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ANATHEMA: CRESTFALLEN

data

25/02/2005
75


Genere: doom
Etichetta: Peaceville
Anno: 1992

Dopo il 7" 'They Die' finalmente gli Anthema riuscirono a trovare un valido contratto discografico con l'inglese Peaceville (che a quei tempi tenne a battesimo gran parte delle nuove DOOM metal bands). 'Crestfallen' è quindi la prima release ufficiale del gruppo di Liverpool, uscita nel 1992 sotto forma di EP e contenente cinque canzoni. Naturalmente come ogni debutto che si rispetti, anche quello degli Anathema presenta delle sbavature, anche se piccole, qua e là, dettate più dall'inesperienza del gruppo (giustificata) che a una mancanza di tecnica esecutiva e/o di gusto. Volendo essere proprio pignuoli, la produzione avrebbe potuto sicuramente essere più curata, visto che alla Peaceville se la sono sempre passata abbastanza bene, ma questa è una piccolezza che non incide minimamente sulla qualità del prodotto. Tecnicamente l'album si gioca su tonalità e sonorità depressive, generalmente con tempi più lenti rispetto ai due demo e allo stesso 7" precedente, tuttavia sono dell'idea che questa sia stata una trovata positiva poiché il mood così creato si accosta perfettamente alle tematiche affrontate dal gruppo (che non sono propriamente solari...). Normalmente si fa coincidere il primo periodo degli Anathema (quello con Darren White alla voce, per capirci) con il periodo death/doom: questa è una consuetudine sbagliata, ma che a forza di essere usata ha finito per "diventare vera" (bestemmia ontologica!). Infatti a parte la voce del singer (growls veramente buoni) non c'è NIENTE nel sound del gruppo che possa ricondurre ai primissimi lavori dei connazionali Paradise Lost e My Dying Bride (i quali lavori sono sì da definirsi death/doom). Sfatato ordunque questo mito, possiamo procedere con l'analisi. Le canzoni contenute nell'EP sono tutte di buona fattura, fra esse è presente ancora una volta "They Die" e una canzone che presenta una female vocalist: "Everwake", melodicamente acustica, introduce la singer Ruth, che adagia la sua voce dolce e romantica sula fraseggio delle chitarre dei fratelli Cavanagh (Daniel e Vincent) che già allora erano (e sono) dei veri maestri nel creare arpeggi acustici ipnotici e sognanti.

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