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GRAVE DIGGER

Abbiamo nuovamente incontrato il leader dei tedeschi Grave Digger, l'inossidabile Chris Bolthendhal. Ancora una volta Chris si è mostrato disponibile, e ben volenteroso di parlarci un po' del nuovo lavoro dei "becchini": un concept particolare, in uscita a Gennaio per la Locomotive, dal titolo come sempre espressivo: "Liberty Or Death". Nyarlatothep: Ok, possiamo iniziare… Hai fatto buon viaggio? Chris: Sì, sì… la sveglia è stata un po’ troppo presto stamattina, ma va bene lo stesso… N: Come al solito, poche domande, ma speriamo siano abbastanza incisive… Pronti? Bene. Prima di tutto, dicci qualcosa sul vostro nuovo album “Liberty Or Death”. C: Sì. Dunque, come dice il titolo è una specie di concept sulle persone che combattono per la libertà. Attraverso la storia ci sono state un sacco di persone che hanno combattuto per la libertà, per l’indipendenza. La canzone “Liberty Or Death” parla dei Greci che hanno combattuto contro i Turchi, “Until The Last King Died” è sulla rivoluzione francese, o ad esempio “Foreclouse To Hell” parla del Colosseo, di Roma e dei gladiatori… E’ una sorta di “linea rossa” che attraversa tutto il disco parlando, appunto, di “libertà o morte”. N: Questo è il secondo disco in cui non scegliete un tema abbastanza rigido, circoscritto, come è stato ad esempio per “Excalibur” o “Knights Of The Cross”. Perché avete scelto, per “The Last Supper” e “Liberty Or Death” di trattare temi così vasti? C: Oh, sono almeno 20, 25 anni che mi interesso parecchio di storia, specialmente in questo campo, ed era un mio sogno quello di raccontare queste storie nella mia musica. Dopo “Rheingold” o “Excalibur” ci siamo detti “ora abbiamo la possibilità di fare canzoni su libertà o morte”, ed io penso che questo genere di tematiche si sposi molto bene con la musica Metal. N: “Liberty Or Death” mi ha dato l’impressione di essere sostanzialmente più lento ed in qualche misura più cupo di “The Last Supper”… C: Beh, io penso sia positivo! (risate, n.d.r.) Io penso che i tesi siano pesanti ed assolutamente più cupi, come in “March Of The Innocent”, in cui descriviamo il cammino degli Ebrei verso le camere a gas. Penso siano storie tristi ed assolutamente brutali. Ma credo anche che la musica sia più positiva, nonostante le chitarre siano in qualche modo “metal” quanto in “The Last Supper”. Quindi non posso fare paragoni tra questi due cupi dischi, o “The Grave Digger”… penso però che “Liberty Or Death” sia un disco molto positivo. N: Stavamo sorridendo perché giusto ieri parlavamo tra noi di “Liberty Or Death”, e lui mi ha detto “non capisco bene il testo, ma mi fa pensare agli Ebrei che camminano verso le camere a gas”. Quindi la sua impressione era giusta, e la vostra canzone è ben riuscita. Tornando a noi, Stefan mi è sembrato molto meno lineare che negli album precedenti: è più stravagante, inserisce più variazioni nelle ritmiche. E’ una cosa voluta, era semplicemente ispirato, o che altro? C: Penso sia meglio che sui dischi precedenti! (ride, n.d.r.) Ha avuto i pezzi un paio di mesi prima della produzione, quindi stavolta ha avuto più tempo per mettere a posto le sue cose e sistemarsele come voleva. Questo è il motivo per cui sembra più “progressivo”, e secondo me le ritmiche sono più interessanti che sugli ultimi dischi. N: Parlami della label: eravate con la Nuclear Blast, ora siete con la Locomotive. Come è stato il cambiamento? C: Non è che ci sia poi questa gran storia dietro. Se solo guardi quante band ha messo sotto contratto la Nuclear Blast negli ultimi tre anni, quella è la ragione per cui a un certo punto abbiamo detto “non siamo più competitivi con questa label: ci sono troppe band, è come un macchinario.” Hanno 3-4 uscite al mese, e sono tutte