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ABORYM

In occasione dell'uscita del recente nuovo lavoro degli Aborym non ci siamo fatti sfuggire l'occasione di scambiare due chiacchiere con il mastermind Fabrizio Giannese (in arte Fabban), sul deciso cambio di direzione stilistica e di line-up della band, e toglierci qualche curiosità sul passato ricco di gossip della vecchia formazione quando era dedita al black metal.

Ascoltando 'Shifting.negative' abbiamo avuto l’impressione che hai voluto tagliare i ponti col passato, pubblicando un disco che non incorpora nemmeno un riff o sonorità black metal. Concordi? Assolutamente. Le coordinate e i presupposti erano già evidenti su 'Dirty'. Su 'Shifting.negative' questo “goodbye black metal” si è realizzato in maniera concreta e senza lasciare spazio ai dubbi, e sono personalmente molto soddisfatto di questa virata. Mi sento finalmente libero di poter suonare qualcosa che è ancora più malleabile, un genere o un mix di generi dove c’è ancora tanto da dire in fatto di sperimentazione, un ambiente decisamente più progressivo, meno statico rispetto al black metal, invece che al death metal e ad ambienti musicali che da anni sono diventati cloni di loro stessi. Non trovo nulla di interessante e di artisticamente eccitante nel black metal e nella grande maggioranza del suo pubblico, un pubblico infantile e mentalmente blindato. Una moda destinata a soccombere parallelamente alla crescita, semmai ci sarà, di coloro che seguono questo ridicolo circo di pagliacci. Ho intenzione di spostare Aborym su un altro livello, e spero di scrollarmi di dosso i residui di qualcosa che ho deciso di seppellire sotto terra.

Hai voluto dare sfogo alle tue passioni adolescenziali pubblicando un disco prettamente industrial metal e dalle influenze così evidenti (Ministry e Nine Inch Nails su tutti)? Ho iniziato a scrivere musica, testi, bass-line, ho iniziato a buttar giù idee, samples, modulazioni senza pensare a cosa sarebbe venuto fuori. L’intenzione era quella di fare un salto nel vuoto puntando lo sguardo verso un approccio più serio, più musicale, mettendo in parallelo il mondo dell’Eurorack, dei synth, di tutto ciò che è digitale ad un contesto più acustico.. chitarre, basso, samples di materiali (ferro, lamiere, legni, rame, bidoni..). Quando fai musica con le macchine tendi a perdere quella sensazione di fisicità che provi quando suoni una chitarra o una batteria ad esempio e ho spinto forte sulla combinazione tra le macchine e gli strumenti acustici. Ho lavorato molto assieme ai fonici del gruppo sull’uso di sorgenti sonore non tradizionali e ho calcificato molto questo processo sia in pre-produzione che durante le registrazioni utilizzando oggetti, impulsi ritmici, texture ottenute da materiali in vibrazione, per poi gestirli con i softwares. Ho usato molto i distorsori ad esempio, ma anche in questo caso ho voluto combinare distorsori a pedale a distorsori gestiti nei softwares (vst, plugin e roba più computer-use per capirci) e ho avuto modo di poterci mettere fisicamente le mani sopra, fissando le modulazioni sulle manopole, Lfo, i cut-off, filtri e tutto il resto. Stesso iter con cui ho gestito strumenti classici come pianoforti e batteria acustica… E quello che ho ottenuto spesso l’ho ottenuto sbagliando, e quindi ricominciando da capo..Spesso mi è capitato di aver utilizzato compressori e limitatori nel modo sbagliato, ci sono stati momenti e intere giornate spese per capire in che modo far funzionare le cose, ore e ore a leggere manuali.. Ma tutto ciò è servito e ho imparato cose nuove. Mi piace lavorare con le nuove tecnologie, questo fa si che la mia mente sia sempre attiva e costantemente eccitata e lavorare su un disco come questo, che cambia pelle in modo vertiginoso, mi ha permesso di essere flessibile nell’approcciare alcune nuove macchine. E’ stato fondamentale imparare molte nuove cose e in fretta, addirittura durante le registrazioni in modo da poter coprire più ruoli, dal producer al musicista, sound designer, engineer. In tutto questo abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare con una crew di professionisti… Marc Urselli, Emiliano Natali, Teo Pizzolante, lo stesso Luciano Lamanna, Guido Elmi. Il loro apporto/supporto è stato un plus notevole.

