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GOTTHARD

Ciao e bentornati in Italia, dato che era dai tempi di Domino Effect che non avevamoVostre notizie. Come al solito siete riusciti nuovamente a sorprenderci in quanto avete nuovamente dato una svolta al Vostro stile senza dover necessariamente stravolgere il Vostro trademark. Infatti mi è bastato dare un ascolto a “Shangri-La” per capire subito che questo brano esprime tutta la maturità evolutiva che da sempre avete cercato, dato che la Vostra classe è innegabile. Infatti questo brano esula dai soliti clichè “commerciali”. Ma lo stesso vale anche per le altre tracce presenti sull’album che, nonostante esulino dal solito, scontato ed inflazionato Rock, sono circondate da un’aurea misteriosa ma al tempo stesso accattivante. Volevo sapere se è stata una Vostra precisa scelta quella di comporre questo tipo ti pezzi o sono usciti spontaneamente così? Secondo me non c’è stato un reale cambiamento quanto invece una volontà di dare un tocco moderno al nostro sound e di cercare quindi di scrivere qualcosa di nuovo usando uno stile che possa piacere a noi prima di tutto ma soprattutto possa essere compreso da tutti senza comunque rinnegare le radici prettamente Gotthard. Infatti ciò che avete fatto è migliorare il Vostro stile smussando quelle ultime punte che servivano per “quadrare il cerchio” ed a completare quell’evoluzione che era cominciata con l’album Lipservice. Beh diciamo che noi siamo un gruppo che ormai da oltre vent’anni è sempre in continua evoluzione. Noi cerchiamo sempre di inserire in ogni nostro pezzo tutte le nostre idee e di consegnare ai nostri fan sotto forma di disco il meglio di noi. Abbiamo cercato di fare un disco bello, moderno, simpatico, potente, pieno di colore ma che al tempo stesso fosse accessibile a tutti e speriamo di esserci riusciti. Noi partiamo sempre dalla considerazione che il nostro cerchio non sia mai chiuso, altrimenti questo significherebbe che non abbiamo altro da dire. Infatti siamo sicuri che sul prossimo disco avremo l’occasione nuovamente di cambiare il nostro sound in quanto avremo nuove idee da esprimere musicalmente. Ma questo è fuori di dubbio. Solo che con questo album siete riusciti a porre, come si dice, la parola fine ad un discorso evolutivo che avevate cominciato con Lipservice quando avevate deciso di scegliere come singolo apripista non più una ballad ma un’autentica mazzata sonora. Ma questo non vuol assolutamente dire che non abbiate più nulla da dire. Infatti anche stavolta non ci siamo smentiti ed abbiamo scelto un pezzo molto particolare come singolo apripista. E penso che tu abbia capito a quale mi sto riferendo….. Tu stai sicuramente parlando di “Shangri-La”. Infatti appena l’ho sentito ho realizzato subito che l’avreste scelto come singolo. È un pezzo a dir poco stupendo. Parlando di uno dei Vostri classici “One Life, One Soul” io ho avuto l’onore di ascoltarlo nella sua versione sinfonica ed ho detto subito “Mamma mia. Se è possibile migliorare un pezzo già di per sé bello, i Gotthard ci sono riusciti”. Grazie troppo buono. A chi è venuto in mente il titolo dell’album? Need To Believe è la conseguenza della nostra volontà di far arrivare a tutti i nostri ascoltatori, fan e non, un messaggio molto importante che è quello di credere in ciò che si fa per poter raggiungere gli scopi che ognuno di noi si è prefissato. Ed ecco che il titolo è venuto fuori da sé. Se poi consideri che in Svizzera il primo singolo è, appunto, “Need To Believe”…….. Ed infatti l’unica cosa in cui credere è la musica, dato che è sempre e solo l’unica ancora di salvezza che è per sempre solida La musica accompagna ogni singolo momento della vita di ognuno di noi. Ma ciò in cui bisogna sempre credere è nella vita. Bisogna capire che la vita non è così nera come ce la descrivono nei vari notiziari e nelle varie trasmissioni che ogni sera siamo costretti a sorbirci. Hai perfettamente ragione. Ho notato che quando avete pubblicato Made In Switzerland avete deciso di mettere come cover conclusiva dell’album “Immigrant Song” che però non avevate mai proposto dal vivo in quel tour ma bensì in quello di Lipservice. Come mai questa scelta? Diciamo che già nel 1995 l’avevamo usata come bonus track giapponese. Ma dato che siamo molto legati a quel pezzo e dato che per tutti noi è un brano molto simbolico abbiamo deciso di utilizzarlo. Diciamo che quando ci va di fare un pezzo lo facciamo e non stiamo lì a pensarci più di tanto. Allora quando avremo l’onore di vedervi nuovamente in Italia? Per noi sarà un piacere tornare ad esibirci in Italia. Cominceremo a Roma il 25 ed il 26 Ottobre per poi toccare Cesena e Milano. Ma avete già deciso chi sarà il Vostro gruppo di spalla? Saranno nuovamente i Wine Spirit che Vi avevano accompagnato nel tour di Lipservice? Non so chi ci sarà di spalla in Itali ed in Inghilterra. So solo che in Germania siamo in tour con gli Europe. Sarebbe bello che anche in Italia ci fosse l’accoppiata Gotthard-Europe. Sarebbe stato bello ma purtroppo i nostri tempi ed i loro non coincidono e non sarà possibile. Io mi ricordo che quando avete suonato al TradateIron Fest ci avete regalato una serata a dir poco memorabile…. Grazie anche alla presenza di un gruppo del calibro dei Pink Cream 69 che forse alcuni si ricordano solo perché erano il gruppo del cantante degli Helloween. Quando li ho sentiti ho capito che anche senza di lui la loro classe e la loro bravura era rimasta immutata. Assolutamente d’accordo. I Pink Cream 69 erano, sono e saranno sempre un grande gruppo. Invece ultimamente qual è il gruppo che ti ha particolarmente colpito nella scena giovanile musicale europea? Beh, sicuramente qualcosa di buono c’è: ad asempio ci sono gli Apocalyctica che da studio sono veramente fenomenali ma dal vivo sono difficili da comprendere. Infatti io detesto quando dicono che la scena metal è stagnante. È stagnante perché ogni volta si tende sempre a voler etichettare ogni nuovo gruppo. Io mi chiedo che bisogno c’è di farlo. La musica è musica e basta. Nessuno penso che abbia bisogno di essere “etichettato”. Ma parliamo d’altro che è meglio. Se tu dovessi stilare una tracklist ideale per un greatest hits dedicato a chi non vi conosce, quali pezzi sceglieresti? Ahia. Questa è una domanda tranello. Per conoscerci bisognerebbe possedere tutti i nostri dischi in quanto in ognuno di essi c’è sempre qualcosa di nuovo. Ok. Per concludere questa bella chiacchierata vuoi fare un saluto per gli amici di Hardsounds? Assolutamente sì, con molto piacere. Ciao a tutti sono Leo dei Gotthard e mando un caro saluto a tutti i navigatori di Hardsounds. State bene e Got Hard.

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