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AQUEFRIGIDE: UN CASO ISOLATO

data

15/03/2007
78


Genere: Alternative/Industiral
Etichetta: SubSound Records
Anno: 2006

Il senso di forzatura che affiora ascoltando "Un Caso Isolato" non compromette il valore complessivo di un disco che sa essere disturbante anche se vuole esserlo fin troppo. Bre Beskyt Dyrene, lo pseudonimo della mente malata che si cela dietro al progetto Aquefrigide, fa di tutto per stupire a partire dal look mansoniano - anche quella sorta di nichilismo sonoro che caratterizza tutto il disco è figlio del reverendo - per finire ad un cantato in italiano urlato, sputato, dove i testi fanno il filo all'autodistruzione attraverso volgarità e paranoie assortite, schizzate e surreali rappresentazioni volte ad alienare l'ascoltatore. Cosa che in buona parte riesce perché il disco ha una sua forza ossessivo-compulsiva che ti lascia addosso ancora un senso di piacevole fastidio del brano precedente mentre stai ascoltato quello successivo. Una forza supportata anche a livello sonoro da un riffing algido e perpetuo che non conosce sosta, a dir poco angosciante, e da una ritmica martellante, assillante che insieme rimandano prepotentemente anche a papà Reznor. Un'atmosfera degna dei peggiori incubi che mira esclusivamente a non sanare, ma ad aprire sempre più le ferite, ad imputridire sempre più la massa cerebrale, perché l'unica via per esorcizzare il disagio interiore è fare in modo che questo conduca alla negazione di sé stesso, anche quando l'esasperazione vuole a tutti i costi dimostrarlo piuttosto che ciò avvenga per naturale flusso compositivo. E' un limite comune a tutti quei personaggi inclini alla trasmissione di psicopatia propria o della società che sfruttano ogni sorta di canale possibile per manifestarla. Bre Beskyt Dyrene, polistrumentista capitolino, ha dalla sua la capacità di penetrarti nonostante "Un Caso Isolato" sia un lavoro autobiografico che fa uso di metafore e di terminologia criptiche, di un linguaggio cinico che feconda un senso di vuoto autocelebrativo destinato a fare male, molto male, dentro e fuori. Suoni pieni, saturi, violenti, acidi fanno il resto, presentano un conto salatissimo e deviato che apre un caso, certamente "isolato", ma per nulla proiettato a sparire. E se il disprezzo per voi stessi è più forte di qualsiasi altro sentimento, qui troverete altra carne in decomposizione da offrire ai vermi che stanno già banchettando con la vostra anima.

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