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EPICA

In Olanda e nel mondo sono ormai da anni un'istituzione del symphonic metal. E il loro ritmo di pubblicazione si fa sempre più insistente, senza avere mai cali di tensione e mantenendo sempre alta la loro qualità musicale. Gli EPICA tornano quest'anno con 'The Holographic Principle', un album che consolida il loro stile, integrandolo con soluzioni che possano avere forte breccia verso ampie fette di pubblico. In vista dell'imminente tour che nel prossimo inverno toccherà anche l'Italia, abbiamo fatto una chiacchierata con uno dei fondatori della band, il chitarrista e growler Mark Jansen, che ha svelato il lavoro che è stato fatto per quest'album, e le tematiche di stretta attualità che accendono a nostra attenzione leggendo le loro liriche.

Ciao Mark. È un piacere averti qui per Hardsounds.it.  Siete arrivati al vostro settimo album, confermando il livello alto della vostra proposta musicale. Si può dire che siete, tra le band olandesi, quelle di maggior spicco. È un’onorificenza che anche in patria sentite come vostra? Questo è sicuramente un complimento. Siamo arrivati al nostro settimo album in studio e questo è davvero un gran risultato per ogni band in generale, ma io sono maggiormente soddisfatto dell’esito dell’album. Arrivare ad un livello assoluto alla settima pubblicazione è qualcosa che noi avevamo già in mente e che volevamo raggiungere, ed abbiamo lavorato estremamente duro per riuscirci. Attualmente le recensioni ed i commenti che stanno arrivando sul nuovo album sono molto positive, e il fatto è che siamo riusciti ad alzare di nuovo l’asticella. Questi commenti positivi sono stati di grande sollievo, dato che abbiamo avuto molta pressione sulle nostre spalle, ed ora il fatto di sentire che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo per noi è fantastico.

‘The Holographic Principle’ è un album dalla durata notevole. Siete stati in grado di produrre e di inserire un notevole quantitativo di musica. Oltre ai brani dell’album ne avevate registrati degli altri, oppure l’intero lavoro si è concentrato esclusivamente sui pezzi che poi si trovano nell’album? La cosa buffa è che abbiamo registrato diciotto brani che sono qualitativamente simili, quindi è stato molto difficile fare una selezione che arrivasse ai dodici brani da inserire nell’album. Li abbiamo ascoltati in parecchi ordini differenti, dato che per noi il flusso, il percorso logico dell’album è molto importante. Abbiamo ascoltato anche il contributo di persone fuori dal nostro giro, oltre che la nostra crew che ci segue dal vivo. Così siamo arrivati ad avere ancora sei tracce già complete ma che non sono state inserite nell’album; vedremo come poterle inserire più avanti in altre pubblicazioni.

Si può notare, come al solito, una performance impeccabile di Simone Simons, che affianca tonalità liriche che le sono tipiche, a tonalità più vicine al rock ed al pop. È una scelta dettata da idee specifiche, da parte della band, di scrittura dei brani? Chi è stato, in generale, il compositore principale delle musiche e dei testi dell’album? Io e Simone ci siamo divisi equamente la scrittura dei testi, 50/50. Riguardo alle canzoni, abbiamo cinque autori nella band, ed abbiamo selezionato da ciascun autore le idee migliori. Una volta che i brani sono stati provati e sono poi pronti, ci sediamo assieme attorno ad un tavolo per rifinirli con le linee vocali. Sascha Paeth, il nostro vecchio produttore, il nuovo produttore Joost van den Broek, Simone ed io abbiamo lavorato insieme sulle linee vocali e abbiamo provato a trasformre i punti deboli in grandi e poderose melodie. È grandioso riuscire a lavorare con un team di persone così preparato, e che ha un sacco di ispirazione.

