne che rompono il cazzo. Cambio di palco e si succedono gli Haemophagus che ci scartavetrano con un death metal molto old-school sulla scia dei primi Death (periodo 'Scream Bloody Gore'), Autopsy (di 'Mental Funeral'), Repulsion e Asphyx specie per il cantato che ricorda Martin Van Drunen; ogni singolo brano richiama nitidamente ciascuna delle band citate in maniera netta e distinta. Peccato solo per il mixaggio dei suoni che ha penalizzato il basso, nel senso che il suono non si amalgamava col resto degli strumenti, ma restava come un corpo estraneo a causa del suo sound troppo secco. Headliner della serata i Southern Drinkstruction che festeggiano con l'occasione l'uscita del nuovo lavoro 'Drunk Till Death' che, per motivi doganali, non era disponibile per l'acquisto durante il set. L'attenzione viene immediatamente attirata dalla chitarra a mò di logo della band e la t-shirt dei Saxon indossata da Pinuccio (chitarrista). Rispetto ai precedenti lavori la band ha rallentato la velocità, inserito nel suo death una maggiore presenza di parti doom e riff death and roll; c’è stata anche una chiarissima ode agli Obituary del periodo 'End Complete' e qualche estratto da 'Drink With Us' tra i quali ha spiccato "Sex Sex Sex". Diversamente dagli altri loro concerti non è stata la birra a farla da padrona, ma stavolta è toccato al whisky, distribuito a tutti coloro che si avvicinavano al palco con un bicchiere da un apposito mescitore. Il locale nel frattempo si era riempito quasi al limite della capienza, segno della notorietà e del rispetto acquisiti dalla band con un intensa attività live in tutta Italia. La performance ha avuto degli ospiti d'onore: Alexis (growl) che ha cantato in un paio di pezzi ed ha contribuito ad alzare il tasso di ilarità con delle gag del grande Giorgio Bracardi, e con scuregge orali varie seguito a ruota, in questa elucubrazione mistica, dal cantante Bastard; ha chiuso la serata, come ciliegina sulla torta, Andrea 'Corpse' Cipolla (proprietario della Despise The Sun Records per cui esce il nuovo cd dei Southern) che ha prestato la sua opera di chitarrista nella traccia di chiusura. E se ne andarono tutti felici ed ubriachi.

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