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GRAND SLAM: Hit The Ground

data

18/12/2019
85


Genere: Hard Rock
Etichetta: Marshall Records
Distro:
Anno: 2019

Wow!! Il ritorno che non ti aspetti. Per capire chi erano i Grand Slam è doverosa una ricostruzione storica. ‘Thunder And Lighting’ rappresentò un (meraviglioso) canto del cigno per i Thin Lizzy, lo storico (e seminale) gruppo irlandese si congedò dal proprio pubblico con l’album più heavy della discografia, dopo di che il leader Phil Lynott decise di intraprendere altre strade. Presero forma i Grand Slam: Lynott al basso e voce, Mark Stanway (Magnum) alle tastiere, Laurence Archer (un album con gli Stampede del 1983 insieme a Stanway: il talento di Archer non sfuggì all’occhio attento di Phil Moog che lo prese negli UFO per le registrazioni di ‘High Stakes And Dagnerous Men’), Robbie Brennan alla batteria e Doishe Nagie alla seconda chitarra. Purtroppo i Grand Slam, a parte qualche esibizione, non riuscirono ad avviarsi anche per i continui raffronti con i Thin Lizzy, cosa che fece desistere Lynott dal proseguire, intraprendendo altri progetti: ma di quel breve periodo sono rimaste le canzoni firmate da Lynott, riprese e rispolverate parecchi anni dopo da Archer. Gemme preziose che vestono i panni dei Thin Lizzy sulla falsa riga dei Street Legal di quel favoloso ‘Thunderdome’, pubblicato nel 2000 via Frontiers. Archer è un chitarrista di talento, le referenze con Lynott e Moog, due tipi che di chitarristi se ne intendono, vorranno pur dire qualcosa ed oggi, finalmente, i conti tornano. ‘Hit The Ground’ (produzione perfetta), oltre a riportare in auge in nome dei Grand Slam, rappresenta l’occasione per apprezzare il guitar work dal riffing nervoso di Archer, una sorta di John Sykes più pulito e con un gusto riconducibile a Gary Moore. I compagni d’avventura in questa sorta di reincarnazione meritano una citazione, quantomeno il bravissimo drummer Benijy Reid ed il vocalist Mike Dyer, dotato di una timbrica calda, nonchè di quella metrica che abbiamo amato con Lynott. "Military Man", che fu donata da Lynott per l’amico Moore per l’album ‘Run For Cover’, non ha perso nulla del suo fascino, ma è "19" a rappresentare la gradita sorpresa: qualcuno di voi ricorderà la canzone del produttore Paul Hardcastle, scritta da Lynott e Stanway, che nel 1985 impazzava nelle classifiche di mezzo mondo. Lo stesso brano oggi gode di un’impronta rock, praticamente irriconoscibile rispetto alla versione nota: non più i sintetizzatori, ma le chitarre ruggenti sono le vere protagoniste. Non sappiamo se i Grand Slam siano pronti a raccogliere l’enorme eredità lasciata dai Thin Lizzy, ma una cosa è certa: quel genere, quel suono rock celtico è risorto e pulsa tra i solchi di ‘Hit The Ground’.

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