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KARMAKANIC: ENTERING THE SPECTRA

data

16/09/2003
78


Genere: Prog
Etichetta: Regain Records
Anno: 2002

Un giorno mi imbattei in un doppio CD dal nome "Flower Power" degli svedesi Flower Kings…quello fu il mio ingresso nel complesso, ma piacevole, mondo del progressive di classe di matrice nord-europea. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia…i Flower Kings hanno prodotto almeno un disco all'anno, in parallelo agli Spock's Beard e a membri delle 2 band, in congiunzione ad altri esimi ed illustri mostri della musica di classe, hanno dato vita a svariati progetti tra i quali Transatlantic e OSI, oltre che ad innumerevoli progetti solisti. Proprio come progetto solista del bass-guru svedese Jonas Reingold nasceva questo "Entering The Spectra", divenuto poi un vero e proprio supergruppo che vede, ora, la partecipazione di quasi tutti i Flower Kings di ieri e di oggi, e l'apporto di quel Göran Edman fattosi notare alla corte di sua maestà Yngwie Malmsteen (nell'album "Eclipse") e divenuto, poi, un valido riferimento per un certo ambito di rock progressivo. Con questi presupposti è facile intuire come la musica proposta dai Karmakanic risulti pesantemente influenzata da quella del gruppo madre di Jonas e soci, anche se, l'enorme esperienza extra Flower Kings di Reingold si nota in modo altrettanto chiaro e lucido. La musica di classe e ben rifinita, a cui sono abituati gli ascoltatori del gruppo dei "re del fiore", viene qui arricchita da sonorità ben più grezze e pesanti, andando a riscoprire una intera gamma di suoni e situazioni proprie di altri generi, ma soprattutto, di altre epoche. L'album, un concept, vede l'alternarsi di brani lunghi e canzoni più brevi, situazioni più orecchiabili e momenti di pura follia strumentale, pesantezza e rilassatezza…sicuramente, i momenti in assoluto migliori sono quelli delle due suite, la titletrack e "Is This The End?": nella prima si ha modo di assistere ad una vera esplosione di colori musicali, uno show di sapori, momenti ed emozioni. Il brano è suddiviso in 7 parti denominate come i colori dell'arcobaleno e mai idea poteva essere più indicata, perché ascoltando la musica che esce dallo stereo nei suoi 12 minuti di durata, si ha modo di apprendere ed assorbire, tutto l'intero "spettro" dei colori della luce! Un vero susseguirsi di emozioni! Di altra fattura è "Is This The End?", brano riflessivo, calmo e rilassato, che procede in un piacevole crescendo sino a diventare pomposo e corale ed in cui le chitarre e le tastiere sono in gran spolvero, producendosi in perle esecutive di accompagnamento e solistiche. Per il resto, i brani di questo album sono quanto di più vario possa esistere, uniti dal denominatore comune identificato nel gusto musicale e marchio di fabbrica di Reingold, che rende riconoscibile ogni nota musicale da quest'ultimo partorita. Si va quindi dalla follia opprimente ed annichilente di "The Spirit Remains The Same" e "Cyberdust From Mars" (psichedelica con furia strumentale, la prima, pesante, folle e "cibernetic-sintetica", la seconda) al blues acido e pesante di "The Man In Thee Moon Cries", al progressive classico, cervellotico e jazzato di "One Whole Half", al rock acido e corale alla Beatles e Queen di "Space Race no:3" e "Welcome To Paradise". Relativamente a quest'ultimo brano, c'è da sottolinearne la bellezza…una musica che viene direttamente da 60s/70s; un rock acido, orecchiabile ed irriverente (nella migliore tradizione di quel genio di Alice Cooper), che incontra la tecnologia grazie alla presenza di campionamenti e parti filtrate (elementi, questi, sparsi qua e là nei vari momenti dell'intero disco). In definitiva, un disco molto eterogeneo e per questo di difficile catalogazione, con conseguente disorientamento per l'ipotetico fruitore…fruitore che deve avere una mente abbastanza aperta per poter gradire la musica proposta dai Karmakanic…a parti altamente tecniche e rappresentazioni di alta scuola musicale (micidiali assoli e ritmiche paurose) si affiancano situazioni di pura follia sonora a cui fanno seguito brani con forma-canzone, più easy listening. Non mi soffermo sulle singole personalità dei musicisti, peraltro già note dentro e fuori dal settore prettamente prog rock: mostri sovrumani, vi va bene? Ora vi lascio, riascolto ancora una volta questo CD e poi faccio "mantecare" la musica permeata!

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