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NUCLEAR ASSAULT: THIRD WORLD GENOCIDE

data

30/08/2005
25


Genere: T(h)rash Metal
Etichetta: SPV Steamhammer
Anno: 2005

Tanto per scoprire le carte fin dall’inizio, “Third World Genocide” è un disco orribile. Non esagero se dico di quasi condividere l’affermazione del collega di Blabbermouth che ha sentenziato ‘qualcuno dovrebbe letteralmente cagarmi in bocca per deludermi più dei Nuclear Assault quest’anno’. Iperboli a parte, si era fatto un gran parlare di questo nuovo lavoro dei recentemente riformati thrashers statunitensi; atteso da svariati mesi, si preannunciava un disco con tutti i crismi, complici anche le dichiarazioni della band pronta a giurare che ‘il nuovo materiale spazzerà via la me**a nu metal che circola attualmente, ve le faremo vedere noi’. Il danno e la beffa, visto che oltre ad essere un pessimo album a sé stante, “Third World Genocide” deve fare i conti quest’anno con l’ondata di eccellenti ritorni potenzialmente considerabili ‘nu’, robetta tipo i Chimaira (un massacro, ve lo dico) e simili. Ma passiamo alla musica. In primis, nell’intero album i celebri stacchi in 2/4 e stop’n’go sono clamorosamente ridotti al minimo, contandosi giusto su un paio di dita (cfr. “Eroded Liberty”, il pezzo migliore del lotto che al tempo stesso farebbe una pessima figura nel demo registrato in garage da quattro pischelli alle prime armi). E sì che l’incipit cadenzato dell’opener faceva promettere bene se non fosse che il tutto pare ripetersi in loop per più di tre interminabili minuti. La cosa è ancora più triste se pensiamo che il disco fallisce miseramente anche quando la band tenta di scimmiottare l’umorismo dei tempi andati; il punk rock da fucilazione (per loro; da suicidio per l’ascoltatore) di “Whine And Cheese”, la sparata alla “Hang The Pope” di “The Hockey Song”, dieci secondi che potrebbero essere stati composti da un dodicenne assuefatto di Mtv che non ha mai preso in mano uno strumento, il country ridanciano (appunto, si ride per non piangere) di “Long Haired Asshole”, che posta in penultima posizione dà il colpo di grazia al povero fan già in lacrime. Fa male trattare in certo modo una band tra le mie favorite che ha saputo scrivere importanti pagine del thrash e del metal negli anni ’80, ma sarebbe altrettanto penoso incensare la qualità nulla, allo stato attuale, di un combo che pubblica su SPV solo a causa del nome che si porta dietro. Lo dico quindi con tutto il dispiacere del mondo, ma a fronte delle scandalose recenti live performance e di questo osceno lavoro consiglio ai Nuclear Assault di andare in pensione definitivamente per non offuscare ancor più il loro glorioso monicker.

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