Come hai fatto a coinvolgere nella line up Davide Tiso (Ephel Duath e Karyn Crisis), e tutto quello stuolo di collaboratori (a parte Luciano Lamanna e Victor Love con cui condividi lo studio di registrazione), che per nominarli tutti ci vorrebbe un intera pagina? Uhm, la gestazione di questo disco è durata tre anni, quindi tieni presente che dal 2013 fino a quando abbiamo iniziato a registrare c’è stato tutto il tempo di condividere idee con tutti questi musicisti e in molti casi queste idee si sono concretizzate. Riguardo Davide, la cosa è nata del tutto casualmente. Sua moglie Karyn era mia ospite a Roma e la sera spesso chiamava Davide su skype. Una sera ci siamo salutati, abbiamo scambiato due chiacchiere e da li è nato tutto. Spesso tendo a coinvolgere alcuni musicisti, anche semplicemente parlando con loro, scambiando opinioni. Spesso chiamo alcuni produttori o alcuni amici che lavorano in grossi studi di registrazione o di mastering semplicemente per scambiare considerazioni su un nuovo modulo della Make Noize o della Pittsburgh modular. Le cose nascono così. Semplicemente parlando e condividendo idee e obiettivi. C’è davvero poco di “commerciale” in questo ed è una cosa del tutto normale tra musicisti, li dove ovviamente c’è stima reciproca. Luciano Lamanna, ad esempio, ha il suo studio a tre metri dal mio. Vedo più lui che mia madre, in pratica, e quando ci si incontra si parla e spesso nascono idee. Con lui peraltro ho iniziato un progetto interessante che stiamo portando avanti in studio. Tempo fa ci presentammo live con modulari, un drone e strumenti Folktek ad un festival di musica sperimentale “Solchi Sperimentali” a Roma e parte di quel live è diventata una bonus track che è stata pubblicata nella versione box-set di 'Shifting.negative'. Victor Love lo conosco da anni, ma solo recentemente ci siamo ritrovati. Ho realizzato un remix per lui e lui è stato felice di registrare alcune voci su alcuni brani del disco. Sin Quirin lo contattai semplicemente per chiedergli info su un endorsement di chitarre e per chiedergli un consiglio su un fuzz. Parlandoci mi ha chiesto del nuovo disco, gli ho inviato alcune demo e dopo tre giorni era a lavoro ad impostare assoli di chitarra.

Come mai cambi line up quasi ad ogni disco? Perchè evidentemente le persone con cui ho lavorato in passato di volta in volta perdevano colpi, ed io non posso permettermi di fermarmi o rallentare. Pochi mesi dopo l’uscita di 'Dirty' ho iniziato a scrivere roba nuova e con il passare del tempo mi sono accorto che stavo lavorando da solo. Nel momento in cui ho fissato le prime demo è venuto fuori che la mia direzione non era la stessa degli altri pertanto le strade si sono divise. Ho continuato a scrivere cose consapevole del fatto che avrei potuto registrare il materiale anche da solo ma strada facendo ho intensificato i miei rapporti con Danilo (Dan V,) e insieme abbiamo valutato l’idea di fare nucleo e così è stato. Abbiamo iniziato le registrazioni insieme e durante i mesi in cui eravamo in studio si sono aggiunti Narchost, che comunque ci segue da anni ed è sempre stato una sorta di “associate” per il gruppo, e Stefano Angiulli, che ha inciso parecchi inserti di synth su tutto il disco. Infine, Gianluca, batterista che abbiamo ingaggiato dopo alcuni provini a Roma. Ora, se le cose andranno come penso, questo nuovo nucleo farà potenzialmente grandi cose e sono convinto che rimarrà intatto per un lunghissimo periodo. Mi auguro fino alla fine.