Il tuo growl, invece, sembra meno presente che in passato, lasciando molto spazio a Simone.  Inoltre, ho notato una somiglianza della sua voce a quella del leader degli Opeth, Mikael Akerfeldt. Durante il suo percorso di crescita, è stato per lui uno dei punti di riferimento dal punto di vista sia vocale che musicale? E quali sono stati per lui i principali riferimenti che gli hanno permesso di crescere musicalmente? È divertente che tu menzioni Mikael, è a mio parere tra i migliori growlers nella scena metal. È un peccato che lui non faccia più growl come in passato. Riguardo allo stile growl posso dire che siamo ben esperti su questo; quattro album fa abbiamo iniziato a mixare il growl di Arien (il nostro batterista) con il mio, così da aggiungere ulteriore dimensione al growl generale, e questo ne ha giovato sul prodotto complessivo. Penso che in ‘The Holographic Principle’ abbiamo trovato il bilanciamento migliore. Musicalmente provo a svilupparlo nella miglior maniera possibile. C’è sempre molto da imparare, specialmente quando lo fai suonando anche la chitarra già da parecchi anni. Ad ogni modo gli Opeth sono una tra le mie influenze musicali principali.

La copertina dell’album mostra immagini molto spaziali e fantascientifiche, in cui spicca questo volto femminile con lo sguardo rivolto verso l’universo, alla ricerca presumibilmente di un futuro migliore. Immaginate ora di guardare la copertina e di osservare questo volto. Cosa riuscite a leggere nel suo sguardo? Ognuno è libero di vedere nella copertina ciò che lui/lei vede. Questa è la forza delle nostre copertine. Quando mandiamo i nostri testi ad Heile (il nostro artwork designer), poi lui è libero di produrre ciò che lui sente. A mia volta, io non gli chiedo di spiegarmi ogni dettaglio della copertina, dato che voglio tenermi le mie immaginazioni come meglio credo. Leggo nello sguardo di questa figura una persona che sta vedendo il mondo attraverso una sorta di lente. Cosicchè essa non guarda il mondo come attualmente è. E questo è il concetto che sta dietro a questo disegno. Il nostro universo può essere un’ologramma, un’illusione creata dalle nostre coscienze.

Anche il titolo del vostro ultimo album, come molti dei precedenti, racchiude una profondità di senso ed un’articolazione del vostro pensiero che difficilmente si riesce a trovare in altre band del vostro stesso calibro. Sappiamo anche che la maggior parte dei vostri testi possiedono dei risvolti sociali importanti. I testi di ‘The Holographic Principle’ quali temi propone e a chi principalmente vengono rivolti? La tecnologia e la realtà virtuale si stanno sviluppando a grande velocità. Presto la nostra realtà virtuale e i nostri sguardi verso la realtà virtuale saranno talmente precisi che non riusciremo a percepire la differenza tra il mondo reale ed il mondo virtuale. Questo può essere il momento in cui realizziamo che l’universo come noi lo conosciamo ha una realtà virtuale al suo interno. La teoria che conferma ciò è chiamata “il principio olografico”, non è un’idea campata per aria da un solo scienziato. È una teoria che molti studiosi prendono sul serio. L’universo come noi lo conosciamo può essere un’ologramma. È un pensiero interessante ed abbiamo deciso di scrivere dei testi musicali su questo. Ma ci sono anche temi diversi come quelli presenti in “Divide And Conquer”, che mostra come spesso la confusione venga creata in determinati paesi (come il Medio Oriente) allo scopo di conquistarli. Senza attaccare un paese si può rovesciare un governo ed insediarne uno nuovo che è maggiormente a favore delle grandi corporazioni che voglio trarne maggior beneficio economico, vogliono guadagnare più denaro.

Il singolo di lancio dell’album, “Universal Death Squad”, dimostra di avere il tipico Epica-sound, con i cori lirici in primo piano, le performance alle voci della Simons e di Jansen sempre convincenti, e le melodie che uniscono epicità sinfonica e metal puro. Come siete arrivati a scegliere proprio questo brano per promuovere l’album? Ce ne sono stati altri che potevano competere a questo scettro? “Universal Death Squad” è un brano che contiene molti aspetti degli Epica, ed è pesante ed orecchiabile allo stesso tempo. Questo è quello che abbiamo voluto per quest’album, combinare il progressive death metal con il symphonic metal creando…. l’Epic metal (ride). Ci sono altri brani che avrebbero potuto essere scelte come singoli di lancio, ma alla fine tutti noi ci siamo messi d’accordo che “Universal Death Squad” fosse la scelta migliore. “Divide And Conquer” è stata nominata molte volte dagli ascoltatori dell’album per essere il brano prescelto, e questa poteva essere un’ottima opzione. Solo che nn abbiamo voluto pubblicare il classico singolo diverso da “Universal Death Squad”, abbiamo invece voluto sorprendere la gente.