curate allo stesso modo. Noi volevamo avere un percorso più individuale, ed avevo lavorato con la Locomotive un paio d’anni fa, avevo fatto un po’ di promozione per loro e sapevo come funzionava. A questo punto, ho pensato che fosse meglio chiudere con la Nuclear Blast e cercare ciascuno una soluzione che gli fosse congeniale. Come vedi, non è una gran storia: non ci sono stati litigi né nulla del genere; ora siamo con la Locomotive ed abbiamo più possibilità di fare a modo nostro e con i nostri tempi, ed io personalmente credo che questa sia la miglior condizione in cui una band si possa trovare. N: A breve sarete in tour con i Therion: cosa pensi di loro, e quali sono le tue aspettative? C: Penso che sia un’ottima combinazione, un pacchetto molto interessante. Non facciamo lo stesso genere di musica, saremo 3-4 band che hanno diversi tipi di fan, e magari i fan dei Therion scopriranno i Grave Digger o i fan dei Grave Digger scopriranno i Therion, e penso che questo sia interessante. Non so come andrà, lo scopriremo al momento. Dal mio punto di vista le parti metal dei Therion mi piacciono, ma le parti operistiche non sono il mio genere; in qualche modo sarà comunque una cosa speciale, io la vedo così. N: Cosa ne pensi dei “Rebellion” dei tuoi ex compagni Uwe e Tomi? C: Penso che stiano facendo il meglio che riescono. Stanno tentando di andare avanti con questo concept complesso, come si era fatto ai tempi di “Tunes Of War”: stanno scrivendo musica sulle saghe dei vichinghi, è un argomento vasto. Ho letto qualcosa e qualcosa ho sentito, tra radio ed internet, ma quello che ho sentito mi ricordava un po’ troppo “Tunes Of War”. Noi con i Grave Digger cerchiamo di non rifare ciò che abbiamo fatto in passato: cerchiamo di evolverci, penso che vogliamo scrivere dischi interessanti con argomenti interessanti. Se confronti “The Grave Digger”, “Rheingold” e “Liberty Or Death” hai tre dischi diversi. Certo, la voce è la stessa, ma la musica, le atmosfere, l’atteggiamento cambiano. Il passato è passato ed il presente è presente, io non voglio scrivere un altro “Tunes Of War” o “Excalibur”, voglio fare musica più matura come in “The Grave Digger” o “Liberty Or Death”. N: L’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che avevi l’idea di continuare il lavoro iniziato con “Rheingold”. C: Sì, l’ho fatto con “Liberty Or Death”. “The Last Supper” non aveva nulla a che fare con i concept tradizionalmente intesi. Il nuovo disco è molto più nello stile di concept come… come spiegarlo… non è un grosso concept, è più un argomento “ristretto” ed il prossimo avrà anche lui un argomento “piccolo”. N: Cosa puoi dirci dell’artwork del nuovo disco? C: Grande! Lo adoro! N: Se non ricordo male, mi avevi detto che scegli un artista diverso per ogni album… C: Non esattamente. L’artista che ha curato “The Last Supper” era nuovo, era un Ungherese. Per “Yesterday” l’abbiamo contattato ma per “Liberty Or Death” non era disponibile, aveva altri impegni; ci ha comunque fornito delle belle idee. Ci ha mandato la prima immagine e poi ci abbiamo lavorato tutti insieme, ed ora la connessione tra le immagini e la musica è onnipresente, perché la cover dice già da sola che tipo di musica c’è nel disco. E’ il massimo che una band possa avere. Credo che l’immagine sia molto potente ed incisiva, ed anche maestosa, come è giusto per “Liberty Or Death”. Vado molto orgoglioso di questa cover. N: Di solito sui promo non ci sono le bonus track. Sul cd che mi è arrivato ce n’è una: innanzitutto, vorrei saperne il titolo. Inoltre vorrei che mi dicessi se sul disco ufficiale ce ne saranno altre. C: C’è tutta una storia dietro. La canzone si chiama “Ship Of Hope”. E’ la storia degli Ebrei partiti dalla Germania, e non solo, per andare via mare fino a Cuba. Quando arrivarono