Quali sono state le reazioni di pubblico e critica al disco? Sino ad ora oltre le più rosee aspettative e la cosa che ci sorprende è che stiamo constatando che il disco ha le sue quote rosa, piace tantissimo alle donne.. e per me questa è una novità. Chi conosce e apprezza la sperimentazione e la tecnica che c’è dietro ovviamente reagisce in modo molto entusiasmante; questo è ciò che in fondo mi interessa maggiormente, posto che, per quanto rispetti tutti a prescindere, non ho mai fatto musica per ottenere consensi e mai lo farò. Poi ci sono ovviamente nostalgici da una parte (quelli che nel 2017 ancora si aspettano da noi un disco come 'Kali Yuga Bizarre'), e gente che di musica non capisce un cazzo dall’altra. Sai, metallari incazzati con il cervello in merda che hanno le mestruazioni solo se sentono una bass-line o una clean vocals, esattamente il pubblico che voglio perdere definitivamente. Poi ci sono gli incompetenti: ovvero i caporedattori di magazine (prevalentemente di giornaletti digitali amatoriali), e webzine che incaricano il mister X di turno di recensire un disco come questo quando la roba più innovativa e sperimentale che ascolta sono gruppi come i Mayhem o i Marduk. Viene da sè che questi Sir Nulla ci mettono poco a distruggere un disco come 'Shifting.negative'. Purtroppo nel mondo del giornalismo musicale è finito il tempo della meritocrazia e la competenza che c’era un tempo è svanita. Oggi chiunque si auto-proclama critico musicale, accende il pc e si mette a giudicare un album senza neanche aver messo le mani su uno strumento musicale. Putroppo internet manifattura una quantità di imbecilli impressionante.

Raccontaci qualche aneddoto o qualche situazione particolare che ti è capitata dal vivo nel periodo black metal che non hai mai tirato fuori (quello con Attila Csihar e Bard faust). Potrei scriverci un libro su tutte le scene a cui ho dovuto assistere e alle figure di merda causate da un personaggio come Csihar. Potrebbe vendere centinaia di copie, ma non mi sembra educato e non vorrei certo rovinargli la “reputazione”. Credo si commenti da solo. Al contrario Bard, con cui sono tutt’ora in ottimi rapporti, è sempre stato un vero e proprio gentleman. Mai fuori dalle righe. Una gran persona.

Cambiamo soggetto, è vero che quando scendi a Taranto ti vedi con gli ex Funeral Oration e ci scappa qualche prova in studio? Qualcosa bolle in pentola? Ci siamo rivisti e abbiamo suonato insieme per qualche ora, ma questo accadeva 4 o 5 anni fa. Per quanto mi riguarda non c’è nulla e non ho nessuna intenzione di rimettermi a suonare quella roba se è questo che mi stai chiedendo tra le righe...

Ti manca la tua ex città natale? Ci torneresti a vivere? Cosa ne pensi della situazione dell’Ilva? Taranto mi manca quando non sono li. Quando sono li me la godo per 3 o quattro giorni. Il quinto giorno inizio a sentire l’esigenza di andarmene. E’ strano, ma è così. L’ultima volta che sono stato a Taranto ho fatto lunghe passeggiate nei luoghi dove ho vissuto per anni. Ho sempre sentimenti discordanti quando sono li: nostalgia, euforia, un senso di protezione da un lato e rabbia dall’altro. Mi piacerebbe tornare a vivere li, magari in una villa davanti al mare, ma temo che non accadrà mai. Purtroppo è una città morta, in gran parte popolata da gente già morta. Il caso Ilva ha calcificato una sorta di rassegnazione nella città di Taranto. I dati sanitari sono drammatici e il decreto Ilva approvato viene visto con grande diffidenza da tutti tranne che da alcuni gruppi economici che avranno un vantaggio. Vedo una città senza un futuro. C'è una sorta di rassegnazione nei confronti del governo e del Parlamento perché non si è voluta seguire la strada dell'innovazione e della conversione. Bisogna avviare le bonifiche e contestualmente fare una conversione istituendo una no tax area che possa invogliare le imprese estere ed italiane ad investire in quell'area, specialmente nel settore dell'innovazione tecnologica e in tanti altri settori. Taranto va ricostruita. Se penso che la superficie dell’area siderurgica è più grande della superficie della città mi vengono i brividi.