L’ultimo tour, di supporto a ‘The Quantum Enigma’, è stato caratterizzato da scenografie e giochi di luce molto sofisticati. Rivedendo ancora l’artwork di ‘The Holographic Principle’, dovremo aspettarci qualcosa di simile anche per il prossimo tour? Il video di “Edge Of The Blade” appena pubblicato mostrerà un assaggio delle luci che vogliamo portare nel prossimo tour. È un nuovo tipo di illuminazioni mai usate prima.

                                                                                  Mark Jansen

Secondo voi, pensate che ci sia un certo tipo di pubblico (di una certa nazionalità piuttosto che di un’altra) che apprezzerà più di altri il nuovo album, oppure verrà accolto con entusiasmo in maniera globale? Penso che la gente in senso generale apprezzerà il nuovo album allo stesso modo di come l’abbiamo apprezzato noi stesso, ed apprezzandone i suoi mati migliori. Ci piace ascoltare molto quest’album, e di solito questo è un buon segno che anche i nostri fans apprezzeranno molto l’album.

Provate a descrivere con poche semplici parole i vostri precedenti album, e provate a cercare dei possibili punti di convergenza con ‘The Holographic Principle’. ‘The Quantum Enigma’ è stato un nuovo inizio per la band, usando gli stessi ingredienti come abbiamo sempre fatto, ma con nuovi spunti ed un nuovo team di produzione attorno a noi. Le similarità si possono trovare nell’aggressività del sound e nel modo di lavorare e registrare l’album. Le differenze sono:

1) ci siamo focalizzati più sul lato metal, i brani scritti con una base death metal possiedono inoltre un sound buono e pulito anche se metti da parte tutte le parti orchestrali ed i cori. Questa base death può reggere bene anche in maniera autonoma;

2) abbiamo registrato tutte le parti orchestrali dal vivo e questa volta non abbiamo utilizzato alcun tipo di sample. Tutte le percussioni, i fiati, gli archi, ecc. sono state registrate da persone vere con strumenti veri;

3) ci siamo focalizzati ancora di più sugli ultimi dettagli riguardanti le parti vocali per creare un puzzle su misura con la musica. Abbiamo cercato di andare qua e là con maggior groove rispetto a prima.

Epica live @ Gods of Metal, Arena Concerti Fiera Rho - 22/06/2011 (Simone Simons e Mark Jansen)

Al giorno d’oggi, quali sono le band che nel metal sinfonico dettano ancora legge? Tra le band emergenti, quali possono raggiungere i successi delle band storiche come gli Epica, o comunque solcare i loro passi? Penso che i Nightwish siano dei grandi e meritano di essere headliner nei grandi festival. Gli Epica, allo stesso modo, sono pronti per fare sempre grandi passi avanti, ma bisogna vedere nel futuro prossimo se questo succederà o meno (ride). Alcune band di questo genere che vorrei segnalare sono gli Universal Mind Project e i 3rd Machine, in entrambe queste band ho contribuito con alcune parti in growl e mi piace molto la loro musica.

Sappiamo del rapporto che hai con l’Italia dal punto di vista sia affettivo, sia musicale. L’Italia per te è una fonte di ispirazione importante? Io amo l’Italia, il cibo, la gente, la passione. Ora possiedo anche casa in Italia, e in un modo o nell’altro sicuramente questo crea molta ispirazione nella mia musica.

Inoltre, dato che nel prossimo tour toccherete anche l’Italia, avete dei ricordi particolari riguardanti il nostro Paese? Questa è anche l’occasione per salutare il pubblico italiano e mandare un messaggio rivolto ai fans italiani in vista del tour. Quando suoniamo in Italia trovo sempre un sacco di amici e familiari che assistono agli show. Quindi per me sono sempre degli show molto speciali. L’ultima volta che abbiamo suonato in Italia è stato con i Nightwish a Roma ed è stata una gran serata! Cerco sempre di tornarci ogni tanto, e nel frattempo sento il bisogno di tenermi allenato nello studio dei vocaboli italiani, anche se al momento lo sto facendo molto lentamente (ride). Presto mi piacerebbe cominicare in italiano con tutti voi. Un grande saluto!

Epica live @ Live Club, Trezzo sull'Adda - 04/11/2015 (Rob van der Loo e Simone Simons)

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