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LORDS OF BLACK: II

data

01/04/2016
82


Genere: Heavy Metal, Power Metal
Etichetta: Frontiers Records
Distro:
Anno: 2016

E' riuscito a spiccare il volo il progetto Lords Of Black che vede nelle proprie file tre talentuosi esponenti come il chitarrista Tony Hernando, il polistrumentista Andy C e il vocalist Ronnie Romero, quest'ultimo salito sugli scudi per essere risultato il prescelto da Ritchie Blackmore in vista della nuova reincarnazione dei Raimbow. Netti sono i progressi rispetto al già egregio lavoro di esordio che aveva suscitato buoni consensi, e se da un punto di vista formale poco o niente cambia (si parla sempre di un heavy irrobustito da una vena power con vari spunti progressive), quel che conforta è che la band è riuscita a trovare una propria dimensione con un sound duro, dalla veste moderna, ma che non trascura il passato, con una stoffa compositiva di prima scelta frutto della sinergia di queste tre geniali menti. Nei dodici brani è impossibile trovare la benchè minima sbavatura esecutiva, Romero interpreta i brani con la grazia dei cantanti storici, dote oggi ad appannaggio di pochissimi vocalist in circolazione come Jorn Lande e Johnny Gioeli (Blackmore addirittura lo definisce un incrocio tra DioFreddy Mercury, e non a caso due delle bonus track sono "Lady Of The Lake" e "Innuendo"), Hernando è sempre in grado di produrre potenti riff abbinandoli con assoli impressionanti per velocità e pulizia del tocco, dal forte effetto melodico, senza mai cadere nella trappola dello shred. Il disco procede in maniera fluida nella sua alternanza di momenti più o meno tirati con episodi più controllati: davvero strepitoso l'iniziale incedere epico di "Ghost Of You" (scelto come singolo), che poi si tramuta in un brano ricco di cambi di tempo opera dell'eclettico drumming di Andy. I Lords Of Black hanno avuto il merito di aver messo a frutto le loro doti creando un'opera dall'assoluto valore qualitativo; nonostante i brani si presentino abbastanza articolati, difficilmente si avvertono cali di tensione, e notevole è il supporto in fase di produzione da parte di un colosso come Roland Grapow. Ne viene fuori un lavoro che mantiene i caratteri distintivi del metal nell'accezione classica del termine, ma che riesce a guardare avanti garantendo freschezza, sicuramente al di sopra della media in ambito heavy/power degli ultimi anni, e forse potrebbero essere proprio questi spagnoli a far ripartire questo genere dalla fase di stagnazione che sta attraversando.

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