Qual'era il tuo peggior incubo da piccolo? Rimanere chiuso dentro un ascensore. Da piccolo mi capitò e la cosa mi ha segnato nel corso degli anni. Tutt’ora se posso evitare un ascensore lo evito, soprattutto quelli moderni. Sai, quelli completamente chiusi che non ti permettono di vedere nulla sulla rampa.

Quali erano i tuoi cartoni animati o telefilm preferiti? Megaloman, non so se te lo ricordi. Una serie televisiva tokusatsu giapponese. Poi Bem il mostro umano, sempre giapponese, di Saburo Sakai e poi guardavo molto spesso Holly & Benji. Telefilm: A-team, Supercar, Ralph supermaxi eroe, Arnold, Happy Days, Super Vicky e la famiglia Addams. Ovviamente anche Twin Peaks, anche se ero già un teenager quando la serie debuttò sul mio Tv.

Come ti poni nei confronti della religione? Qual'è il tuo orientamento? Tempo fa, quando ero un imbecille esaltato, la religione era una delle mie principali avversioni. Oggi le ignoro semplicemente, e quando sento l’esigenza di affrontarle lo faccio con uno spirito più filosofico e sarcastico. Di base considero le religioni, tutte le religioni, come uno dei bluff più colossali che siano stati creati dall’umanità nei secoli. Le religioni, e in particolar modo quelle monoteiste e ultimamente direi lo stesso dei musulmani, sono associazioni a delinquere democraticizzate ed esportate a modo come veri e propri prodotti da vendere alle masse.

Come è cambiata la tua vita da quando ti sei sposato? Come fai a conciliare il tempo da dedicare a tua moglie con quello per Aborym? La mia vità è cambiata pochissimo. Riesco a gestire le due cose senza grossi problemi e mia moglie è una donna parecchio sensibile e paziente, e di solito testo su di lei qualsiasi nuova idea o nuovo brano di Aborym. Se mi dice che le piace vado avanti. [ride, ndr]. E’ in grado di percepire quanto per me sia importante la musica, e il mio studio è a 5 minuti dalla nostra casa tra le altre cose, quindi nella nostra vita ci sono sempre dei momenti in cui ognuno di noi vive nei suoi spazi senza invadere quelli dell’altro.

Come reputi la scena romana di cui ormai da tempo fai parte? E più in generale quella italiana? Negli ultimi anni seguo pochissimo le cose che accadono in Italia, devo essere sincero. Ho avuto modo di conoscere i Deflore, band che ha una sala-prove a pochi metri dal mio studio e ho lavorato per loro per un videoclip. Sono un loro fan. Adoro i Deflore. Poi ho conosciuto Aquefrigide e ho ascoltato il loro ultimo disco, e anche loro spaccano. Ammiro moltissimo Balance (Luciano Lamanna e Davide Ricci), Angela Martyr (di cui ho recentemente remixato un brano dal loro ultimo lavoro in studio), e seguo con attenzione i vari progetti musicali di Joel Gilardini (uno dei tanti collaboratori su 'SHIFTING.negative'), ascolto molto anche Marlene Kuntz.

Ma la cazzata che gira sui Malfeitor che per suonare chiedevano dei cachet esosi, donne e birra, è solo gossip da bar o c'è un fondo di verità? Forse ora capisci perchè ho chiuso con questa merda. Credo si tratti solo di gossip. Chiedevo sempre una bottiglia di Jägermeister, questo è vero. Per il resto tutte cazzate. Ma i blackmetalloidi con questa merda ci campano.

Vuoi aggiungere altro? Nel 2017 ci sarà nuova musica di Aborym. E non solo. Grazie Igor, un saluto!

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