là, furono rimandati indietro e finirono nei campi di concentramento. Comunque è stato un errore della label: hanno scambiato i master del digipack e del promo, ed hanno spedito come promo il digipack. Così tu hai la bonus track, e questo è il motivo per cui non c’è tra i titoli. Comunque la bonus track sarà presente sul digipack. N: Avete già programmato qualcosa per quest’estate, parteciperete a qualche festival…? C: Sì, suoneremo ad un paio di festival. Abbiamo già confermato il Wacken Open Air ed il Rock Hard Festival e qualcos’altro. Non escludo di tornare a suonare al Gods Of Metal, e forse il Metal Camp in Slovenia, ma per ora non c’è nulla di certo. Comunque faremo qualche show estivo. N: “The Last Supper” è stato un disco “veloce”, a quanto mi avevi detto c’erano voluti solo pochi mesi per fare tutto il lavoro. Se non ricordo male, mi avevi detto che c’era voluto da marzo a settembre dalla composizione alla distribuzione. Quanto c’è voluto per “Liberty Or Death”, e come li vedi questi due dischi a confronto, sotto questo punto di vista? C: Abbiamo iniziato a Gennaio, ed il tutto è finito entro Settembre: in pratica sono stati nove mesi di lavoro. Abbiamo lavorato molto sulla pre-produzione, fatto molti cambiamenti… c’è voluto parecchio tempo. “The Last Supper” è stato molto più rapido, ed in effetti non abbiamo curato moltissimo la qualità. Penso che questa sia la differenza principale: ci sono alcune canzoni su “The Last Supper” di cui, a due anni di distanza, non sono molto soddisfatto. Per “Liberty Or Death” abbiamo dato il massimo ed anche di più, perciò non so cosa potrei cambiare. Direi che alla fine dei conti preferisco “Liberty Or Death” a “The Last Supper”. N: Cosa ci dici di “Yesterday”, il singolo uscito qualche mese fa? C: Era una mia vecchia idea quella di pubblicare “Yesterday” come singolo, e passando alla Locomotive abbiamo avuto l’occasione di farlo inserendo anche il DVD. Non è una gran storia, semplicemente “The Reaper’s Dance” non legava col concept di “Liberty Or Death”, così come “No Quarter”, ma sono comunque canzoni valide che ai fan avrebbe fatto piacere sentire, così abbiamo optato per un singolo. N: Pensi ci sia un gruppo che potete vedere un po’ come i vostri “figliocci”, una band che in qualche modo segua e continui il vostro sound? C: Dopo 27 anni… N: …Una grande carriera… C: Una LUNGA carriera! (risate, n.d.r.) Io penso di poter dire che non ci sia una band nell’universo che suoni come i Grave Digger. Questa band è unica. Se ascolti gli Helloween o gli Stratovarius, ci sono un sacco di band che ne hanno seguito le orme e che suonano come loro. Ma non conosco nessuno che abbia un sound come quello dei Grave Digger. Tu ne conosci? Credo sia quello il punto, questa band è unica, ed è per questo che abbiamo potuto suonare per tanto tempo. Un altro motivo è che comunque abbiamo sempre fatto prodotti di qualità, e questo in maniera continuativa. Questo discorso vale sia per i dischi dei Grave Digger che per quello dei Digger, uscito nel 1987. Anche quello comunque non era male. Che poi era la stessa band con un altro nome. Comunque, vedremo cosa succederà nei prossimi 27 anni! N: Ok, ultima domanda: dove posso comprare un giacca come la tua? C: Forte, vero? (risate, n.d.r.) E’ l’unica. No, in realtà è per il momento che è l’unica; entro pochi giorni dovremmo metterle in vendita sul negozio online. Ci sarà un po’ di merchandise nuovo, come i cappellini con il logo ricamato o adesivi e cose simili. Ovviamente poi li troverai anche al concerto. N: Ok, ora abbiamo davvero finito. Un paio di fotografie… C: …con la tua nuova giacca! (risate, n.d.r.) N: Grazie per la disponibilità, ci vediamo a gennaio! C: Mi raccomando, venite al concerto!

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