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DE LA MUERTE: Venganza

data

31/01/2018
87


Genere: Hard Rock, Metal
Etichetta: Revalve Records
Distro:
Anno: 2017

Il progetto De La Muerte prende vita nel 2014 da un'idea del cantante Gianluca Mastrangelo e del chitarrista Gianluca Quinto. Presto si aggiungono alla line-up i restanti membri del gruppo e viene pubblicato l'omonimo album di esordio. Come loro stessi raccontano, vengono impressionati dal cult movie messicano "Nuestra Senora de la Santa Muerte", e vengono incantati da quella corrente, a cui si ispirano per comporre. Dopo aver promosso il loro primo lavoro, dividendo il palco con artisti del calibro di Exodus, Therion e molti altri, nel 2015/16 la band è in tour con Russell Allen (Symphony X, Adrenaline Mob). Nel dicembre 2017 vede la luce 'Venganza', e bisogna subito dire che questo secondo capitolo non delude assolutamente le aspettative. L'intro strumentale "Theme Of Revenge" immerge immediatamente l'ascoltatore nelle atmosfere del dramma messicano per andare a sfumare nel roboante "De La Muerte", brano in doppia lingua (spagnolo e inglese) che rende subito l'idea del tiro pazzesco di questo album. La voce di Mastrangelo richiama a volte Dickinson, ma soprattutto Geoff Tate dei tempi migliori, ed è veramente una gran voce. La successiva "Lady Death" è ancora più tirata e divertente, ed è pregevole il lavoro di Quinto e D'Alessandro alle chitarre, supportati da una gran sezione ritmica. Della stessa pasta è fatta "Death Engine", davvero un motore rombante che manderà in tilt gli amanti dei vecchi Maiden, e non solo. Un breve dialogo dal western "Per qualche dollaro in più" fa da introduzione a "The Last Duel", in cui le due chitarre sembrano sfidarsi a duello sul serio; viene da sperare che non sia davvero l'ultimo perché la soddisfazione del padiglione uditivo è veramente tanta. Soddisfazione replicata in "Horizon", in cui le armonie delle chitarre la fanno ancora da padrone, ancora più sostenute da basso e batteria. Eccellente il lavoro di Michelacci e Ciccotti, sempre puliti e precisi, anche nelle parti più elaborate del brano. La produzione di Simone Mularoni (DGM) è eccellente e dà ancora maggior risalto a un lavoro curato, ben scritto e molto originale che, una volta tanto, ci rende orgogliosi di essere italiani. Trova spazio anche una cover dei Los Lobos (ve li ricordate?), ma dimentichiamo chitarra gitana e atmosfera "La Bamba": qui si viaggia su un metal di livello decisamente alto, sia negli arrangiamenti, sia nell'esecuzione. Molto bella anche la ballad "Heart Of Stone", impregnata di quella malinconia tutta ispanica fatta di amore, morte e deserto. Qui la voce di Gianluca Mastrangelo vola, letteralmente, emoziona, entra fino all'osso. Tendenza estremamente prog per l'ultimo brano, "Scream Of Madness" che scorre talmente bene da non far neppure notare che la durata sfora gli otto minuti. Torna prepotente l'influenza di Geoff Tate e soci, i cambi di tempo e di atmosfera si susseguono con grande naturalezza mettendo la ciliegina sulla torta di un album da acquistare il prima possibile ed ascoltare a ripetizione. A volume estremo.

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