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CHILDREN OF BODOM: TRASHED, LOST & STRUNGOUT

data

09/10/2004
70


Genere: Death Melodico
Etichetta: Spinefarm
Anno: 2004

Li avevamo lasciati un anno e mezzo fa circa con "Hate Crew Deathroll", pomo della discordia che ha letteralmente diviso in due pubblico e critica, tra lodi sperticate (soprattutto di imberbi regazzì freschi freschi di scoperta) e aspre critiche degli estimatori dei primi lavori del combo finlandese, soprattutto “Something Wild”, che reputo un ottimo disco anche se ben lontano dalla glorificazione cui viene sottoposto ogni volta che ci si vuole nascondere dietro lo snobismo del ‘le ultime uscite fan tutte cagare’. Suvvia, diciamoci la verità: di passo falso i bambini di Bodom ne hanno fatto uno solo, ossia il mediocre “Follow The Reaper” (è anche colpa sua se adesso navighiamo in mezzo a dischi vergognosi tipo Wintersun o Imperanon). “Hate Crew”, con le sue influenze thrash e soprattutto una rinnovata e spigliatissima attitudine rock’n’roll, ha avuto il merito di rimescolare le carte in tavola e farci capire che Alexi Laiho era ben più di un clone di Malmsteen/Tolkki applicato all’extreme metal. Insomma, di gente che copia “Something Wild” ed “Hatebreeder” ce n’è fin troppa, di “Follow…” non ne parliamo, ma il bombastico sleazy melodic death/thrash (voglio il copyright sulla definizione) degli ultimi due anni nessuno ha il coraggio di scopiazzarlo. Detto ciò, passiamo ad esaminare la nuova (mini) fatica della band di Helsinki, un’EP idealmente diviso in due parti. Ad aprire troviamo la title-track, bella sparata e sorretta da un riff e un ritornello più che convincenti sulla scia di proiettili come “Needled 24/7”, mentre la successiva “Knuckleduster” si mantiene su tempi cadenzati, delegando alle tastiere il compito di reggere le fila del discorso con ottime armonizzazioni; nonostante il brano fatichi a lasciare del tutto il segno, siamo su livelli più che apprezzabili. Insomma, due pezzi che paiono out-takes dell’ultimo lavoro, ma che convincono a più riprese. La seconda metà del disco è rappresentata da due cover, ovverosia “Bed Of Nails” di Alice Cooper, ben fatta, e “She Is Beautiful” dell’irriverente party rocker Andrew W.K. riproposta fedelmente con l’aggiunta dei soliti ammennicoli metallosi tipo doppia cassa e voce acida. Ah, guardacaso, sono entrambe cover rock/hard rock. Dunque? Dunque “Trashed Lost & Strungout” farà la felicità di tutti i fan e di coloro che continuano ad apprezzare l’operato (più che onesto) di Alexi e compagni; per tutti gli altri, rassegnatevi che tanto a “Something Wild” non ci tornano…

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