DERDIAN: DNA

Pur non potendoli considerare dei veri e propri veterani, i meneghini Derdian sono da considerare a pieno titolo esponenti di primo piano di un certo power metal legato a doppio filo al Symphonic Metal. I paragoni e gli abbinamenti come sound ad un act quale Rhapsody Of Fire si sprecano, ma i Derdian riescono ad andare oltre, riuscendo a raffinare la loro miscela sonora introducendo parti pompose e progressive che hanno fatto la fortuna di band quali Royal Hunt e Angra. L'opera in questione continua nel percorso da loro tracciato e che vede in particolare il ritorno all'ovile dell'apprezzato singer Ivan Giannini; la maturità artistica è sotto gli occhi di tutti e questo si ripercuote positivamente sulla qualità del songwriting con canzoni che si presentano sufficientemente dinamiche (ad esempio l'accattivante "Never Born" in cui si aggiunge anche un pizzico di romanticismo, influenza di chiara derivazione del maestro Andersen e soci), con gli inserti orchestrali dosati in maniera accurata e gli intrecci tra chitarre e tastiere in ottima evidenza, anche se a volte un po' troppo reiterati. Pur non spiccando in originalità (e ogni tanto ci si imbatte in momenti di staticità o in qualche scivolone verso il banale nelle melodie, come ad esempio in "Nothing Will Remain), non possiamo fare a meno di rimarcare la volontà dei ragazzi di inserire elementi di novità che se adeguatamente approfonditi in futuro, contribuirebbero a dare un'evoluzione in chiave prog del loro sound, ci si riferisce in particolare ad "Elohim", arricchita di elementi jazz/blues che si rivelano assai azzeccati. Ad ogni modo, grazie ad un sound come detto dinamico e facilmente riconoscibile, abbinato ad un ottimo bagaglio tecnico, il cd si ascolta molto piacevolmente confermando i Derdian come una band dotata di una certa personalità che continuerà di certo a proporre buonissime idee anche in futuro.